Progetto per l’area Tribò, il Cga sospende il parere in attesa che la Regione riferisca

Progetto per l’area Tribò, il Cga sospende il parere in attesa che la Regione riferisca

Serena Sframeli

Progetto per l’area Tribò, il Cga sospende il parere in attesa che la Regione riferisca

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venerdì 26 Settembre 2014 - 21:00

La decisione è stata assunta nell'ultima adunanza a seguito del ricorso straordinario al presidente della Regione proposto dall'Amministrazione comunale, rappresentata dall'avv. Claudio Rugolo. Dure le parole del Primo Cittadino Pino

Sembra non riuscire a decollare il progetto redatto nell’ambito del bando della coalizione del Pist “Milazzo-Ganimè-Eolie-Sistema urbano terra/mare” per l’area Tribò.

Il progetto prevede la ristrutturazione di due edifici di cui uno destinato ad ospitare uffici dell’Arpa, dotandoli degli strumenti necessari per la loro opera di controllo e vigilanza ambientale, oltre alla sistemazione dell’area interessata anche dalla presenza di reperti archeologici e da mantenere nello stesso sito come disposto dalla Soprintendenza, e la piantumazione in collaborazione con la facoltà di Agraria dell’Università di Catania di essenze arboree autoctone ad elevata capacità di assorbimento di Co2.

Il Cga, vuole capire le ragioni per le quali non è stato erogato al comune mamertino il finanziamento di 10 milioni di euro, già assegnato e poi revocato nonostante la presentazione, da parte del Comune, del progetto esecutivo. La decisione è stata assunta nell'ultima adunanza a seguito del ricorso straordinario al presidente della Regione proposto dall'Amministrazione comunale, rappresentata dall'avv. Claudio Rugolo. La sezione, presieduta da Zucchelli con segretario Chiofalo ed estensore Anastasi, esaminati gli atti, ha “ritenuto opportuno assegnare alla Regione Siciliana un termine di 60 giorni dalla comunicazione della presente interlocutoria per riferire sulla questione in difetto del quale il ricorso sarà deciso in base alle sole risultanze disponibili".

Nel ricorso il Comune ha impugnato il decreto dirigenziale di revoca contestando “eccesso di potere, difetto di presupposti, assenza di motivazione e altre violazioni” e chiedendo invece di “far valere i diritti acquisiti in riferimento al finanziamento già assentito sulla scorta di una puntuale istruttoria e valutazione del progetto definitivo ed esecutivo da parte della competente Commissione di valutazione in maniera da evitare rilevantissimi danni patrimoniali e non patrimoniali per il Comune”.

A seguito del via libera del finanziamento, il Comune di Milazzo ha acquisito dalla Raffineria, a titolo gratuito, l’area e i fabbricati oggetto d’intervento di circa 56.000 metri quadrati (valore quasi 400 mila euro) con destinazione funzionale vincolata alla realizzazione del “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria in zona dichiarata ad elevato rischio ambientale”. Ciò sta a significare che l’area, se non sarà attuato il progetto, tornerà nella piena disponibilità dell’azienda petrolifera.

“A questo – aggiungono gli amministratori – vanno aggiunte le spese consequenziali alla formale comunicazione di ammissione a finanziamento e per la redazione del progetto esecutivo (150 mila euro) e i danni riconducibili al permanere di una criticità ambientale”.

“Ricorrere in giudizio contro la Regione per difendere un finanziamento finalizzato alla tutela e al monitoraggio dell’ambiente è assurdo”: dure le parole del sindaco Pino che commenta con amarezza questo contenzioso. “La Regione- prosegue Pino- dovrebbe per legge garantire il controllo delle emissioni, ma non l’ha mai fatto, non ha mai attuato i Piano di risanamento, non ha un piano della qualità dell’aria ed è puntuale solo nell’ostacolare quegli interventi che puntano a salvaguardare l’interesse della collettività. Tra l’altro il rapporto “Sentieri 2014” nelle sue indicazioni finali invita gli enti preposti (la Regione) a predisporre un piano di valutazione all’esposizione ambientale di alcuni componenti. E’ proprio quello che il Comune di Milazzo, anticipando il governo regionale, aveva fatto con la presentazione del Sistema di monitoraggio integrato”.

Serena Sframeli

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