“La mafia barcellonese si rigenera ma alla fine vince lo Stato”

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Marco Ipsale

“La mafia barcellonese si rigenera ma alla fine vince lo Stato”

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mercoledì 24 Gennaio 2018 - 12:18

E’ il commento del procuratore capo Maurizio De Lucia all’operazione Gotha 7. La mafia condizionava l’economia della zona. Presi tutti i destinatari dell’ordinanza, non ci sono latitanti

“Gotha 7 è la dimostrazione che purtroppo la mafia continua ad essere presente sul territorio ma è anche segno che i mafiosi devono fare i conti con lo Stato e alla fine perderanno”. Parole del procuratore capo Maurizio De Lucia, soddisfatto per il coordinamento tra le diverse forze dell’ordine, che ha prodotto i 40 arresti. “30 su 40 erano liberi, vuol dire che le cosche continuano a rigenerarsi sul territorio, che la mafia barcellonese almeno fino a stamattina era vitale, ma la presenza dello Stato è forte, più della loro. Il percorso è ancora lungo ma quest’attacco è significativo. Gli strumenti principali di contrasto sono sempre due: i collaboratori di giustizia e le intercettazioni. Dovremo dialogare di più coi commercianti perché le denunce sono ancora poche, spiegheremo gli importanti strumenti coi quali ci si può difendere grazie all'aiuto dello Stato. La legislazione italiana a protezione delle vittime del racket è la migliore al mondo. Chi si ribellava, in questo caso, subiva aggressioni fisiche e sarebbe stato meglio tutelato con una denuncia esplicita alle forze dell'ordine".

Concetti ribaditi anche dal questore Mario Finocchiaro: “Nell’ultimo decennio ci sono state una serie di operazioni antimafia che hanno indebolito le organizzazioni, pur se hanno la capacità di riprendersi dai colpi subiti. In questo caso si tratta soprattutto di estorsioni, non solo alle imprese ma anche a piccoli commercianti. La collaborazione di chi subisce è ancora troppo poca, speriamo con quest’operazione di dare fiducia”.

40 i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare, 40 i tratti in arresto. “Non ci sono latitanti – dice il vice comandante del Ros, Giancarlo Scafuri -, segno che la riservatezza è stata rispettata e che il gioco di squadra funziona. Più di 15 collaboratori di giustizia sono stati interrogati dalla Procura e le loro dichiarazioni sono state incrociate dalla Polizia giudiziaria. Dall’estorsione in una gioielleria, solo tentata quando si è scoperto che c’era di mezzo la figlia di un boss, all’estorsione ad alcune grosse imprese, fino alle pressioni sulle aziende che si occupavano dalla rete fognaria di Barcellona o del metanodotto di Rometta. La mafia condizionava l’economia locale”.

Una mafia che così è stata “demolita”, secondo il comandante provinciale dei carabinieri, Iacopo Mannucci, anche se non bisogna abbassare la guardia. “Le 7 operazioni Gotha hanno portato finora oltre 160 mafiosi in carcere. Con Gotha 6 sono stati arrestati i responsabili di diversi omicidi, oggi invece colpiamo la parte economica, le imposizioni a decine di imprenditori e commercianti, anche nel settore della produzione, soprattutto quello dei vivai, fiorente in zona. Non solo le imprese erano costrette a pagare il pizzo a Natale, Pasqua e Ferragosto, ma veniva imposta anche la guardiania, con imprese vicine alla mafia. Il metodo era sempre lo stesso: l'imprenditore che vedeva la bottiglietta incendiaria sapeva già cosa doveva fare. Quando qualcuno si ribellava, si dava via ad aggressioni e minacce. Serve il coraggio di denunciare, anche se sappiamo che la capacità di intimidire è ancora grande, fatta di violenza senza scrupoli e un importante arsenale. Si tratta di una mafia di livello, interlocutrice con la mafia catanese e palermitana. E’ proprio in questo territorio che, dai Santapaola ai Lo Piccolo, hanno trovato rifugio i vertici della mafia siciliana. Purtroppo il tessuto sociale lascia ancora spazio a sacche di illegalità e vicinanza alla mafia, col guadagno facile e senza fatica, solo esigendo il pizzo da chi lavora onestamente. Ma questo pizzo di migliaia di euro, tre volte all'anno, spesso metteva in crisi fino a far chiudere le attività”.

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