Unione del Nisi, sei anni di immobilismo. Un fallimento di cui non si vuol prendere atto

Unione del Nisi, sei anni di immobilismo. Un fallimento di cui non si vuol prendere atto

Giusy Briguglio

Unione del Nisi, sei anni di immobilismo. Un fallimento di cui non si vuol prendere atto

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venerdì 04 Settembre 2015 - 11:43

Il circolo Pd di Nizza di Sicilia ad oggi preferisce l’alternativa: aderire all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche e dei Peloritani e ha presentato richiesta affinché il suddetto punto venga inserito tra gli argomenti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale nizzardo

L’Unione dei Comuni della Valle del Nisi si è rivelata un fallimento. Sarebbe più semplice prenderne atto e tornare sui propri passi. Si perpetra, invece, dal 2009 un tentativo disperato di mettere in moto l’Ente e, nonostante gli insuccessi raccolti anno dopo anno, le amministrazioni non si arrendono neanche di fronte all’evidenza. Il mese di marzo è stato cruciale per capire che far partire l’Unione è una missione impossibile: di mezzo ci sono troppi “se” e troppi “ma” che non aiutano a districare il groviglio, ma da Fiumedinisi, Nizza e Alì Terme si propaga una tenacia al limite dell’accanimento. Le ultime riunioni, oltre a rivelare il disinteresse del Comune di Alì verso la questione, non sono state risolutive. E le ipotesi, dopo sei anni di immobilismo, non possono bastare.

Il circolo Pd di Nizza di Sicilia ha sostenuto questo meccanismo, cercando di trovare una soluzione, ma ad oggi preferisce l’alternativa: aderire all’Unione dei Comuni delle Valli Joniche e dei Peloritani e ha presentato richiesta affinché il suddetto punto venga inserito tra gli argomenti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale nizzardo. Sulla questione, sarebbero sicuramente d’accordo i consiglieri di minoranza che, in passato, avevano già avanzato la stessa idea.

Non la pensano allo stesso modo i promotori dell’Unione del Nisi che osteggiano fortemente la possibilità di unirsi con i colleghi da Roccalumera a Forza d’Agrò. La provincia jonica rimane spaccata a metà: ma mentre nella valle nisana, le amministrazioni rimandano obiettivi importanti e si isolano in un momento in cui la forza dei Comuni dipende dalla capacità di gestire in maniera associata i servizi fondamentali, superato il confine nizzardo l’Ente presieduto da Domenico Prestipino avanza seguendo precise linee guide: innovazione, idee chiare e un’azione congiunta.

L’impressione è che Nizza, Fiumedinisi e Alì Terme stiano sprecando un’opportunità e non per reali motivazioni, ma per una questione di principio che appare ridicola di fronte alle necessità del territorio.

Giusy Briguglio

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