Una città dall’elettroencefalogramma piatto: riflettiamo prima di andare a votare

Una città dall’elettroencefalogramma piatto: riflettiamo prima di andare a votare

Giovanni Mollica

Una città dall’elettroencefalogramma piatto: riflettiamo prima di andare a votare

lunedì 06 Febbraio 2012 - 10:11

Lo sviluppo o il degrado di una comunità non dipende dal caso, ma dalla qualità dei suoi amministratori. Guardiamo con attenzione quanto accade nella nostra città e facciamone tesoro al momento in cui toccherà a noi scegliere. Sennò ogni lamentela è inutile

Non credo che la gente si renda bene conto di quanto le scelte fatte dalla politica incidano sulla vita quotidiana dei cittadini.

Per lo più ci si ferma a criticare le buche, l’immondizia non raccolta, e l’autobus che non passa. Tutti temi importanti, dai quali dipende in parte la qualità della vita ma, in fondo, non decisivi per il futuro della città.

Dovendo scegliere tra la puntualità dei mezzi pubblici e lo stop all’edificazione selvaggia, non so cosa i Messinesi sceglierebbero.

Una cosa però è certa: vi sono decisioni che si ripercuotono per generazioni, modificando radicalmente la qualità della vita e, quel che è peggio, lo stesso futuro di un’intera collettività.
Purtroppo – e lo dicono studi attendibili -, tanto i cittadini-elettori quanto i politici operano le loro scelte in base a interessi personali immediati, ignorando le conseguenze a medio e lungo termine. In aggiunta, sui cittadini meridionali pesano i residui di una millenaria forma di scetticismo deresponsabilizzante. Quasi che il futuro non dipenda da loro ma da altri; siano essi il fato e/o i potenti.
La missione prevalente dei politicucci peloritani, invece, pare essere assecondare i momentanei umori dei loro sostenitori. A patto che questo non ostacoli i programmi degli amici più cari. Molto meglio essere inefficienti che rischiare di scontentare pezzi d’elettorato.
La conclamata mancanza di volontà di bloccare lo scempio edilizio ne è una lampante e vergognosa dimostrazione.

Insomma, né agli uni né agli altri interessa guardare oltre il limite temporale di qualche mese.
Tornando alle grandi scelte, basta ripensare ad alcune prese parecchi anni fa e rivelatesi veramente fondamentali. Giudicandone la validità in base alle conseguenze che hanno avuto sulla città. Anche se, ormai, non c’è più nulla da fare.
Il primo esempio risale addirittura agli anni ’60: la classe politica locale fu posta di fronte all’alternativa tra la realizzazione di un aeroporto o di una Zona Industriale. Entrambi dovevano nascere nella piana di Milazzo.

Come è sotto gli occhi di tutti, i lungimiranti politici messinesi optarono per la Zona Industriale, forse (forse?) sollecitati da chi contava di ricavarne sostanziosi vantaggi personali. Su una superficie di 212 ettari – strappati per lo più a splendidi agrumeti -, nacque la Raffineria, seguita qualche altro insediamento minore. Per un certo tempo si parlò anche della Fiat, ma forse si trattava di una chiacchiera messa in giro ad arte per convincere la gente che quella era la scelta giusta.

Così l’aeroporto fu realizzato a Reggio Calabria, trasformando un vecchia pista d’atterraggio militare ormai abbandonata.

Fu la scelta giusta e lungimirante? Giudicate voi.
Un altro momento topico è rappresentato dalla collocazione dell’approdo dei traghetti per la Calabria a Tremestieri. Una decisione presa sull’onda delle disgrazie e dei disagi causati dal traffico dei Tir e supportata da studi quantomeno approssimativi.

Gli amministratori dell’epoca individuarono nella parte Sud del territorio comunale il luogo più opportuno per il traghettamento del gommato. L’allora Comandante della Capitaneria di Porto, Carmelo Maccarone, si lasciò scappare che, se c’era un punto in tutto il Mediterraneo dove non andava fatto, quello era Tremestieri. Naturalmente, fu fatto lì e oggi è pressoché impossibile tornare indietro.

