A Ucria -Ludovico salva Messana dai Turchi-

A Ucria -Ludovico salva Messana dai Turchi-

Redazione

A Ucria -Ludovico salva Messana dai Turchi-

giovedì 12 Luglio 2007 - 09:26

Nell’ambito del ricco cartellone estivo dell’Ente Parco dei Nebrodi -Nebros-Il palco di Pan- si svolgerà oggi alle ore 21 ad Ucria sul sagrato della Chiesa dell’Annunziata lo spettacolo dell’Opera dei Pupi di Venerando Gargano -Ludovico salva Messana dai Turchi-. Uno spettacolo “grosso-, come viene definito nel gergo dei pupari, che racconta in un imprecisato ‘700 quando l’antica Messina fu presa dai Turchi capeggiati dal ferocissimo Zanicchi. Il coraggio opposto da Berardo, Governatore di Messana, e dai suoi cavalieri sembra infrangersi davanti alla schiacciante superiorità dei nemici; fino all’intervento divino che spingerà il giovane cavaliere Ludovico, figlio di Berardo, a scagliarsi da solo contro il Fenerale turco e il suo esercito. La famiglia Gargano è l’ultima famiglia di pupari sopravvissuta a Messina. Venerando e Giorgio Gargano sono la quinta generazione di una tradizione di opranti risalente all’800, quando l’Opra era la forma di intrattenimento più diffusa in Sicilia. Un microcosmo capace di effetti speciali carichi di suggestioni, un mondo di colori che unisce lo svago più genuino alla storia travagliata della nostra terra. E i pupi diventano, in questo scenario, le incarnazioni delle nobili qualità che albergano negli antichi eroi della nostra Sicilia. Lo spettacolo sarà ospitato nel piccolo sagrato “pensile- antistante la facciata della chiesa quattro-cinquecentesca dedicata all’Annunziata che sorge nella parte bassa dell’abitato di Ucria, in vista della valle ammantata da boschi di noccioli. Lo slargo, recentemente restaurato, è connotato dalla bella pavimentazione in basole di pietra e dal prezioso portale con figure di Angeli a rilievo e leoni reggistemma. Il monumento costituisce, a valle, la terminazione di un fitto tessuto medievale composto da casette basse e compatte, magistralmente organizzate lungo le curve di livello del pendio a partire dalla ricolonizzazione del sito, avviata dopo la concessione del castello e del feudo ad Abbo Barresi (1109).

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