“L’Inps non è un bancomat”. Nuova protesta dei lavoratori

“L’Inps non è un bancomat”. Nuova protesta dei lavoratori

“L’Inps non è un bancomat”. Nuova protesta dei lavoratori

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venerdì 04 Ottobre 2013 - 08:24

Davanti alla sede di via Vittorio Emanuele, Cgil, Cisl, Uil e Cisal protestano contro i tagli operati dalla spending review. “Misure inaccettabili - secondo i sindacati -. Invece di procedere con un adeguato piano di riorganizzazione per migliorare i servizi e qualificare il lavoro, non si trova di meglio che ridurre il personale e tagliare le retribuzioni”

“I servizi non si tagliano e i salari non si toccano”. E’ lo slogan della manifestazione che si tiene oggi davanti alla sede Inps di via Vittorio Emanuele, a partire dalle 10.30. Cgil, Cisl, Uil e Cisal, dopo l'assemblea di mercoledì scorso hanno chiamato alla mobilitazione tutti i dipendenti dell'Inps di Messina e provincia.

Si protesta dunque contro gli ulteriori nell'ambito della spending review. A spiegarlo è il coordinatore provinciale della Uilpa – Inps di Messina Antonella Vitale. "L'Inps – dichiara la Vitale – è già in sofferenza sia per la continua riduzione degli organici ed il blocco del turnover sia per l'inevitabile e insostenibile aumento dei carichi di lavoro e competenze. Si aggiunge, cosa non meno grave, l'ulteriore riduzione dei costi di funzionamenti chiesta dal Ministero dell'Economia. La volontà di tagliare le retribuzioni dei lavoratori è ormai chiara; i dipendenti Inps non potranno più assicurare una regolare ed adeguata capacità di erogazione dei servizi ai cittadini. Occorre invece una riorganizzazione efficace dell'Ente per scongiurare che a rischio ci sia lo stato sociale di questo Paese".

“Misure inaccettabili – secondo i sindacati -. Invece di procedere con un adeguato piano di riorganizzazione per migliorare i servizi e qualificare il lavoro, non si trova di meglio che ridurre il personale e tagliare le retribuzioni. Il momento è unico e gravissimo – proseguono – L'attacco alle retribuzioni non ha precedenti. Come se non bastasse il blocco dei contratti dal 2009 al 2014 che ha di fatto ridotto gli stipendi reali del 30%”.

Non solo.Si prevedono anche tagli agli organici, per effetto dei pensionamenti "coattivi" e a causa del previsto mancato rinnovo dei dipendenti in posizione di comando, che ne determineranno una riduzione del 15% solo nel 2014.

“L’Inps – concludono le sigle sindacali -non può essere utilizzato come bancomat da cui ogni governo preleva a piacimento. L’Istituto svolge un ruolo importante e delicato nel sistema della sicurezza sociale, ancor più necessario in questo momento dove disoccupazione e cassa integrazione sono alle stelle”.

“Riteniamo – sottolineano Calogero Emanuele e Marcello Zappalà, rispettivamente segretario generale provinciale e segretario aziendale della CISL FP di Messina – come siano piuttosto necessari tagli agli sprechi e alle spese improduttive. La creazione di un unico ente previdenziale, con la fusione tra INPS e INPDAP, non può essere vanificato dalla miopia di meri calcoli ragionieristici. Probabilmente – evidenziano Emanuele e Zappalà – non si è ancora compreso come solo valorizzando le professionalità dei lavoratori e la qualità dei servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione si potrà riavviare lo sviluppo socio-economico del Paese”.

“La riorganizzazione dell’Ente – affermano i rappresentanti Cisl – è un passaggio troppo importante per essere sottovalutato e sarebbe doppiamente ingiusto penalizzare, contemporaneamente, sia i lavoratori che devono già subire il blocco dei contratti sia la cittadinanza che, in preda alla crisi incalzante, ha come importante riferimento l’Ente previdenziale”.

La CISL FP di Messina condivide azioni mirate alla realizzazione di risparmi strutturali, ma senza continuare a mettere le mani in tasca ai lavoratori già fortemente colpiti dai molteplici interventi governativi polarizzati spesso nei confronti dei lavoratori del Pubblico Impiego.

3 commenti

  1. E’ finita la pacchia!!!

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  2. invelatosempre 4 Ottobre 2013 11:32

    ” i dipendenti Inps non potranno più assicurare una regolare ed adeguata capacità di erogazione dei servizi ai cittadini.”

    Ma di quali servizi parlano? Per la mia posizione pensionistica, da tempo, ho perso l’abitudine di chiedere agli sportelli INPS: Vado direttamente al CAF più vicino. Tanto è lì che mi manderebbero dopo una fila di ore!
    E al CAF penserei, al solito, sul perchè del personale retribuito 1/4 di quello INPS sia in grado di darmi informazioni che questi sconoscono.
    Tranquilli, dipendenti INPS, potreste chiudere anche domani gli sportelli di Messina e nessuno se ne accorgerebbe. Per sentire la mancanza di qualcuno, bisogna che questo qualcuno diventi indispensabile.

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  3. Non capisco! Avevi “l’abitudine” (???) di chiedere agli sportelli INPS la tua posizione pensionistica”? Perchè? Credevi che cambiasse da sola o che fluttuasse come la chiusura della borsa? Se i CAF sono proliferati come funghi è perchè lo Stato ( non l’INPS che ne applica solamente le leggi ) ha trovato il modo di far guadagnare ai capetti del CAF-generalmente ex politici o sindacalisti- sfruttando qualche giovane mal pagato piuttosto che assumere qualche unità in più di personale. Il CAF svolge solo una funzione di consulenza/filtro inviando le eventuali domande,pur se strampalate, all’Istituto. Stai tranquillo anche tu Invelatosempre perchè quando tu, sicuramente minatore del Sulgis,soggetto prossimo alla pensione o già pensionato, passerai a miglior vita lo Stato non sentirà la tua mancanza, tranne che i tuoi amici del CAF, naturalmente.

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