I binari paralleli del Messina e di Messina. E' l'ora di grandi sogni per tornare in tutte le serie B

I binari paralleli del Messina e di Messina. E’ l’ora di grandi sogni per tornare in tutte le serie B

Rosaria Brancato

I binari paralleli del Messina e di Messina. E’ l’ora di grandi sogni per tornare in tutte le serie B

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lunedì 23 Maggio 2016 - 22:10

C'è una strana similitudine tra l'attuale situazione dell'Acr Messina e quella di Messina. La città vuol tornare in serie B e non solo nel calcio, ma è come se il tempo si fosse fermato a 10 anni fa.

Lo sport è spesso specchio della vita, della società. C’è una similitudine tra l’Acr Messina e Messina città, ed aveva ragione Proto nel suo amaro sfogo quando scriveva che il Messina è rimasto fermo a 10 anni fa, e che il dopo Franza non c’è ancora stato.

In fondo è vero, il Messina calcio è fermo a 10 anni fa ed anche Messina è rimasta ferma al 2006 ed i ripetuti tentativi di rinascita sono stati come una sorta di “montagne russe”, un percorso ad ostacoli fatto di tante cadute e di tanti disperati tentativi di rialzarsi. In 10 anni ad esempio, abbiamo avuto ben 2 commissariamenti e 3 sindaci, per un totale di 5 “piloti” alla guida della macchina comunale. Dieci anni dopo non riusciamo ancora a rialzarci, siamo ultimi in ogni classifica, dalla qualità della vita alla gestione dei rifiuti, lottiamo disperatamente per non retrocedere sia nel calcio che nelle più disparate classifiche. Facciamo salti di gioia se “strappiamo” un punto a un comune della Calabria e restiamo saldamente penultimi.

Una caduta negli inferi che abbiamo vissuto anche con l’Acr Messina dopo l’addio al calcio che conta. Abbiamo guardato in faccia ogni gradino che ci portava in basso ed ogni volta sembrava più dura da digerire. Ma la serie B, dopo gli anni dei Franza, è ancora lontanissima. La vicenda paradossale della trattativa in corso è emblematica di una città che ha paura di volare, e che preferisce restare ancorata ai propri limiti.

Invece arriva un momento in cui ognuno deve fare la sua parte per il bene di una comunità, anche se questo equivale a fare un piccolo passo indietro, un sacrificio personale, una rinuncia all’orgoglio.

Ma se si intravede la luce non si devono chiudere gli occhi.

Da messinese e da inguaribile ottimista ho apprezzato moltissimo la decisione di un imprenditore del calibro di Francesco Barbera di scommettersi in quest’avventura. Non penso che ci siano bisogno di dettagli per sapere quanto hanno fatto per Messina i Barbera imprenditori, i Barbera messinesi nel senso pieno ed orgoglioso del termine.

Per molto tempo hanno preferito non “entrare in campo” in senso calcistico, ma adesso si sono rimboccati le maniche e con la serietà che li contraddistingue hanno deciso che era arrivato il momento di dare il loro contributo. L’hanno fatto insieme ad altri imprenditori messinesi che hanno aderito alla cordata e con Franco Proto, che, parafrasando lo slogan di Leoluca Orlando sindaco, “il calcio lo sa fare”.

Da imprenditori seri e concreti non hanno fatto promesse che non potrebbero mantenere,si sono affidati solo ed esclusivamente al valore delle parole messe nero su bianco e affidate ad un avvocato, Bonaventura Candido. Niente fronzoli, nessun giro di parole, solo una proposta concreta, dettagliata, chiara.

Per provare a spiccare il volo serve un aereo che sappia sollevarsi dal terreno, serve il carburante, servono piloti, hostess, tecnici, meccanici. Il collante che ha unito questa cordata è l’amore per Messina, la voglia, nonostante i polverosi campi di serie D, nonostante le umiliazioni di 10 anni, nonostante le lacrime nascoste quando si cadeva sempre più in basso, di provare a rialzarci sognando un po’ di più.

Se vuoi volare devi avere grandi sogni e questo vogliono fare Barbera & soci. Affondare il tentativo, l’unico, che oggi ci può consentire di sognare molto più di una salvezza strappata alla sorte, è incomprensibile. L’attuale dirigenza ed il presidente Stracuzzi hanno fatto tantissimo, è stato un anno complesso che si è concluso con un miracolo. Ora si tratta di fare molto di più. Ora è il momento di provarci davvero a chiudere con questi 10 anni di un dopo Franza che non è mai iniziato. Non si tratta di disconoscere i meriti di chi tanto ha fatto in quest’anno terribile, ma di aprire la porta alla spinta finale, coraggiosamente.

Non è neanche solo una questione di soldi, ma di organizzazione, di modo di pensare, di come la nuova cordata sta immaginando il futuro a breve ed a lungo termine. Non si tratta di vivacchiare o provarci. I Barbera non hanno costruito la loro azienda con questi criteri e non sono sul mercato internazionale perché hanno applicato la logica del vivacchiare, il criterio del giorno per giorno.

La serietà della proposta presentata da chi vuol riportare il Messina in alto non può essere sbrigativamente liquidata con una serie di post su facebook che non si addicono ad una società di calcio, né con diktat che sanno di vendetta nei confronti dei dimissionari che pur in quest’anno hanno dato tantissimo.

Non si può disconoscere che il risultato finale è quello di una squadra che non sta solo nel rettangolo di gioco. Anche questo Barbera lo sa bene, il valore della squadra che comprende tutti nel grande gioco della vita. Non hanno vinto la salvezza solo un presidente ed 11 giocatori. A raggiungere il risultato sono stati tutti, dai Di Napoli ai Cocuzza a Stracuzzi, Manfredi, Argurio. Una squadra non è solo quella che sta in campo, è anche quella dietro le quinte fino al fischio finale.

Fin quando non si capisce questo, nel calcio e in città, Messina resterà ferma in una serie che non è la sua, e non sto parlando solo di sport.

Siamo l’unica città al mondo che ha “un commissario” al posto dell’arcivescovo. L’ex arcivescovo La Piana, si è dimesso 1 anno fa. Ebbene, dapprima è arrivato un amministratore ecclesiale, monsignor Raspanti che si è rivelato un toccasana. Ma era troppo bello per essere vero e infatti hanno deciso di togliercelo e di mandarci un altro “commissario”, monsignor Benigno Papa, che ha più di 80 anni. Non è dato sapere quando arriverà il nuovo arcivescovo.

Penso che sia arrivato il momento di osare e fare grandi sogni. Per farlo bisogna provare ad essere grandi uomini.

Rosaria Brancato

4 commenti

  1. Cara giornalista..tutto bello ma con un MA grandissimo… Se dietro un presidente del Messina …dietro un sindaco..dietro un arcivescovo..lo “STAFF pur capace e’ infedele non si hanno risultati e si rimane commissariati ! Non guardi il dito… Veda in lontananza ben celata..la luna

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  2. Cara giornalista..tutto bello ma con un MA grandissimo… Se dietro un presidente del Messina …dietro un sindaco..dietro un arcivescovo..lo “STAFF pur capace e’ infedele non si hanno risultati e si rimane commissariati ! Non guardi il dito… Veda in lontananza ben celata..la luna

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  3. io sono con Stracuzzi bisona andare piano piano Barbera deve accettare le richieste della societa’ attuale enon il contrario…franco proto e’ un “afffarista”

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  4. io sono con Stracuzzi bisona andare piano piano Barbera deve accettare le richieste della societa’ attuale enon il contrario…franco proto e’ un “afffarista”

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