L'assessore Caruso: "Abbiamo tanti luoghi da proporre e il turismo religioso sta prendendo sempre più piede". Ecco quali sono i soggetti
MESSINA – La promozione del territorio, anche a livello culturale, passa dal “fare rete”. Una frase che nel corso degli ultimi anni è stata pronunciata tante volte e in diversi ambiti e che ora prende corpo anche tra i musei. L’assessore alla Cultura e al Turismo Enzo Caruso, durante la seduta odierna della quinta commissione consiliare presieduta da Raimondo Mortelliti, ha spiegato che l’amministrazione, anche con il portale VisitMe, firmerà con diversi enti museali e realtà del territorio, private e civiche, una sorta di convenzione per la creazione di una Rete civica dei musei messinesi. L’obiettivo è quello di promuovere maggiormente anche le realtà più piccole, soprattutto in chiave turistica.
Caruso: “Tante realtà da promuovere”
Caruso ha spiegato: “La necessità di mettere i musei in rete deriva da un bando Anci che parlava di musei civici ma presentava a Messina solo il museo regionale. Ci è stato detto che costruendo una rete tra le nostre realtà potremo dare maggiore risalto a tutte noi. Le realtà sono 12 e ho proposto una convenzione da sottoscrivere con il Comune. I soggetti non si assoggetteranno a un nuovo regolamento, saranno liberi ed entreranno nel portale VisitMe e poi nella rete Anci. Tra queste realtà ce ne sono sia private sia afferenti alle istituzioni. Ci sono ad esempio il Museo della Basilica di Sant’Antonio e quello dello Spirito Santo, due realtà importanti visto che siamo una città di Santi. Ne abbiamo tanti da vantare e il turismo religioso sta prendendo piede insieme a quello delle radici, legato ai tanti immigrati siciliani andati via dall’isola nel corso di oltre un secolo”.
I soggetti da inserire nella rete civica
Nell’elenco dei soggetti figurano il museo della Fauna dell’Unime, il museo di Cultura e Musica dei Peloritani dell’associazione Kiklos, il parco-museo di Forte Cavalli, il museo del Grano, quelli della Basilica di Sant’Antonio, della chiesa dello Spirito Santo, del Santuario di Montalto, del Seminario arcivescovile e del Novecento, il Tesoro del Duomo e quello di San Placido, l’Ignatianum, il Macho – Parco Horcynus Orca, “I Ferri d’u misteri” a Castanea, “La Factory” di Linda Schipani, quello di Gesso su tradizioni, pupi e carretto, quello delle Carrozze dell’Asd Cocchieri e Groom dello Stretto, l’associazione Amici del Museo e il museo dei Pupi Gargano. A questi si aggiungono le esposizioni della Soprintendenza, della Galleria della Provincia e della Galleria d’arte moderna al Palacultura, della Vara e Giganti, Antiquarium del Comune.
Alcuni di questi, come l’Antiquarium, sono ancora in allestimento e non aperti al pubblico. L’idea resta quella di mostrare all’esterno le tante realtà di cui dispone Messina, tra musei, chiese e fortificazioni. Un obiettivo che va di pari passo anche con le altre reti che con VisitMe si cercano di mettere a regime, come quella legata al marchio di qualità da fornire agli esercenti, di fatto ancora in fase di studio.

Finalmente!!! era ora, per sfatare la famosa frase “A Messina non c’è nenti”, invece abbiamo qualcosa e va giustamente valorizzata perchè può essere anche fonte di occupazione lavorativa.