Bossi il velocista: il senatur si è dimesso.Una roba fuori moda, una specie in via d’ estinzione in Italia

Bossi il velocista: il senatur si è dimesso.Una roba fuori moda, una specie in via d’ estinzione in Italia

Rosaria Brancato

Bossi il velocista: il senatur si è dimesso.Una roba fuori moda, una specie in via d’ estinzione in Italia

venerdì 06 Aprile 2012 - 05:58

Nell'Italia dei recordman d'attaccamento alla poltrona Bossi ha spiazzato tutti e si è dimesso da segretario federale della Lega poche ore dopo lo scoppiare della bufera giudiziaria

Bossi ha fatto una scelta ormai in disuso: si è dimesso, una roba fuori moda, una specie in via d’ estinzione in Italia. E lo ha fatto mentre intorno tutti lo supplicavano di non farlo (o almeno fingevano benissimo di implorarlo).Il padre della Lega, travolto dall’affaire Belsito (il tesoriere coinvolto in una storiaccia di appropriazione indebita dei rimborsi elettorali, riciclaggio e truffa) ha fatto il gran gesto e si è dimesso da segretario federale del partito da lui creato. Incredibile, in Italia, senza neanche l’ombra di una richiesta d’autorizzazione a procedere , un avvisuccio di garanzia, senza un processo giunto all’ultimissimo grado di giudizio possibile (quello Universale) , senza neanche aspettare il terzo giorno di polemiche, senza appellarsi al garantismo, alla presunzione d’innocenza, alla pace tra i popoli e al boia chi molla, Bossi si è dimesso. E ha persino detto “Lo faccio per il bene della Lega”, sentimento che dovrebbe animare quanti sono nella sua stessa situazione ma se ne fregano ampiamente del bene degli altri e dell’istituzione o partito cui appartengono. Se non fosse per quel “vaffa” urlato al giornalista accompagnato dall’invito alle guardie del corpo “picchiatelo”, potrebbe persino essere rivalutato. Suvvia onorevole, in Italia non si dimette nessuno, figuriamoci poi così presto, a poche ore dalle inchieste. Suvvia, ma che figura farà fare a chi, con pesi analoghi o più grossi sulle spalle non si è neanche azzardato a pensarle le dimissioni? Invece lei, senza neanche gridare al complotto delle toghe rosse, senza annunciare “mi dimetterò quando sarà ufficiale il rinvio a giudizio, anzi no, il primo grado, anzi no, il secondo grado, anzi, crepi l’avarizia, in Cassazione” ha lasciato tutti sbigottiti dimettendosi seduta stante? Ha fregato tutti, sopratutto quelli che già pregustavano il tiro al bersaglio, ovvero l’invito al “passo indietro” ben sapendo che non l’avrebbe mai fatto. Ha tolto il piacere a tutti di ricordargli che in Inghilterra, Germania, Francia, America, Universo, la gente si dimette per molto meno. Già si sfregavano le mani pronti al coro: “Ma come, un ministro inglese si è dimesso perché lo hanno scoperto che aveva accollato alla mogliettina la multa per alta velocità e lui, travolto da ben altro è ancora lì”. Che pessimo esempio caro Bossi, che sfacciataggine nei confronti dei più noti recordman d’attaccamento alla sedia, degli specialisti del “mi dimetterò quando”, degli Highlander delle sentenze giudiziarie. Uno ce lo abbiamo in casa, a Palermo. A Lombardo sarà preso un colpo sapendo che Bossi si è dimesso senza aspettare neanche una briciola d’imputazione coatta, un’ombra di rinvio a giudizio. E il Pd pronto a sparare a zero sui cattivissimi della Lega adesso si troverà con qualche cartuccia in meno nel continuare a sostenere un presidente della Regione (innocente fino a prova contraria) ma che continua a non fare un passo indietro posticipando ad eventi giudiziari di mese in mese decisioni che, almeno sotto il profilo etico, avrebbe dovuto prendere da tempo. C’è chi non aspetta il coro unanime di magistrati,opposizione, gente, elettori, e si alza. Probabilmente qualcuno dirà: una mossa astuta quella di Bossi, altri invece diranno: un gesto di rispetto verso il suo elettorato. O forse deve essere proprio impazzito, in Italia uno che si dimette a poche ore dalle indagini non esiste. Li puoi cogliere con le mani nel sacco, persino in decine di sacchi, ma le dimissioni mai. E’ questione di principio per loro, proprio non ci riescono a pronunciare certe parole. La parola “dimissioni” non esiste nel vocabolario di alcuni, esattamente come la parola “vergogna”.
Rosaria Brancato