Chissà per quanti decenni ancora saremo condannati a dilapidare preziose risorse economiche per tenerlo in funzione e renderlo più sicuro.
L’aver piazzato a Tremestieri il terminale del traghettamento ha reso conseguente il posizionamento nelle sue vicinanze della mitica Piastra Logistica Intermodale – 15 ettari contro i 212 dell’area della Raffineria -, sulla quale preferisco non soffermarmi per carità di patria.
Non posso però fare a meno di ricordare l’antica proposta del sindaco Merlino, su progetto, se ricordo bene, dell’ing. Napoleone Cutrufelli: lasciare a San Francesco – di gran lunga il punto migliore, sia dal punto di vista marittimo che da quello imprenditoriale – tutto (tutto, non solo quello privato) il gommato, convogliandolo verso le autostrade mediante una bretella che passava sotto la collina di fronte. In modo che non interferisse col traffico cittadino.
Qualcuno dirà che è inutile, ormai, rinvangare fatti accaduti tanti anni fa e sui quali non si può più far nulla. Sarà anche vero, ma la mia impressione è che la capacità decisionale degli organi amministrativi locali non è affatto migliorata, anzi! Cioè che il nostro futuro non promette nulla di buono.
Il primo cittadino – sul quale è fin troppo facile indirizzare gli strali popolari – è solo la punta dell’iceberg di un problema molto più vasto. Più importante ancora è la cultura politica complessiva degli amministratori. Mediamente impreparati e inconcludenti. Le varianti al PRG, i casi dell’ATM e di MessinAmbiente (sui quali fiorisce il festival della demagogia), delle ATO e dei bilanci comunali stanno lì a dimostrarlo incontrovertibilmente. Riflettiamo sulle ragioni che determinano il nostro voto: quando si sceglie il medico per amicizia o perché gioca bene al calcio non ci si deve meravigliare se si è sempre malati.

9 commenti

  1. Ottima analisi, ma sono sicuro che alle prossime elezioni saremo punto e daccapo.
    E’ il DNA che non va, purtroppo…

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  2. Da “Facebook”: Cosa stai pensando?:” Che nella pubblica amministrazione, a Messina, tutto è sotto controllo, è da tempo accertato.. Dagli approdi che si insabbiano per la felice scelta del sito, alla tele novella degli svincoli ed ai milioni di euro pagati o anticipati dalle casse comunali senza averne titolo, all’Atm che attraversa, in base agli umori, periodi di turbolenza alternati a periodi di crisi (mancato pagamento degli stipendi), a Messina ambiente che viene messa in liquidazione col vota dell’assessore delegato alle partecipate senza aver prima ricevuto il consenso dal Consiglio Comunale, organi che ha costituito la società messa in liquidazione.., A Messina, siamo tranquilli perché tutto è nella normalità. Da Palermo arrivano, però, richieste poco rassicuranti. Si legge che la Corte dei Conti abbia chiesto al Comune di dimostrare l’allineamento, al 31/12/2010, della contabilità delle partecipate con la contabilità del Comune, risultante dal consuntivo 2010, in corso di esame presso la richiedente Corte dei Conti. In sintesi la Corte dei Conti, fra gli altri quesiti, intende sapere se i crediti risultanti dal “Bilancio consuntivo 2010”, (che comprende anche i crediti provenienti dagli esercizi 2009 e precedenti) delle partecipate (Messina ambiente e Atm) risultano evidenziati nel “Conto consuntivo 2010” del Comune di Messina ed inseriti, fra i residui passivi trasferiti all’esercizio 2012. Non è questa una impresa ardua per gli uffici comunali, ma sicuramente impossibile, dato che detto “allineamento, da anni, non esiste. Come si vede i nodi cominciano ad emergere, da Palermo Buon lavoro

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  3. bonanno giuseppe 6 Febbraio 2012 12:23

    CERTO BISOGNA CHE L’UDC STACCHI LA SPINA. ANDARE SUBITO AL VOTO QUALCHE MESE DI COMMISSARIAMENTO E’MEGLIO DI QUESTO SQUALLIDO TEATRINO, A PALERMO é SUCCESSO CHE SONO COMBINATI PEGGIO DI NOI ( é DIR POCO ) PERCHE’ NO A MESSINA.

