Tangenti e mascherine, arrestati sindaco di Opera e imprenditore di Brolo

Tangenti e mascherine, arrestati sindaco di Opera e imprenditore di Brolo

mario meliado

Tangenti e mascherine, arrestati sindaco di Opera e imprenditore di Brolo

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giovedì 08 Aprile 2021 - 12:08

Nucera, reggino, fu eletto nel giugno 2018 con la Lega. Arrestato pure il brolese Rosario Bonina, suo figlio Cono è indagato

Il 10 giugno del 2018, alle Comunali di Opera – importante centro del Milanese – Antonino Nucera, esponente leghista, era stato eletto sindaco facendo il pieno di voti: 47,8% dei suffragi, grazie anche al supporto di Lega, Forza Italia, Noi con l’Italia e di una lista civica, conquistando 3.140 suffragi su un totale di 6.570 preferenze espresse e finendo quasi per doppiare il primo dei non eletti, conquistando 11 scranni su 16 in Consiglio comunale. Un trionfo.

Il melitese Antonino Nucera, sindaco di Opera (MI)

Adesso il 49enne politico (il traguardo dei 50 lo taglierà il 16 maggio prossimo) originario di Melito Porto Salvo, crocevia del Basso Jonio reggino, è finito in manette per peculato e corruzione e altre ipotesi di reato: secondo gli investigatori, avrebbe preso laute tangenti per favorire gli amici in un numero imprecisato d’appalti pubblici, ma avrebbe anche effettuato un indebito accaparramento di ben 2.880 mascherine antiCoronavirus, che avrebbe distribuito a parenti, amici e dipendenti del Comune operese anziché a Rsa e farmacie, cui erano destinate, quando questo tipo di presidio contro la propagazione dei contagi era molto difficile da reperire sul mercato.

Oltre che nei confronti dell’amministratore di questo centro da 14mila abitanti della “prima cintura” milanese, sono scattate misure cautelari anche per il capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Opera Rosaria Gaeta; peraltro, si tratta della fidanzata dello stesso sindaco Nucera. Coinvolti pure tre imprenditori: due di questi, padre e figlio, sono Rosario Bonina (71 anni) e Cono Bonina (46), di Brolo, titolari dell’azienda brolese “Veria srl”.
Nucera, la Gaeta, Rosario Bonina e un altro imprenditore sono andati agli arresti domiciliari. Il 46enne Cono Bonina è invece indagato a piede libero.

Il Municipio di Opera, nel Milanese

L’inchiesta, coordinata dai procuratori aggiunti di Milano Alessandra Dolci e Maurizio Romanelli e dai pm Silvia Bonardi e Stefano Civardi, fa riferimento a presunti illeciti espletati nel periodo compreso fra il febbraio e l’ottobre dello scorso anno. Proprio a febbraio sono state avviate le indagini sull’amministrazione Nucera: ne è emerso come il sindaco di Opera, «con l’adesione incondizionata» della dirigente-fidanzata Gaeta e «l’accondiscendenza» di funzionari e consulenti dell’Ente locale, avrebbe assegnato sistematicamente lavori pubblici a imprenditori di favore. Dietro «sostanziose utilità» aperte dunque le porte ad appalti ad personam, ma pure a condotte ecodistruttive degli imprenditori coinvolti, che avrebbero stoccato, riutilizzato e interrato – anche in aree agricole all’interno del limitrofo Parco Sud di Milano – circa mille tonnellate di fresato d’asfalto e altro materiale di risulta d’interventi (non solo) stradali eseguiti sul territorio comunale di Opera, Locate Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate e Monza.
E l’attestazione di recupero e smaltimento dei rifiuti speciali menzionati? C’era, c’era: ma secondo gli inquirenti era falsa, ricavata da «formulari» fasulli che sarebbero stati forniti dai gestori di due centri di smaltimento, a loro volta indagati a piede libero.

Il vicesindaco di Opera Ettore Fusco
col leader nazionale della Lega Matteo Salvini

Grande smacco per un altro leghista, il vicesindaco Ettore Fusco, a sua volta per dieci anni primo cittadino operese.
«Ho letto cose assurde, che non c’entrano con la città di Opera», afferma tra l’altro Fusco, che a proposito dell’interramento di mille tonnellate di rifiuti speciali sotto una strada ribatte: «Noi non abbiamo realizzato nulla che permetta di nasconderli». E il vice di Antonino Nucera, evidenziando che tutti sono «delusi e molto sorpresi», si dice sicuro che l’amministratore melitese «chiarirà e si farà luce sulla vicenda»; fermo restando che, a Ettore Fusco quantomeno, non risulta «che l’architetto del Comune sia la sua compagna».

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