Il commissario dell’Asp5 Poli “nel mirino” dei sindacati che chiamano in causa la Corte dei Conti

Il commissario dell’Asp5 Poli “nel mirino” dei sindacati che chiamano in causa la Corte dei Conti

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Il commissario dell’Asp5 Poli “nel mirino” dei sindacati che chiamano in causa la Corte dei Conti

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sabato 24 Marzo 2012 - 10:35

Fp Cgil, Cisl Fp e UilPa, chiede di verificare la legittimità della nomina di Poli, già Dg dell'ospedale Cannizzaro di Catania, commissario dell’ASP di Messina. Sotto esame anche responsabilità amministrative e contabili sull’operato dell’Azienda Sanitaria

Che il rapporto tra la sanità messinese e il mondo sindacale non sia mai stato idilliaco non è certo un mistero. E al centro delle discussioni c’è spesso stata l’Azienda Sanitaria Provinciale che sia con il precedente commissario, sia con quello attuale, fresco di nomina, Francesco Poli, continua ad essere nel “mirino” delle organizzazioni di categoria. E questa volta si fa sul serio, perché il fronte è compatto. I segretari generali della Fp Cgil, Crocè, della Cisl Fp, Emanuele e della UilPa, Calapai, chiamano in causa la Corte dei Conti a cui hanno presentato richiesta ufficiale di “accertamento delle responsabilità amministrative e contabili e della nomina del Commissario dell’ASP5”.

Incredibile ma vero, quasi fosse un incantesimo tutto messinese, nella vicenda relativa alla nomina, il problema potrebbe essere sempre quello di un “doppio incarico”. Ma vediamo perché. Le osservazioni dei sindacati muovono da quanto previsto dall’art.3 bis comma 8 del decreto legislativo 502/1992, poi modificato dal decreto legislativo 229/1999, che nell’ambito del riordino della disciplina sanitaria prevede disposizioni ben precise anche rispetto alla nomina degli incarichi “superiori”: “Il rapporto di lavoro del direttore generale, del direttore amministrativo e del direttore sanitario – si legge – e' esclusivo ed e' regolato da contratto di diritto privato. La carica di direttore generale è incompatibile con la sussistenza di altro rapporto di lavoro, dipendente o autonomo”. L’esatto opposto di quanto invece avviene per il commissario Poli: quest’ultimo, infatti, come spiegato dai sindacati, nominato a Messina nel settembre del 2011, ricopriva e ricopre incarico di Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Cannizzaro di Catania.

Ma il “cortocircuito” non riguarda solo l’investitura di Poli, bensì che alcuni incarichi per attività inerenti l’attività dell’Asp di Messina, che lo stesso avrebbe conferito all’esterno senza avvalersi di figure interne. “Il predetto Commissario Straordinario dell’ASP di Messina – si legge -con deliberazioni n. 3372 del 21/10/2011 e n. 3563 del 4/11/2011 ha successivamente conferito due incarichi di Dirigenti Amministrativi, ai sensi dell’art. 15-septies comma 2 del D.Lgs 502/92”. Altro aspetto ancora riguarda invece la convenzione con l’Azienda Ospedaliera di Catania, adottata con deliberazione n.3275/CS del 11/10/2011, (ricordiamo rappresentata dallo stesso Poli) per avvalersi della collaborazione del Responsabile del Settore Economico Finanziario dell’Azienda Ospedaliera, per la durata di 6 mesi e per l’ importo di euro 15.000,00 più IVA. “In quest’ultimo caso – scrivono i sindacati – è stato omesso, invece, ogni riferimento alla necessità della preventiva autorizzazione a stipulare un contratto con se stesso prevista dall’art. 1395 del Codice Civile né risultano esplicitate, all’interno della convenzione, le motivazioni per le quali poteva essere esclusa in radice la possibilità di un conflitto di interessi”.

Sono queste la principali ragioni che hanno spinto i sindacati a chiamare in causa il Procuratore della Corte dei Conti, al quale spetterà accertare eventuali violazioni di legge connesse all’esclusività del rapporto di lavoro ed eventuali responsabilità amministrative e contabili relative alle nomine fiduciarie summenzionate”. Le organizzazioni di categoria chiedono infine diaccertare eventuali responsabilità amministrative e contabili determinate dall’ingente contenzioso costato all’ASP di Messina milioni di euro per capitali, interessi e spese legali liquidati ai dipendenti dell’ASP a causa della soccombenza in centinaia di giudizi instaurati per esigere la liquidazione del salario accessorio di produttività non corrisposto per gli anni dal 1999 al 2002. “Il diritto di migliaia di ricorrenti alla corresponsione delle somme indebitamente sottratte – concludono i sindacati – è stato riconosciuto da numerosi Giudici del Lavoro, determinando danni ingenti alle casse dell’ASP contribuendo in maniera consistente al dissesto finanziario dell’Azienda”. (EDP)

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