Sbarco di migranti, quasi 600 sopravvissuti e 2 morti. FOTO

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Veronica Crocitti

Sbarco di migranti, quasi 600 sopravvissuti e 2 morti. FOTO

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giovedì 17 Marzo 2016 - 12:34

E’ stata una mattinata lunga e delicata quella vissuta oggi al Molo Marconi, tra i nuvoloni che minacciavano pioggia e quell’odore di morte che fatica sempre ad andare via. LA FOTOGALLERY DI GIOVANNI ISOLINO

Princess ha soltanto quaranta giorni di vita ed è una sopravvissuta. Quando l’hanno salvata in mezzo al mare, ieri pomeriggio, su un gommone alla deriva, era ancora abbracciata alla sua mamma. E lo era anche stamattina, quando è scesa al Molo Marconi dalla Nave Ugo Diciotti della Guardia Costiera insieme ad altri 594 profughi. C’erano loro, uomini, donne e bambini scampati alla morte per miracolo, ma c’erano anche le salme dei due migranti che, durante il viaggio iniziato sulle coste libiche, hanno perso speranza e vita.

Entrambi erano giovanissimi, non più di trent’anni, africani. Sono rimasti soffocati e schiacciati durante la traversata, o per lo meno questo è quello che hanno dichiarato i loro compagni di viaggio. Il medico legale, salito sulla nave, ha effettuato un primo esame esterno sui loro corpi e poi è stata la volta della Polizia Scientifica e della Squadra Mobile a cui adesso spetterà il compito di indagare ed identificare, al contempo, gli scafisti. Il magistrato di turno ha già aperto un fascicolo d’inchiesta e disposto l’autopsia sui corpi poiché, in definitiva, sarà soltanto quella a confermare o meno l’ipotesi di soffocamento. “E’ stata un’operazione molto complessa – ha dichiarato Gianluca D’Agostino, Capitano di Fregata e Comandante della Nave Diciotti – ho portato a Messina i sopravvissuti di cinque gommoni recuperati a largo delle coste siciliane, ma in tutto erano sette nella mia area. I due migranti morti appartenevano al primo barcone che abbiamo tratto in salvo”.

E’ stata una mattinata lunga e delicata quella vissuta oggi al Molo Marconi, tra i nuvoloni che minacciavano pioggia e quell’odore di morte che fatica ad andare via. Come sempre, schierata in prima linea, c’era la grande macchina dell’accoglienza coordinata dalla Prefettura di Messina. Quando i 594 sopravvissuti hanno iniziato a scendere dalla scaletta della Nave Diciotti, ad attenderli c’era già il personale dell’Asp, dell’Usmaff e della Croce Rossa. A loro è spettato il compito di provvedere ad un primo screening sanitario, nonché alle prime cure.

I cinque bambini, le ventotto donne ed i tantissimi minori non accompagnati sono stati accolti dalle Associazioni di Volontariato e dal personale dei Servizi Sociali del Comune di Messina. Accanto, nei gazebo dell’Ufficio Immigrazione della Polizia, gli agenti provvedevano alle fotosegnalazioni, mentre le Forze dell’Ordine garantivano la massima sicurezza. C’era anche il pullman di Emergency, tra gli altri, ad attendere i migranti. Fuori, oltre l’area transennata, erano in tanti ad osservare la scena. Tra i curiosi, anche giovani migranti, attaccati alle sbarre, che scrutavano e salutavano i nuovi fratelli arrivati. Eppure, di colpo, quando a scendere dalla Diciotti sono stati due corpi, giovanissimi e privi di vita, l'aria è cambiata. I saluti hanno lasciato il posto allo sconforto, le parole al silenzio, il silenzio ad una preghiera. (Veronica Crocitti)

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