Al Teatro Vittorio Emanuele il commissario è ancora una presenza "fantasma"

Al Teatro Vittorio Emanuele il commissario è ancora una presenza “fantasma”

Rosaria Brancato

Al Teatro Vittorio Emanuele il commissario è ancora una presenza “fantasma”

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mercoledì 17 Ottobre 2012 - 09:22

La Regione ha scelto il commissario per l’ente teatro, ma nei fatti ancora non può insediarsi perché l’iter è appena all’inizio e la giunta non riuscirà a firmare l’atto entro le elezioni.

Il commissario per il Vittorio Emanuele c’è ma non c’è. O meglio c’è nelle intenzioni e nella nomina dell’assessore regionale Daniele Tranchida ma il provvedimento è ancora per strada. La nomina dell’avvocato Fulvio Cintioli quale commissario del Consiglio dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele è approdata solo due giorni fa all’attenzione dell’Ars, che è solo la prima tappa della trafila. L’ufficio di Presidenza infatti deve trasmetterla alla Commissione Affari Istituzionali che deve poi esprimere il parere, ed ha 15 giorni di tempo per farlo. La Commissione rispedisce l’atto alla giunta che alla prima seduta utile dovrà firmarlo e renderlo esecutivo. Calendario di ottobre alla mano è impossibile che tutto ciò avvenga entro il 28 ottobre data delle elezioni. Oltre quella data ci sarà un nuovo governo. Quindi nuova giunta, nuovo giro, anche di nomine. E’ inoltre assai improbabile che l’Ars, con tutti e 90 o quasi deputati uscenti impegnati nella campagna elettorale, abbia modo e tempo per affrontare l’ordinaria amministrazione e fissare una seduta di commissione a meno di 10 giorni dalle regionali. La testa, e il corpo, sono altrove. Un altro aspetto della nomina commissariale riguarda il fatto che è stato commissariato solo il Consiglio dell’Ente e non il Presidente o l’Assemblea dei soci. Chi invece è operativo è l’altro commissario ad acta, quello nominato a luglio per la pianta organica e la questione orchestrali e personale. Di Miceli ha incontrato i rappresentanti sindacali di categoria Cgil, Cisl, Uil,Cisal, SA.Di.R.S. per affrontare le problematiche ancora aperte. I sindacati hanno sottolineato come oltre 20 anni di inadempienze e silenzi della politica abbiano resa drammatica la situazione occupazionale, aggravata dal fatto che la Regione non ha dato un solo euro in più di finanziamenti ed anzi abbia tagliato le risorse.

“In questo contesto-scrivono Di Guardo, Allegra, Tavilla, Smiroldo– il baricentro delle attività si è assestato negli altri due poli culturali per antonomasia: Taormina e Tindari. Queste due realtà sono state attenzionate dalle circuitazioni degli spettacoli curati dalla Regione. Sono queste le motivazioni che hanno relegato la struttura del Vittorio ai margini del sistema economica”.

Il guaio è che oggi, nel fotografare la realtà si tende a strumentalizzarla, tirando la corda ora da un lato ora da un altro. In vista c’è solo una lenta agonia.

“Ma noi-proseguono i sindacati-non siamo qui a suonare il requiem del Teatro, è arrivato il tempo di porre il cambiamento al primo posto, attraverso un piano di rilancio che doti l’Ente di risorse adeguate, consentendo anche la programmazione di promozione nelle scuole, nei quartieri e l’uso, ad esempio della cintura dei Castelli o il teatro in Fiera”.

Le organizzazioni sindacali propongono anche l’utilizzo dell’Orchestra su tutto il territorio provinciale e la programmazione di iniziative, in collaborazione con i sindaci dei Comuni interessati, da mettere a disposizione dei turisti e dei croceristi per l’accoglienza. La futura pianta organica deve tenere conto di questi obiettivi e non essere dettata solo dai numeri. Il messaggio è diretto non solo al commissario ad acta Di Miceli quanto a chi verrà chiamato a rappresentare Messina all’Ars.

Rosaria Brancato

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