Verso la sfiducia in Aula, ma in Consiglio comunale la paura fa… 27

Verso la sfiducia in Aula, ma in Consiglio comunale la paura fa… 27

Danila La Torre

Verso la sfiducia in Aula, ma in Consiglio comunale la paura fa… 27

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martedì 24 Gennaio 2017 - 17:48

Più passano i giorni e più appare evidente che il sindaco Accorinti e la sua Giunta possono continuare a dormire sonni tranquilli. Quota 27 rimane infatti una chimera e l’accelerazione improvvisa sulla sfiducia potrebbe rilevarsi una grande bolla di sapone

Se nella smorfia napoletana la paura fa 90, nel Consiglio Comunale di Messina la paura fa 27. E corrisponde al numero di voti minimo necessario per dar seguito in Aula al documento di sfiducia depositato a luglio presso la segreteria generale di Palazzo Zanca, sul quale da qualche giorno ci sono le firme di 17 consiglieri comunali (per la precisione quelle di: Mario Rizzo, Franco Mondello, Libero Gioveni, Mariella Perrone, Andrea Consolo, Daniela Faranda, Nicola Crisafi, Nicola Cucinotta, Daniele Zuccarello, Giuseppe Trischitta, Giovanna Crifò, Emilia Barrile, Giuseppe Santalco, Nora Scuderi, Carlo Cantali, Donatella Sindoni , Antonella Russo).

Più passano i giorni e più appare evidente che il sindaco Accorinti e la sua Giunta possono continuare a dormire sonni tranquilli. Quota 27 rimane infatti una chimera e l’accelerazione improvvisa sulla sfiducia potrebbe rilevarsi una grande bolla di sapone. In questo caso, sindaco, assessori e consiglieri comunali conserverebbero le loro poltrone.

Anche tra i 17 firmatari di cui sopra c’è chi ha ammesso pubblicamente le proprie perplessità, vedi il consigliere Daniele Zuccarello, che dopo aver sbandierato ai quattro venti la propria disponibilità a sfiduciare Accorinti in qualsiasi momento ci sta ripensando; e chi ha segretamente confidato che starà a guardare, come la presidente del Consiglio Comunale Emilia Barrile, intenzionata – raccontano alcuni suoi colleghi – ad astenersi al momento del voto in Aula.

Insomma, la sfiducia rischia di trasformarsi nell’ennesimo teatrino di un Consiglio Comunale sempre meno amato dall’ opinione pubblica, sia per via dell’inchiesta Gettonopoli (che tra imputati e indagati coinvolge 34 consiglieri sui 40 attualmente in carica) sia per i numerosi cambi di casacca che a dicembre 2015 hanno ribaltato la maggioranza in aula con una migrazione di massa dal centro-sinistra al centro-destra, avvenuta contestualmente al passaggio del deputato Francantonio Genovese a Forza Italia.

Il dubbio amletico “sfiducia sì, sfiducia no” dovrebbe comunque essere risolto presto, almeno stando alle direttive del segretario/direttore generale Antonio Le Donne, il quale ha messo per iscritto che la delibera dovrà approdare in Consiglio comunale nell’arco temporale compreso tra il 29 gennaio ed il 18 febbraio (vedi qui).

Nella conferenza dei capigruppo però le disposizioni di Le Donne sono state apertamente contestate dalla capogruppo di Cambiamo Messina dal Basso, Lucy Fenech, la quale giudica illegittimo il documento presentato a luglio scorso dai consiglieri ex Udc (oggi “Centristi per la Sicilia”) e Ncd, per il fatto che le 16 firme necessarie ad avviare l’iter della sfiducia non sono state apposte contemporaneamente su quell’atto ma a distanza di mesi le une dalle altre. La consigliera accorintiana, ritenendo anomala la procedura seguita, ha voluto sottolineare che un atto così importante, destinato ad incidere sulle sorti della città, non dovrebbe essere sfiorato da alcun dubbio di legittimità. La sua tesi è stata peraltro sposata dai consiglieri Carlo Abbate (Gruppo Misto) e Angelo Burrascano (Il Megafono) e Pio Amadeo (Sicilia democratica). Per la Fenech come per altri consiglieri – ad esempio Elvira Amata, che è assolutamente contraria alla sfiducia – il documento depositato a luglio è inoltre anacronistico dal punto di vista politico ed amministrativo, essendo venute meno, in questi mesi, alcune delle motivazioni elencate a supporto della sfiducia (come ad esempio l’assenza dei bilanci).

