Così si intitola un brano contenuto in un album che vorrei farvi conoscere. I protagonisti di questo disco non sono proprio delle cavallette, se non per la loro abilità di saltare sui prati musicali, posandosi una volta su un genere, una volta su un altro. I messinesi Raffaele, Sergio, Gipo, Giuseppe e Gaetano, in arte “La Muga Lena”, non sono per l’appunto delle cavallette ma si avvicinano molto proprio per tutte le contaminazioni presenti nel loro primo album: “Ciarlatani di Brasiliana Memoria” (2007). La band nasce nel 2002 e decide immediatamente che le canzonette strofa-ritornello non fanno per lei. E allora questi impavidi musicisti si distaccano dalla canzone tradizionale per rifugiarsi in un mondo fatto di specchi che riflettono i colori delle loro idee. Iniziano a raccontare, attraverso la loro musica, ciò che vedono riflesso su quegli specchi, raccontando non solo le luci ma anche le ombre. Cominciano a chiedersi quante cose si possano fare con gli strumenti che possiedono: le chitarre di Raffaele e Sergio, il basso e il synth di Gipo, la batteria di Giuseppe e la voce e la terza chitarra di Gaetano. Ama sperimentare “La Muga Lena”. E lo fa in ogni brano dell’album che potete ascoltare in parte su www.myspace.com/lamugalena. Le canzoni hanno un’anima rock, talvolta rivestita dalla stoffa del progressive, talvolta della psichedelia. Molta cura è dedicata alla melodie, particolari e mai scontate. Pur mischiando tante sfumature musicali riescono comunque ad emergere con la loro originalità. Assaggiando la loro musica si sente il sapore dei King Crimson, degli Area, ma il sapore più forte della pietanza resta sicuramente il suono inedito della band.
Alessandra Basile
