I numeri di Emergency: 8 milioni di persone curate dal '94 al 2016 nel mondo

I numeri di Emergency: 8 milioni di persone curate dal ’94 al 2016 nel mondo

Rosaria Brancato

I numeri di Emergency: 8 milioni di persone curate dal ’94 al 2016 nel mondo

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giovedì 15 Marzo 2018 - 05:29

"Il diritto alla cura è un diritto fondamentale" : è questo il punto di partenza di Emergency che con ospedali, presidi, ambulatori in zone di guerra o nei campi profughi assicura dal 1994 cure totalmente gratuite e forma personale locale autonomo.

Dal 1994 al 2016 negli ospedali, nei centri sanitari, nei poliambulatori, nei centri di riabilitazione, Emergency ha garantito cure e prestazioni sanitarie totalmente gratuite ad OTTO MILIONI DI PERSONE in numerosi Paesi del mondo. Là dove c’è una guerra, aggressioni, là dove ci sono profughi, vittime di povertà, malnutrizione, violenza, c’è la Ong nata in Italia 24 anni fa con una sola regola: il diritto alla cura è un diritto umano fondamentale pertanto Emergency opera per una sanità basata su uguaglianza, qualità, responsabilità sociale. Per questo crea a gestisce ospedali e centri di soccorso aperti a chiunque abbia bisogno, invia team di chirurghi in ogni situazione d’emergenza e forma personale locale affinchè possa diventare autonomo.

“Crediamo che essere curati sia un diritto umano fondamentale e che, come tale, debba essere riconosciuto a ogni individuo: perché le cure siano veramente accessibili, devono essere completamente gratuite; perché siano efficaci, devono essere di alta qualità- si legge nel report di Emergency– Costruiamo gli ospedali dove lavoriamo per garantire il livello di cure più alto possibile: sin dalla fase del progetto, abbiamo l'obiettivo di creare un ambiente di lavoro efficiente per lo staff e confortevole per i pazienti. Dotiamo ogni ospedale di un giardino, di spazi gioco per i bambini e luoghi di aggregazione: i nostri ospedali sono belli, oltre che funzionali, perché la bellezza riconosce rispetto e dignità. Interveniamo nelle emergenze, ma guardiamo anche un po' più in là: offriamo al personale locale formazione teorica e pratica perché possa diventare autonomo e indipendente. Nelle assunzioni del personale ausiliario diamo la precedenza alle fasce più svantaggiate della popolazione: offriamo a vedove, amputati e vittime di guerra la possibilità di guadagnarsi da vivere ed essere indipendenti”.

CHIRURGIA: Cardiochirurgia pediatrica e per adulti, chirurgia di guerra, chirurgia d’urgenza e traumatologia, chirurgia ortopedica, generale e pronto soccorso.

MEDICINA: cardiologia, medicina di base, medicina interna, neonatologia, oculistica, ostetricia e ginecologia, pediatria, odontoiatria

RIABILITAZIONE: fisioterapia, produzione di protesi e ortosi, formazione professionale e cooperative per disabili

AFGHANISTAN: Anabah (centro medico-chirurgico, centro di maternità), Kabul (centro chirurgico vittime di guerra) Lashkar-gah (centro c. vittime di guerra), 43 posti di primo soccorso e centri sanitari

IRAQ: Sulaimaniya (centri di riabilitazione e produzione protesi), corsi di formazione professionale, 350 cooperative per disabili, 6 centri sanitari per i profughi di guerra, programma di chirurgia di guerra Erbil

ITALIA: Marghera, Palermo, Polistena (poliambulatori per migranti e persone disagiate) Castelvolturno, Sassari, Ponticelli (ambulatori per migranti e persone disagiate), Brescia (centro orientamento sanitario), 3 ambulatori mobili, assistenza medica per migranti in Sicilia, attività di informazione e prevenzione per le prostitute nel casertano.

SIERRA LEONE: Goderich (centro chirurgico, centro pediatrico), Lokomasama e Waterloo (posti di primo soccorso)

SUDAN: Khartoum (centro pediatrico campo profughi di Mayo, centro di cardiochirurgia), Port Sudan, stato del Mar Rosso (centro pediatrico)

REPUBBLICA CENTOAFRICANA: Bangui (centro pediatrico, programma di pediatria e chirurgia), organizzazione e supporto alle attività del centro nazionale di trasfusione del sangue (Bangui)

UGANDA– Centro di chirurgia pediatrica Entebbe (in costruzione).

Solo nel 2016 sono stati avviati nuovi progetti di assistenza psicologica agli sbarchi in Italia, aperta la nuova maternità in Afghanistan, ampliate le attività cliniche pediatriche nella Repubblica centro africana, avviati nuovi progetti in Italia a Sassari e Latina.

Solo nel 2016, in Afghanistan a Kabul nei due presidi di chirurgia di guerra i pazienti sono stati 22.497 (il 25% sono bambini), mentre ad Anabah le prestazioni ambulatoriali sono state 46.284, e le visite ginecologiche 40.508. Sono nati 17 bambini al giorno. Oltre 21 mila i vaccini e oltre 98 mila le persone assistite nelle prigioni. Infine 90 sono stati gli operatori sanitari locali formati da Emergency.

In Iraq ci sono 202 operatori di staff locali. In Libia, a Gernada, Emergency ha realizzato un centro chirurgico di guerra e in soli 10 mesi del 2016 i pazienti curati sono stati 1.176.

A Bangui dove c’è un medico ogni 100 mila persone e la mortalità infantile è elevatissima i bimbi visitati sono stati 20.570 in un solo anno.

In Sierra Leone l’aspettativa di vita alla nascita è di 51 anni e il tasso di mortalità alla nascita è altissimo: 1.360 decessi su 100 mila parti e 1 bimbo su 5 è sottopeso. Nei centri di Emergency sono stati visitati 100 bambini al giorno e oltre 2.500 sono stati i pazienti ricoverati nel 2016.

In Sudan più di due milioni sono i bambini malnutriti sotto i 5 anni ed un paziente su 3 ha meno di un anno. A Port Sudan l’89% dei bambini ricoverati ha meno di 5 anni e ne sono ricoverati 110 al mese.

In Italia una persona su 4 è a rischio povertà o esclusione sociale.

I centri in Italia di Emergency operano da 10 anni. Nel 2016 sono stati 18.687 i pazienti visitati e quasi 17 mila le prestazioni date durante gli sbarchi. Sempre in Italia ci sono i progetti di assistenza ai braccianti (Polistena o Latina) con numeri che superano i 25 mila addetti, gran parte dei quali sono migranti.

Il personale di Emergency è contrattualizzato ed è composto da equipe internazionali o locali. Ci sono poi oltre 3 mila volontari che fanno informazione divisi in 178 gruppi territoriali ed hanno incontrato finora per parlare di educazione alla pace più di 110 mila studenti.

Rosaria Brancato

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