La Ministra Cartabia a Messina a confronto con i giovani costituzionalisti

La Ministra Cartabia a Messina a confronto con i giovani costituzionalisti

Alessandra Serio

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venerdì 21 Gennaio 2022 - 18:43

Internet e diritti, la Cartabia ai ricercatori dell'Università di Messina: "Siate voi ad esplorare la nuova era dei diritti"

La Costituzione italiana è viva e vegeta ed informa ancora tutta la pratica giurisdizionale, anche nell’era di internet e nel tempo dell’integrazione tra ordinamento nazionale e ordinamento europeo. E’ questo che emerge dal dibattito tra la Ministra Marta Cartabia e il professor Gaetano Silvestri, oggi all’Università di Messina, introdotto dal Rettore Salvatore Cuzzocrea e dai professori Antonio Saitta e Giusy Sorrenti, che hanno ripercorso il lavoro della Cartabia.

Un dibattito-dialogo che, grazie alle domande dei giovani ricercatori costituzionalisti siciliani, ha toccato tutti i punti “caldi” dell’orizzonte attuale della pratica costituzionale: dal dialogo spesso non facile con il parlamento, attraverso la sempre più praticata funzione supplettiva della Corte Costituzionale al legislatore, fino a quello che la stessa Cartabia definisce la “nuova era dei diritti”, quelli che hanno a che fare con internet.

“In questo caso non aspettatevi una risposta compiuta da me – ha detto il Guardasigilli – tocca a voi esplorare questo campo, io posso solo consegnarvi alcune riflessioni. La prima è che i diritti sono sempre gli stessi, quelli “tradizionali”, e quelli vanno tutelati, nella stessa maniera. C’è da capire come fare. Internet è un mezzo che si caratterizza per la velocità e la risposta della tutela dei diritti deve quindi poter essere veloce, per questo devono esistere degli strumenti, come le piattaforme private, che rispondo subito attraverso strumenti preventivi. La giurisdizione arriva dopo, ma deve essere sempre e comunque possibile il ricorso alla giurisdizione da parte di tutti”.

Sul dialogo con le istituzioni e le altre corti, sempre più praticato dalla Corte Costituzionale e caldeggiato proprio dalla Cartabia, la Ministra si è espressa facendo l’esempio del caso dell’ergastolo ostativo: “La Corte si ferma e passa la mano al Parlamento perché ci sono delle specificità che la Corte non può percorrere, lo fa proprio perché è rispettosa del ruolo del legislatore. Gli assegna un termine, perché ci sono delle strade percorribili ma se il Parlamento non ne sceglie una, toccherà poi alla Corte farla. A differenza di quel che è successo in precedenza, come ad esempio il caso Cappato, sono però convinta che stavolta andrà diversamente. Sappiamo che il Parlamento sta lavorando al 4 bis e sono convinta che arriverà a concludere questa strada”.

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