Teatro Vittorio Emanuele: lettera aperta alla città

Teatro Vittorio Emanuele: lettera aperta alla città

Rosaria Brancato

Teatro Vittorio Emanuele: lettera aperta alla città

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giovedì 31 Gennaio 2013 - 17:09

Le 4 sigle sindacali (Cgil, Uil, Cisal e Sadirs) che al fianco dei lavoratori presidiano il Teatro Vittorio Emanuele hanno scritto una lettera aperta che sarà affissa su tutti i muri della città. "Ci sono responsabilità che non devono essere dimenticate".

Là dove non hanno potuto i Maya ci sono riusciti i dirigenti che dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele. Senza bisogno di Profezie. A sostenerlo, nero su bianco e su manifesti affissi su tutti i muri della città sono le 4 sigle sindacali che da settimane presidiano il Teatro a fianco dei lavoratori: Slc-Cgil, Uilcom-Uil, Fials-Cisal, S.A.Di.R.S. E’ una lettera aperta indirizzata ai messinesi ed alla “buona politica” “perché quella “cattiva” –si legge- ha messo in ginocchio Messina e continua ad operare in maniera subdola e strisciante ai danni dei lavoratori del Teatro e di coloro che amano e vivono con il teatro e con la cultura”.

A spingere sindacati e lavoratori a scrivere una lettera aperta è stata la necessità di ribadire alcuni punti poco noti soprattutto in merito alle responsabilità.

Giuseppe Di Guardo, Tavilla, Smiroldo e Di Guardo nel manifesto hanno voluto chiarire quali sono in questa vicenda le vittime e quali i responsabili.

“Stiamo attenti, dire che le colpe sono tutte della Regione che ha operato i tagli- spiegano- ci porta nella direzione sbagliata. Dobbiamo attribuire le responsabilità a coloro che si sono macchiati della presunzione di sapere e volere fare quando invece non sono stati capaci di espletare l’ordinario ed hanno determinato in un triennio una gestione intrisa d’incapacità tanto da portare il Teatro verso il baratro”.

I tagli della Regione, in sostanza, secondo i sindacalisti, hanno solo evidenziato quanto stava dietro, acuendo una situazione drammatica causata dal Cda e dal Presidente Ordile che ad esempio, si ricorda nella lettera, inspiegabilmente nel 2010 ha rispedito a Palermo la pianta organica piuttosto che approvarla. Sempre il Cda su due bilanci, 2010 e 2011 ne ha esitato solo uno scaricando poi la responsabilità dei mancati contributi solo alla Regione che invece ha chiuso i rubinetti solo in seguito a queste carenze. Le vittime, si legge nel manifesto, sono i lavoratori in organico, sono i precari che ormai sperano in appena 30 ore per l’intero 2013, sono gli orchestrali, ad appena 40 giorni di lavoro, sono le maestranze, le compagnie ancora non pagate, i fornitori, sono quei dipendenti che da 25 anni vengono retribuiti come uscieri e centralinisti ma svolgono ben altre mansioni.

“Le vere vittime- scrivono i sindacati- non hanno padrini e non appartengono ai poteri occulti che garantiscono favori e prebende, come una recente intervista ne ha decantato l’utilità. Hanno invece la necessità di certezze sul futuro e di avere dirigenti competenti”. Anche l’arrivo di oltre 3 milioni di euro, conti alla mano, non basterebbe a risolvere un buco che nel 2012 supera i 5 milioni. Ma i maggiori timori di quanti continuano, tutti insieme, il presidio al Vittorio, sono legati alle strane manovre che la “politica” continua a mettere in atto e che sono manovre, come il passo del gambero, che portano indietro e non verso il futuro.

“Stiamo assistendo in questi giorni alla mobilitazione della peggiore macchina politica che si muove a difesa della dirigenza dell’E.A.R. che come si sa viene nominata per le “appartenenze” e non per le competenze. Questa politica “malata” sta mettendo in campo tutto il peggio del repertorio”. Da qui la scelta di continuare il presidio al Teatro, continuare la battaglia per un diritto che appartiene a tutta la città e continuare a chiedere a Crocetta un intervento immediato per riportare la cultura al centro di un progetto.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. Mi sbaglio o delle sigle sindacali ne manca una? La CISL che fine ha fatto?Si dissocia?E’ favorevole?E’ contraria?Insomma: qual’è la sua posizione?Il suo mandato è quello di difendere la posizione dei lavoratori o quella dell’Ente?

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