Francofonte, il sindacato della polizia municipale (SILPoL) risponde alle accuse del sindaco Castania.

Francofonte, il sindacato della polizia municipale (SILPoL) risponde alle accuse del sindaco Castania.

Francofonte, il sindacato della polizia municipale (SILPoL) risponde alle accuse del sindaco Castania.

sabato 23 Gennaio 2010 - 15:16

Per potere capire quello che sta accadendo a Francofonte tra il sindaco Giuseppe Castania e la Polizia municipale e rappresentare il tono dei rapporti istituzionali che intercorrono tra loro, è necessario fare qualche breve passaggio sulla delicatissima questione, che sta investendo i rapporti tra il Sindaco, i Vigili urbani e la Procura della Repubblica di Siracusa.

Nel 2007 il sindaco presentò un esposto presso la Procura della Repubblica di Siracusa contro il Corpo della polizia municipale, per presunte inefficienze nei servizi. Venne avviata un’inchiesta, che si è conclusa recentemente con il rinvio a giudizio di tutti gli agenti e di quattro ausiliari della sosta. Da questo momento in poi, la questione avrebbe dovuto essere mantenuta nella giusta riservatezza e ad un grado di decoro tali da evitare speculazioni di ogni genere, dal momento che si tratta di organi pubblici, i quali svolgono una funzione e dei compiti istituzionali particolari, che pongono la Polizia municipale non solo in un rapporto diretto con la Procura e la Prefettura, ma naturalmente anche con lo stesso Sindaco.

Costui a dispetto di tutto ciò, in occasione della visita del Prefetto di Siracusa venuto a Francofonte il 15 Gennaio scorso, ha inviato un comunicato stampa, nel quale fa una dichiarazione dai toni sicuramente non distensivi ed improntata ad una crassa provocazione, laddove parla di “una falla” nel Corpo dei vigili urbani caratterizzata da una dicotomia tra gli stessi addetti che intralcerebbe di fatto un’azione operativa unitaria ed efficace – http://www.giornaledisiracusa.it/politica/9685-lobiettivo-e-combattere-la-criminalita-incontro-con-il- prefetto-floreno.html -.

Inoltre, durante l’incontro con il Prefetto, in presenza dei vertici provinciali delle Forze di polizia, dei consiglieri comunali e di altri soggetti estranei all’apparato comunale, succede che tra gli intervenuti si anima inopportunamente un dibattito su temi assolutamente non consoni con la finalità della visita del Prefetto, allorquando si discute contro il consiglio comunale e contro i lavoratori dipendenti nel silenzio tombale di coloro che, in quella sede, avrebbero potuto avere diritto di replica.

A distanza di qualche giorno, la Segreteria provinciale di Siracusa del Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia Locale (SILPoL) è intervenuta proprio in merito a questa situazione, diramando un comunicato stampa col quale stigmatizza la dichiarazione del sindaco e quanto avvenuto nell’incontro, esprimendo il proprio rammarico e la propria indignazione e solidarizzando con la Polizia Municipale di Francofonte.

Il Silpol nella nota fa presente che durante quell’incontro è stato lasciato “spazio a dichiarazioni improprie con le quali taluni hanno argomentato in maniera irriverente la delicatissima questione, che sta investendo i rapporti tra il Sindaco, la Polizia Municipale e la Procura di Siracusa-.

Ed ancora, la segreteria provinciale sostiene che “mediante le considerazioni o gli apprezzamenti esternati nei confronti degli operatori della Polizia Locale di Francofonte da parte di chi non conosce le delicate questioni trattate, ovvero dimentica le proprie responsabilità su certe disfunzioni, qualcuno sta tentando di delegittimare una categoria di lavoratori, che continua a svolgere il proprio ruolo a tutela del territorio, nonostante sia sottoposta al linciaggio quotidiano da chicchessia, con l’assenso dello stesso sindaco di Francofonte che, come ha dimostrato col suo comunicato stampa, continua a non disdegnare attacchi gratuiti ed indecorosi alla sua Polizia Municipale di cui, per la carica, è in prima persona responsabile”.

Inoltre continua la nota, “la dichiarazione del Sindaco, indubbiamente forte, è del tutto ingiustificata e le accuse lanciate nei confronti dei Vigili Urbani sono prive di fondamento. Se egli pensa che ci siano delle responsabilità nella -falla- da lui denunciata, queste possono essere addebitate al Comandante ed a lui stesso, visto che detiene la delega alla polizia municipale da ben sette anni, senza avere mai indicato un programma ed avere dato direttive in funzione di questo.”

In pratica, se il sindaco continua fino ad oggi a lamentare dei disservizi o delle inefficienze farebbe molto meglio, nell’ambito dei suoi poteri, a rivolgersi al soggetto da lui direttamente e funzionalmente dipendente, e dunque al comandante dei vigili urbani, che tra l’altro è stato chiamato a svolgere questo importante ruolo sulla base di una scelta fiduciaria operata dal sindaco stesso – http://www.comune.francofonte.sr.it/public/ds/dsn11-09.pdf

Nella stessa riunione sono stati messi in discussione persino gli strumenti di democrazia partecipativa, come la salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori, il diritto all’appartenenza sindacale e l’uso legittimo della capacità negoziale dei rappresentanti sindacali. Tutto questo come se in realtà la libertà dei lavoratori di organizzarsi nei sindacati, ovvero di replicare riguardo a specifiche problematiche contrattuali ed organizzative trascurate dall’amministrazione comunale, se non addirittura irrise, costituisse un serio problema per burocrati e proconsoli, così da essere oggetto di critica bieca e gratuita, quasi in tono inquisitorio.

Insomma, pare proprio che ci sia stato qualcuno che si è accanito contro la polizia municipale e gli altri lavoratori dipendenti con inattendibili quanto improduttivi giudizi in una sede inadeguata, approfittando del ruolo ricoperto, e senza che essi avessero una possibilità di replica, col rischio quindi di alimentare solo odio e disprezzo verso coloro ai quali sono stati rivolti.

In definitiva, quanto sta accadendo a Francofonte tra il sindaco e la polizia municipale serve solo a disorientare i cittadini, a diffondere un grave senso di incertezza e di sfiducia verso le istituzioni locali, ma soprattutto da il senso di come -certa politica- voglia a tutti i costi occupare spazi, che non le appartegono, nel tentativo di ridurre al silenzio chi non intende omologarsi.

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