L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto “Un cuore in stazione”. Nei locali ristrutturati verrà offerta prima accoglienza, ascolto, servizio lavaggio, stiratura degli indumenti. A gestire il Centro l’Associazione Santa Maria della Strada, (Caritas)

La scomparsa di Gao, l’arista brasiliana il cui corpo è stato ritrovato senza vita nella buia strada che attraversa la zona Falcata, ha acceso i riflettori sui tanti problemi e sulle gravi carenze che in città interessano il settore sociale. Tanti i senza tetto che girano per la città senza un punto di riferimento, ai quali risulta difficile, se non impossibile, dare un supporto, non solo “concreto” ma innanzitutto affettivo. Aspetto quest’ultimo che, purtroppo, sempre più spesso viene messo in secondo piano. Ma loro, i senza fissa dimora, è anche di questo che hanno bisogno ed è ciò che si spera possano trovare anche attraverso l’aiuto del personale e dei volontari che opereranno presso l’Help Center e Centro Diurno, inaugurato alla stazione Centrale.

L’iniziativa, pensata nel contesto delle attività organizzate in occasione della chiusura dell’anno europeo del volontariato, dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali insieme al CESV di Messina, all’Osservatorio Nazionale sul disagio nelle stazioni e alla federazione italiana degli organismi per le persone senza fissa dimora, rientra nel progetto “Un Cuore in Stazione”, cui ha aderito la Caritas diocesana di Messina, in collaborazione Ferrovie dello Stato, Enel Cuore Onlus e, appunto, con l’Osservatorio Nazionale, con sede principale alla Stazione Termini.
Quello di Messina sarà il 13^ centro in tutta Italia e sarà gestito dall’Associazione Santa Maria della Strada: diversi i servizi previsti, tra questi ascolto, counseling sui servizi socio sanitari territoriali, cura igienica della persona, servizio di lavaggio, asciugatura e stiratura degli indumenti, deposito bagagli e documenti. A benedire e inaugurare i nuovi locali, Mons. Calogero La Piana, che all’inizio del suo intervento è stato avvicinato da una signora straniera, Adriana, di nazionalità spagnola. Quest’ultima, a più riprese, in condizioni purtroppo di non piena lucidità a causa probabilmente della quantità d’alcol ingerita, ha tentato di manifestare al presule tutto il proprio malessere, creando però un po’ di scompiglio tra i presenti, che con evidente imbarazzo hanno cercato, senza successo, di “tenere a bada” Adriana. Risolutivo l’intervento di Alessandro Radicchi, presidente dell’Osservatorio nazionale sul disagio, (Onds) che “in diretta” ha fornito un esempio pratico di ciò che da domani in poi gli operatori che gestiranno il centro potrebbero essere chiamati a fare.

«Questo è quello che noi siamo abituati a vedere quotidianamente – commenta sottovoce un operatore venuto da Roma – ed è quello che saranno chiamati a fare coloro che lavoreranno nel centro: si vede chiaramente dall’aspetto, non è una persona che vive di stenti, ma che ha solo bisogno di conforto e non di essere messa in un angolo per non farne sentire le urla. Si condanna tanto l’indifferenza verso gli ultimi, ma al momento in cui siamo messi alla prova ci perdiamo in un bicchiere d’acqua. Qual è allora l’insegnamento cristiano?».

(SU PHOTOGALLERY GLI SCATTI DI DINO STURIALE)