Nel suo intervento, Le Donne ha tuttavia ribadito la legittimità del documento, ma ha lasciato liberi i consiglieri comunali di chiedere un eventuale parere alla Prefettura o alla Regione. Il consigliere Fabrizio Sottile ha invitato la presidente Barrile a calendarizzare la delibera al più presto. Salvo clamorosi colpi di scena, la mozione di sfiducia sarà all’ordine del giorno dei lavori del Consiglio Comunale entro il 18 febbraio e a quel punto ciascun consigliere dovrà gettare la maschera davanti alla città e dire se vuole sfiduciare Accorinti o mantenerlo in sella, assicurando la stessa sopravvivenza del Consiglio comunale e mettendo in cassaforte il mandato elettorale, la cui conclusione naturale è prevista nel 2018.

Affinché la sfiducia passi servono 27 voti favorevoli, ma è un dato inconfutabile che in questi tre anni e mezzo 27 consiglieri si sono visti raramente in Aula. Il primo ostacolo da superare sarà quindi il numero dei presenti in occasione della seduta dedicata alla sfiducia. Dal 2013 ad oggi, questo Consiglio Comunale – che non ha certo brillato per meriti politici – si è infatti laureato campione di “assenteismo”, lasciando a 18-20 consiglieri, sempre gli stessi, la responsabilità di votare gli atti.

Danila La Torre

12 commenti

  1. MessineseAttento 24 Gennaio 2017 19:03

    Io non conosco personalmente Accorinti, ma sono certo che questo teatrino, unito alla sentenza di ieri, che ha sì condannato Genovese, ma ha anche cancellato in un sol colpo un’intera cricca di personaggi politici che vivevano nella sua ombra, lo stia facendo gongolare. Una campagna elettorale potentissima ed a costo zero, che vede, da una parte un sindaco messo sotto accusa per le bufalotte, dall’altra i milioni di euro pubblici distratti ed un consiglio quasi interamente sotto accusa, anch’esso per truffa. Cari cittadini, non credete alla favola delle poltrone, la sfiducia non sarà portata avanti perché in questo momento Accorinti rivincerebbe le elezioni con un plebiscito!

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  2. MessineseAttento 24 Gennaio 2017 19:03

    Io non conosco personalmente Accorinti, ma sono certo che questo teatrino, unito alla sentenza di ieri, che ha sì condannato Genovese, ma ha anche cancellato in un sol colpo un’intera cricca di personaggi politici che vivevano nella sua ombra, lo stia facendo gongolare. Una campagna elettorale potentissima ed a costo zero, che vede, da una parte un sindaco messo sotto accusa per le bufalotte, dall’altra i milioni di euro pubblici distratti ed un consiglio quasi interamente sotto accusa, anch’esso per truffa. Cari cittadini, non credete alla favola delle poltrone, la sfiducia non sarà portata avanti perché in questo momento Accorinti rivincerebbe le elezioni con un plebiscito!

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  3. attack!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  5. Non si lascia una liana senza prima essere sicuri di potersi far reggere da un’altra.

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  6. Non si lascia una liana senza prima essere sicuri di potersi far reggere da un’altra.

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  7. V per vendetta2 24 Gennaio 2017 20:56

    Non abbiate timore, sono certo che mancherà un puntu e na figura x la sfiducia.

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  8. V per vendetta2 24 Gennaio 2017 20:56

    Non abbiate timore, sono certo che mancherà un puntu e na figura x la sfiducia.

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  9. Certamente con mille difficoltà per le RUBERIE precedenti passate in giudicato con le sentenze, Accorinti intanto è onesto e non mi sembra poco… E poi tra parco autobus rinnovato, bilancio 2017 esitato e stabilizzazione precari ha fatto abbastanza.

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  10. Certamente con mille difficoltà per le RUBERIE precedenti passate in giudicato con le sentenze, Accorinti intanto è onesto e non mi sembra poco… E poi tra parco autobus rinnovato, bilancio 2017 esitato e stabilizzazione precari ha fatto abbastanza.

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  11. Onesto? Ah…..

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  12. Onesto? Ah…..

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