Dalle ferie al licenziamento, la protesta dei lavoratori della Sicilia Limoni

Dalle ferie al licenziamento, la protesta dei lavoratori della Sicilia Limoni

Francesca Stornante

Dalle ferie al licenziamento, la protesta dei lavoratori della Sicilia Limoni

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giovedì 03 Gennaio 2013 - 17:11

Il 2013 inizia all'insegna di una nuova vertenza occupazionale che esplode proprio a pochi giorni dall'inizio del nuovo anno. I 26 dipendenti della Sicilia Limoni hanno ricevuto le lettere di licenziamento mentre erano in ferie per la pausa natalizia. Oggi sit-in di protesta.

L’azienda aveva chiuso i battenti lo scorso 22 dicembre e i lavoratori erano stati mandati in ferie fino al prossimo 7 gennaio. Sembrava una normale pausa in occasione delle festività natalizie. Il 2 gennaio però i 26 dipendenti dell’azienda Sicilia Limoni hanno avuto un regalo dal nuovo anno che non si aspettavano: le lettere di licenziamento. L’azienda che si occupa da circa quarant’anni di trasformazione degli agrumi ha annunciato il licenziamento collettivo ai suoi dipendenti che oggi sono andati a protestare direttamente davanti i cancelli dello stabilimento in via Nuova Panoramica dello Stretto. Alla base del drastico provvedimento, ha spiegato l’azienda nelle lettere, la crisi di mercato e di vendite e la messa in liquidazione, procedura che tra l’altro è stata già attivata.

Quasi un fulmine a ciel sereno, spiega oggi Francesco Buonasera, dipendente e rappresentate Uil dei lavoratori. “Sapevamo di avere ordini da espletare e lavoro fino a gennaio, ci eravamo insospettiti vedendo una ditta esterna pronta a smontare tutti i macchinari, ma da un colloquio con l’amministratore aziendale era emerso che non c’era motivo di grosse preoccupazioni e, tra l’altro, era stato messo nero su bianco in un documento che le macchine non sarebbero uscite dall’azienda”. Erano dunque bastate queste rassicurazioni ai 26 dipendenti della Sicilia Limoni che invece oggi si trovano a stringere in mano solo una lettera di licenziamento dopo due anni di contratto di solidarietà. Per loro, che in quello stabilimento hanno lavorato fino a pochi giorni fa, la motivazione della crisi e del calo dei ricavi non può giustificare un provvedimento così drastico.

“E’ vero che nell’ultimo anno c’è stato un lieve calo, abbiamo chiuso il 2012 con un bilancio che contava 50 mila euro in meno, ma si tratta di un’azienda che fattura ricavati per 3,8 milioni di euro annui” dicono i lavoratori. Per questo oggi sono andati a protestare e continueranno fino a quando non riusciranno ad ottenere un minimo di apertura dall’azienda. Sono pronti al dialogo, ma non ci stanno ad essere licenziati così, su due piedi, dopo dieci, venti, trent’anni di lavoro. Il loro dubbio è che la società voglia smantellare l’impianto messinese per spostare la produzione in Svizzera e Germania dove già ci sono altri stabilimenti. Domani intanto si riuniranno con i segretari della Uil per concordare insieme quali altre forme di protestare mettere in atto. La prossima settimana, invece, ci sarà un faccia a faccia con l’amministratore e il consulente aziendale. (Francesca Stornante)

3 commenti

  1. SaltaLaMacchia 3 Gennaio 2013 17:21

    E certo! i famosi limoni tedeschi. Vuoi mettere?

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  2. questi sono i lavoratori che vanno aiutati,quelli che producono!!non di parassiti comunali

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  3. liliana parisi 3 Gennaio 2013 18:41

    Ma,se l’azienda è sana, perchè i lavoratori non creano una cooperativa per rilevarla, approfittando delle nuove leggi in favore dell’imprenditoria?

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