4 commenti

  1. rossetti mariano 6 Aprile 2012 09:12

    La Sig.ra Brancato vuole ammantare il gesto di Bossi di un’aura di eroismo, di spirito di sacrificio ormai desueto.
    La verità è un’altra.
    Bossi si è dovuto dimettere non solo perchè la sua famiglia è stata presa con le mani nella marmellata, ma anche, fatto più grave, perchè la Lega ha presentato bilanci FALSI per ottenere rimborsi non dovuti.
    Non si dimentiche, gentile Signora, che “il Bossi”, come viene chiamato qui in terra lombarda, è già stato condannato in illo tempore per finanziamento illecito ai partiti (Mani Pulite, ricorda?).
    Quindi, non parliamo di un santo sacrificatosi per il bene del Paese, ma di un profittatore delle pubbliche finanze.
    I leghisti, che si sono sempre presentati come paladini della legalità e della lotta a “Roma ladrona”, intesa come sistema che depreda i cittadini dei loro diritti e dei loro averi, si sono dimostrati ancora più meschini di coloro che criticavano.
    Anch’essi hanno parteipato al banchetto, traendono ancora più vantaggi di quelli consentiti da una legge infame e vergognosa, pascendosi del cadavere di una Nazione da tempo in miseria..
    Questa gente si è appropiata del denaro, che tutti noi cittadini siamo stati costretti “obtorto collo” a versare con le nostre tasse, per fare la bella vita: ville, auto di lusso, attività private e chissà cos’altro (nelle intercettazioni si parla frequentemente di “roba” e chi è appena appena pratico di cronaca conosce bene il significato di tale termine).
    Che The Family si appropriasse per fini personali di denaro corrisposto alla Lega in virtù di una legge (ingiusta ma da rispettare, come tutte le leggi della nostra povera e disastrata Patria)è un fatto disgustoso e vergognoso.
    Quello che non mi garba per nulla è che si sono fregati anche la quota derivante dalle false rendicontazioni.
    Le dimissioni di Bossi sono l’estremo tentativo per mascherare il fallimento politico e personale di uno che cerca di mantenere ancora la sua creatura sotto il suo controllo
    Il mito del partito onesto, duro e puro è crollato.
    A restare delusi sono stati coloro che ingenuamente ci hanno creduto.
    Io no di certo.
    Cordialità

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  2. serra salvatore 6 Aprile 2012 11:05

    Ricordate, ROMA LADRONA, e che dire

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  3. Diamo per un attimo ragione alla fanta-politica:
    La lega assieme all’idv si è sia opposta al governo monti e nel giro di un paio di mesi scoppia sto caso.
    Da perfetto ignorante in politica non so che strada aveva preso la margherita. ma se tanto mi da tanto il prossimo a saltare dovrebbe essere l’idv.
    Quindi alla fine i salvatori dello stato italiano si ripresenteranno candidi e immacolati alle elezioni a reclamare quello che ritengono di loro diritto.
    E ci dimenticheremo che come disse il saggio: il più pulito c’ha la rogna.

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  4. Concordo con il commento del sig. Mariano Rossetti. Mi preme, con tutta l’anima e con un grido di dolore molto accorato, aggiungere soltanto che questa scellerata, cialtrona ed indisponente lega (volutamente con la lettera minuscola)sta minando da molti anni all’Unità dello Stato. padania (volutamente con la lettera minuscola), parlamento padano, Tricolore ed Inno di Mameli vilipesi, e non sto ad allungare l’elenco perchè mi viene il voltastomaco, sono fatti che stridono con gli artt. 5 e 12 della nostra Costituzione. Questi comportamenti puramente secessionisti fanno rivoltare nella tomba i milioni di uomini, ragazzi e donne che nel corso della Storia, purtroppo a molti sconosciuta, hanno sacrificato le loro vite per questa ITALIA che fortunatamente ancora risulta una e indivisibile.

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