Palermo detta le regole, Roma controlla: entro il 30 giugno Piano Aro e nuova gestione rifiuti

Palermo detta le regole, Roma controlla: entro il 30 giugno Piano Aro e nuova gestione rifiuti

Francesca Stornante

Palermo detta le regole, Roma controlla: entro il 30 giugno Piano Aro e nuova gestione rifiuti

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giovedì 09 Giugno 2016 - 00:02

Nell'ultima ordinanza regionale per la gestione rifiuti c'è un fitto cronoprogramma di azioni che i Comuni siciliani devono mettere in campo per avviare un nuovo modello che porti la Sicilia fuori dall'emergenza cronica. Il Ministero detta la linea. Messina ha gli strumenti pronti, servono gli ultimi passaggi. Riflettori sugli impianti.

Tempi serratissimi. Dettati adesso anche dall’ordinanza siglata due giorni fa dal presidente della Regione Rosario Crocetta per fronteggiare l’esplosiva gestione rifiuti che sta gettando nel caos l’intera isola. Palermo detta le regole con un fitto cronoprogramma da rispettare, regole impartite a sua volta direttamente da Roma. Perché questa volta l’emergenza cronica della gestione rifiuti siciliana è finita sotto la lente d’ingrandimento del Ministero dell’Ambiente e adesso ogni passo, sia a livello regionale che locale, sarà controllato minuziosamente dagli uffici romani. Crocetta ha smentito categoricamente che si tratti di diktat ministeriali: in realtà quella siglata tra Stato e Regione è un’intesa a cui però la Sicilia dovrà attenersi scrupolosamente, altrimenti addio alla possibilità di reiterare ancora forme speciali di gestione dei rifiuti a suon di ordinanze speciali.

Nelle 53 pagine di ordinanza, che sarà in vigore fino al prossimo 30 novembre, si fissano date e tappe che, dal Presidente in giù, tutti devono rispettare. L’art. 4 detta regole precise per i Comuni di Palermo, Catania e Messina. Dunque, cosa dovranno fare l’amministrazione Accorinti e il consiglio comunale? Entro 15 giorni si dovrà presentare un piano comunale di raccolta differenziata da avviare inderogabilmente entro il 30 giugno e che dovrà determinare, entro il 30 agosto, un incremento della raccolta differenziata di almeno 3 punti percentuali e di ulteriori 3 punti entro il 30 novembre. L’ordinanza, sempre sulla scorta di quanto previsto nell’intesa con il Ministero, fissa anche i criteri e le caratteristiche che deve rispettare il Piano. In caso di inadempienza il presidente della Regione adotterà l’intervento sostitutivo, commissariando di fatto i Comuni e facendo decadere gli organi che saranno responsabili dell’inadempienza con tanto di avvio della consequenziale azione di responsabilità amministrativa ed erariale. Diffida anche se non si raggiungerà la quota del 3% di incremento della differenziata entro tre mesi.

Ed ecco che si ripresenta il famoso Piano Aro. Perché è questo il piano comunali che la Regione vuole avere sul suo tavolo entro due settimane. Un documento corposo, che disegna il modello messinese di gestione rifiuti per i prossimi 9 anni attraverso costi, cifre, progetti. Un piano che ha già ottenuto l’ok della Regione e che, dopo una revisione, ha avuto il via libera anche dai Revisori dei Conti. Da settimane, se non da mesi, da più parti a Palazzo Zanca si ribadisce che è quanto mai urgente approvare in consiglio questo atto, adesso lo chiede, anzi lo impone, anche la Regione. E il consiglio comunale, se non dovesse rispettare il cronoprogramma, potrebbe ritrovarsi a dover pagare per questa inadempienza. Collegato al Piano c’è poi un altro atto di fondamentale importanza: l’affidamento della gestione dei servizi di igiene ambientale alla nuova Amam. Anche per questo i tempi sono serratissimi perché il 30 giugno scade l’ultima autorizzazione concessa dal sindaco Accorinti a Messinambiente, ordinanza che non potrebbe più essere rinnovata. Significherebbe ricostruire una prospettiva diversa e più sana per i servizi e i lavoratori e soprattutto chiudere i conti con società malate che ormai producono solo montagne di debiti a fronte di un servizio sempre in affanno e sempre in emergenza. Del resto basta guardare a quanto accaduto in questi ultimi due giorni per rendersi conto di quanto il sistema messinese sia debole: sono bastate 24 ore di chiusura della discarica per far riempire la città di spazzatura e per far dire al commissario di Messinambiente Giovanni Calabrò che adesso ci vorranno circa 4 giorni per uscire da questo ennesimo tunnel.

