La nuova verità di D'Amico: Cattafi e un carabiniere dietro il caso Manca

La nuova verità di D’Amico: Cattafi e un carabiniere dietro il caso Manca

Alessandra Serio

La nuova verità di D’Amico: Cattafi e un carabiniere dietro il caso Manca

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martedì 12 Gennaio 2016 - 08:41

Le dichiarazioni inedite del pentito barcellonese da ieri agli atti delineano il ruolo di Cattafi e di un uomo dei servizi segreti dietro la morte dell'urologo. E confermano la "pista" Provenzano

Un ricordo tornato alla mente del pentito recentemente. Un episodio chiave: due confidenze raccolte tra il 2004 e il 2006 che individuano i servizi segreti dietro l'omicidio dell'urologo barcellonese Attilio Manca. Un personaggio chiave: Saro Cattafi.
Il più recente capitolo della collaborazione di Carmelo D'Amico, ex capo dell'ala militare di Cosa Nostra barcellonese, passato alla collaborazione con la giustizia, è venuto alla ribalta ieri mattina durante l'udienza davanti al Tribunale del Riesame. Il collegio è stato chiamato ad occuparsi della recente sentenza d'appello Gotha 3 che "scagiona" Cattafi dall'accusa di essere mafioso dopo il 2000, dopo cioè la sua detenzione più lunga, cominciata nel '99.
La Procura di Messina non è d'accordo con questa tesi, e ieri ha depositato un verbale in cui D'Amico apre scenari nuovi e clamorosi dietro la morte di Manca – trovato senza vita nel suo appartamento di Viterbo nel 2004 – tirando in ballo Cattafi.
LA NUOVA VERITA' di D'Amico: secondo il pentito che ha già deposto in appello contro Cattafi ma fino ad ora non aveva mai menzionato questo particolare – il medico barcellonese Salvatore Rugolo, poco dopo la morte di Manca, gli confidó che a Barcellona si era mosso Cattafi, individuando Manca come possibile medico per curare Bernando Provenzano, allora latitante. Rugolo era molto contrariato perché secondo lui la morte del giovane urologo barcellonese era conseguenza di quel suo coinvolgimento nella operazione alla prostata del padrino. Qualche tempo dopo, in carcere, D'Amico avrebbe appreso dal mafioso Nino Rotolo un altro tassello della verità, da lui però non approfondito: le modalità dell'omicidio Manca erano state camuffate un suicidio dai servizi segreti, ed in particolare da un carabiniere di origini calabre, vicino a Cattafi, esperto proprio in questo genere di "finti suicidi".
I PROTAGONISTI: Attilio Manca, un pioniere delle operazioni in laparoscopia, fu trovato morto nella sua casa di Viterbo il 12 febbraio 2004. La scena fece pensare subito ad una overdose ma per la famiglia troppo particolari non tornavano. Assistiti dall'avvocato Fabio Repici, hanno cominciato la loro battaglia per arrivare alla verità, e le loro indagini hanno portato a ipotizzare la presenza di Attilio nella sala operatoria di Provenzano a Marsiglia, durante l'operazione alla prostata. Una pista che malgrado i tentativi da parte di più procure, in ultima quella di Roma, non ha mai trovato conferme. Il primo spiraglio vero, dopo 12 anni, viene dal pentito barcellonese, che sembra confermare in toto questa tesi.
Salvatore Rugolo era il cognato del boss Nino Gullotti, capo del clan di Barcellona e da tempo al carcere duro. Figlio del vecchio padrino Ciccio Rugolo, Salvatore era medico di base e consulente del Tribunale. Morì a 59 anni in un incidente stradale più che sospetto, nel 2009.

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