Messina. Sanità pubblica in crisi, Giardina: "Un depotenziamento da 37 miliardi"

Messina. Sanità pubblica in crisi, Giardina: “Un depotenziamento da 37 miliardi”

Giuseppe Fontana

Messina. Sanità pubblica in crisi, Giardina: “Un depotenziamento da 37 miliardi”

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martedì 12 Aprile 2022 - 13:06

Tempi di attesa lunghissimi e le aziende private si inseriscono. Il presidente del comitato consultivo Asp: "Tante persone rinunciano alle cure perché stanchi di aspettare o non potendo pagare"

MESSINA – L’argomento relativo alle risorse e all’effettivo funzionamento delle aziende sanitarie pubbliche torna prepotente in Aula consiliare. Si è discusso stamattina, durante la Commissione presieduta dal consigliere comunale Giovanni Scavello, di quale sia la reale situazione in cui versano gli ospedali cittadini. Sul banco degli imputati soprattutto i lunghi tempi di attesa per visite e controlli, con la sanità privata sempre più incalzante, celere nel “conquistare” quei pazienti che hanno urgenze, costretti a pagare per la loro salute.

Giardina: “Tempi lunghissimi per le prestazioni sanitarie”

“In questo momento – ha esordito il dottor Antonio Giardina, presidente del comitato consultivo dell’Asp Messina – uno dei problemi fondamentali è quello dei tempi lunghissimi per accedere alle prestazioni sanitarie. Questo non è un problema da poco, ma collegato alla disfunzione e al depotenziamento del servizio sanitario pubblico. Abbiamo registrato che a Messina vanno male le cose. Negli ultimi dieci anni la sanità pubblica è stata depotenziata, 37 miliardi in meno, e in questa vacatio si inserisce la sanità privata che esclude chi non può pagare”.

Oltre 20 milioni di italiani non possono accedere alle cure private

Giardina ha proseguita affermando che in Italia “oltre 20 milioni di cittadini non possono accedere così alle cure, perché non hanno i soldi. La sanità pubblica ha liste d’attesa di mesi. Il cittadino ha diritto ad assistenza di stato, ma il problema è insostenibile. La nostra Regione spende annualmente 300 milioni in mobilità passiva, cioè pagamenti ad altre Regioni per quei servizi che qui non ci sono. Un tasto dolente per la Sicilia e il meridione”.

Artemisia: “Le persone rinunciano alle cure”

Un problema sottolineato anche dagli altri rappresentanti dei comitati consultivi di Policlinico, Papardo e IRCCS Piemonte. Il dottor Antonio Artemisia, presidente di quest’ultimo, ha spiegato: “Cerchiamo di fare lavoro di squadra tutti insieme. La cosa importante è che in questo momento di crisi si verificano fenomeni sgradevoli. Le persone rinunciano alle cure per le attese o perché non possono pagare. Sono sempre di più queste famiglie”.

Il depotenziamento nazionale

Un problema che rischia di apparire senza soluzione, proprio a causa di questo depotenziamento di oltre 37 miliardi di euro, che affligge non soltanto Messina e la Sicilia ma l’Italia intera. “La domanda è, dove si vuole portare la sanità italiana?” Ma al momento non c’è una risposta e le risorse latitano.

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