Dino Giuttari: “La Politica locale sta operando contro gli imprenditori”

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Dino Giuttari

Dino Giuttari: “La Politica locale sta operando contro gli imprenditori”

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lunedì 06 Ottobre 2014 - 09:19

Riceviamo dall’imprenditore messinese Dino Giuttari e pubblichiamo una riflessione sull’operato dell’amministrazione comunale, criticato su più fronti

Niente è come sembra. A sentirli tutti, Sindaco, Giunta, consiglieri comunali, maggioranza ed opposizione, nessuno sembra dotato di una sufficiente visione strategica “illuminata” tale da disincagliare la nostra amata “nave” Messina dalle secche nelle quali si trova, col rischio concreto di inabissarsi definitivamente.

Onde evitare pertanto di continuare ad assistere allo stucchevole inconcludente teatrino dei comunicati, delle parole. azioni e reazioni, accuse e contraccuse feroci, sarebbe auspicabile che tutti affrontassimo la questione fondamentale di quale “modello di sviluppo”, di quale visione abbiamo “in testa” per la città.

La questione preliminare da affrontare coraggiosamente è pertanto di tipo “pre politico”, quindi di convinzione culturale, esistenziale e di coscienza.

Una visione lucida e consapevole della meta da conseguire impone poi di adottare gli strumenti idonei allo scopo che si vuole conseguire.

Sembra invece che gli atti amministrativi sino ad ora adottati non abbiano trovato Il consenso della maggioranza dei nostri concittadini, anzi il disagio ed il malumore sta contagiando perfino i più accaniti supporter del cambiamento dal basso.

Le condizioni della città sono sotto gli occhi di tutti. Né può consolare l’argomento spesso usato che prima eravamo governati da ” delinquenti”, ” ladri”, ” assassini” e “stupratori “. Senza questo necessario chiarimento può accadere persino che persone oneste e di buona volontà del “cambiamento dal basso” possano “incappare” in un madornale inconsapevole equivoco culturale che a conti fatti produce effetti contrari a quelli che magari si vorrebbero perseguire in “buona fede”. Ma la buona fede in politica ma anche nella vita non assolve dalle colpe.

I nostri professori, immersi come sono nella “Matrix ideologica”, di un modello di sviluppo che pone a fondamento della vita civile i condivisibili valori dell’ecologia, del consumo critico, la giustizia sociale, la pace, la solidarietà, la lotta alla mafia, la legalità, i giovani sino al più ambizioso progetto di rendere free il Tibet, sembrano incapaci nei fatti di conseguire i loro nobili fini.

Criminalizzare o trascurare , a dispetto delle dichiarazioni ufficiali, le ragioni della produzione e dei piccoli imprenditori, sui quali grava però maggiormente il peso e la fatica di tirare la carretta (anche la “loro” carretta di dipendenti dello Stato) sembra essere il vizio di origine psicosocioculturale, il “focolaio” della infezione che porterà ineluttabilmente il malato al fallimento.

La bislacca e frettolosa istituzione dell’Isola pedonale ha provocato ferite laceranti a buona parte del tessuto economico del centro cittadino trasformando l’idea dell’isola pedonale che in tutte le città del mondo costituisce una risorsa ed un vantaggio per la comunità in una iattura effettiva “rimossa” e “censurata” da una giusta passione ideologica di massa, nell’interesse concreto però di una lobby di pochi interessati.

La giusta lotta ai tir in città si è rivelata un fiasco perché i tir continuano imperterriti a passare.

La “politicamente corretta” pista ciclabile “trendy” nel concreto si rivela inutile ed inutilizzata. Nessuno potrebbe obiettare ragionevolmente che le stesse risorse sarebbe stato più utile impiegarle per le tante altre “urgenze” ed emergenze (buche stradali, tombini otturati, potatura di alberi che cadono).

Infine non parliamo del bilancio, del piano anti dissesto e di riequilibrio, che non promettono ahinoi niente di buono.

Che dire? Si può perfino ipotizzare che a livello psicologico profondo (senso di colpa?) da parte di qualche componente della giunta si trovi anche giusto scacciare la classe imprenditoriale (a Messina, putiari e commercianti) forse perché “moralmente” incoraggiati e sostenuti da una vecchia storiella di mercanti “scacciati dal tempio” di oltre duemila anni fa. Si osserva però che anche questa storia è stata “travisata” ed “oggetto” di un altro madornale equivoco culturale che ha procurato insanabili divisioni sfociate nella controriforma luterana e calvinista.

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