L’assessore Daniele Ialacqua lancia un preciso appello al consiglio comunale per l’approvazione al più presto del Piano Aro, ma si rivolge anche ai Revisori dei Conti, tanto bistrattati in queste settimane per le vicende bilancio, oggi di nuovo fondamentali per il parere sulla delibera di affidamento all’Amam della gestione rifiuti. Ovviamente però non ci si potrà fermare a quanto messo su carta nelle centinaia di pagine di questi atti. Per far funzionare davvero le cose servono gli impianti. E mentre Crocetta annuncia non due ma ben cinque termovalorizzatori in Sicilia, contro i quali l’amministrazione Accorinti continua fermamente a schierarsi, mentre due discariche non hanno riaperto mettendo ginocchio decine di realtà, Messina guarda ai suoi impianti e alle potenzialità non sfruttate. L’attenzione si concentra tutta sul famoso impianto di selezione e valorizzazione delle frazioni secche dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata realizzato a Pace dall’Ato3. Si tratta di un moderno impianto, capace di trattare un consistente quantitativo di rifiuti differenziati e che permetterà al territorio comunale di essere dotato di un’importante struttura per la gestione in loco dei materiali da inviare a recupero. In cantiere c’è anche il progetto per adeguare il depuratore di Mili allo smaltimento dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata. Per realizzarlo ci sarebbero a disposizione circa 7 milioni di euro fermi nelle casse della Regione dall’ottobre 2011.

Ialacqua, ma anche i vertici di Messinambiente, puntano fortemente sull’impianto ancora chiuso a Pace. Da quanto sostengono per aprirlo e metterlo in funzione non manca più nulla, un mese fa lo stesso Ialacqua aveva scritto a Palermo per chiedere l’attivazione immediata. Un altro pezzo di un grande puzzle che dovrà definirsi entro poche settimane. Dagli impianti dipende tra l’altro la buona riuscita della raccolta differenziata che, secondo i dati inseriti nell’ordinanza e riferiti al 2014, per Messina si è fermata al 7,6%. L’assessore però sostiene che oggi la città ha raggiunto il 13% quindi, quantomeno sui punti percentuali da rispettare, non dovrebbero esserci problemi. Il porta a porta che partirà nelle prossime settimane sarà un ulteriore slancio verso percorsi più virtuosi. Tutto però passa dalle carte, in primis dal Piano Aro. Su questo fronte è tutto nelle mani del consiglio comunale. Un dato è certo: saranno settimane di super lavoro, come sempre fatto all’ultimissimo momento.

Francesca Stornante

4 commenti

  1. Me li immagino Ilacqua e Company alle prese con questa Ordinanza! Ma chi è sta cosa? Si mancia? Si sono cacciati nei guai; gente che non sa nemmeno gestire casa propria alle prese con un piano rifiuti!! Aiutateci, mandateci qualcuno da Palermo, da Roma da qualsiasi parte del mondo: non lasciateci nelle mani di Ilacqua. Pagella giunta Accorinti e Consiglio Comunale: voto -3 (non fanno la differenza).

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  2. Me li immagino Ilacqua e Company alle prese con questa Ordinanza! Ma chi è sta cosa? Si mancia? Si sono cacciati nei guai; gente che non sa nemmeno gestire casa propria alle prese con un piano rifiuti!! Aiutateci, mandateci qualcuno da Palermo, da Roma da qualsiasi parte del mondo: non lasciateci nelle mani di Ilacqua. Pagella giunta Accorinti e Consiglio Comunale: voto -3 (non fanno la differenza).

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  3. Intanto Messina è, come sempre, piena di immondizia. Il fallimento della pseudo classe dirigente messinese è sotto gli occhi di tutti. Disordine urbanistico, spazzatura ovunque, senza acqua, in generale tutti i servizi pubblici, assenza cronica dei vigili urbani. A Roma nei programmi elettorali parlano di perfierie degradate, a Messina a Piazza Cairoli, come in tutto il centro, cresce l’erba nei marciapiedi, VERGOGNATEVI INCAPACI. Pagella psedudo classe dirigente di Messina di ieri di oggi e di domani: voto -2 miliardi (traffichini).

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  4. Intanto Messina è, come sempre, piena di immondizia. Il fallimento della pseudo classe dirigente messinese è sotto gli occhi di tutti. Disordine urbanistico, spazzatura ovunque, senza acqua, in generale tutti i servizi pubblici, assenza cronica dei vigili urbani. A Roma nei programmi elettorali parlano di perfierie degradate, a Messina a Piazza Cairoli, come in tutto il centro, cresce l’erba nei marciapiedi, VERGOGNATEVI INCAPACI. Pagella psedudo classe dirigente di Messina di ieri di oggi e di domani: voto -2 miliardi (traffichini).

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