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  4. Molte scelte sono state fatte e continuano ad essere fatte in modo sbagliato perchè(a parte interessi personali) sono scollegate l’una dall’altra,senza una visione globale dei problemi.Quando si è deciso l’approdo a Tremestieri,si è allungato il tempo di attraversamento per liberare il Boccetta,senza pensare che i mezzi diretti verso Palermo avrebbero sovraccaricato la tangenziale e a volte anche altre vie cittadine;e già allora si sapeva che c’era il pericolo di insabbiamento.Circa lo scempio edilizio,c’è da dire che si potrebbe evitare con maggiori controlli e incentivando la ristrutturazione di edifici non certo cadenti, giacchè post-terremoto.Non vedo poi perchè si dovrebbe scegliere tra “puntualità dei mezzi pubblici” e “stop all’edificazione selvaggia”:in una città civile e ben amministrata sono entrambi aspetti importanti,che incidono sul traffico e sulla qualità della vita,e isieme andrebbero affrontati e risolti.Da cambiare è anzitutto la mentalità,sia degli amministratori che dei cittadini che tollerano,limitandosi a sterili lamentele

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  5. Quello che dici è giusto, ma contrapponendo la puntualità dei mezzi pubblici all’edificazione selvaggia volevo solo mettere in rilievo la superficialità e la scarsa attenzione dei Messinesi nei confronti di problemi importantissimi ma che non li toccano individualmente.

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  6. Io dico che ci vorrebbe una classe dirigente tutta nuova, per cambiare Messina e renderla piu’ bella ed efficiente! Gli attuali amministratori e quelli che si candideranno, hanno una visione ormai assuefatta della situazione messinese. Il mio sogno utopico sarebbe quello di riunire una squadra di nati a Messina, ma residenti al Nord e di metterli al servizio della città, facendo tesoro delle efficienze che viviamo lontano da lì. Per noi tutte le storture e i problemi che ha la città sono delle cose anomale e da correggere, mentre per chi vive immerso in quella realtà sono cose normali. Percio’, dubito che chiunque vada ad amministrare la città riesca a risolvere i problemi. In ogni caso auguri e speriamo bene………..

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  7. nicola galletta 6 Febbraio 2012 16:50

    il messinese quando è dentro la cabina elettorale si dimentica di tutto e vota sempre per le stesse persone, purtroppo non cambierà niente,questa è la triste realtà………

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  8. Caro Giovanni Mollica,in politica niente avviene per caso,e farebbe bene la stampa messinese ad indagare a fondo a chi conviene mantenere i dipartimenti del Comune nello stato pietoso in cui versano,con dirigenti,che non hanno autorevolezza e privi delle professionalità per cambiare una anacronistica organizzazione del lavoro.Indaghi il perchè dell’enorme evasione dell’ICI,e domani dell’IMU,certamente i beneficiari sono i medi e grandi patrimoni immobiliari e fondiari,dai cognomi importanti,sponsor della politica del voto di scambio trasversale a tutti gli schieramenti politici.Chieda al dirigente del dipartimento tributi se il software gestionale gli permette di incrociare i dati delle DICHIARAZIONI e del Comune con quelli dell’Agenzia del Territorio e delle Entrate,se come fanno altri comuni,ci sono accordi con il NOTARIATO nella fase di formalizzazione degli atti di compravendita.E’ una pacchia per chi fa dichiarazioni mendaci al Comune,soggette a prescrizione breve,con i controlli ottocenteschi presisposti dal dipartimento,vivranno sonni tranquilli.
    L’esempio vale anche per altri tributi e dipartimenti,tanta ricchezza rubata ai messinesi.

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  9. Il messinese medio non credo sia mai stato abituato a riflettere sul voto. Viene educato da generazioni ad essere DEVOTO a certi personaggi da “Patronato” dai quali il più delle volte ottiene servigi del tutto gratuiti e spettanti di diritto, spacciati per frutto di chissà quali agevolazioni o trattamenti speciali. Paradossalmente servigi ottenibili anche da perfetti sconosciuti, altrettanto gratuitamente , senza nulla dovere..

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