Salvare il borgo di Tripi dalla desertificazione? Santi Cautela: “Solo tramite l’accoglienza”

Salvare il borgo di Tripi dalla desertificazione? Santi Cautela: “Solo tramite l’accoglienza”

Salvatore Di Trapani

Salvare il borgo di Tripi dalla desertificazione? Santi Cautela: “Solo tramite l’accoglienza”

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lunedì 15 Febbraio 2016 - 16:23

Il borgo di Tripi rischia la desertificazione. Secondo le ricerche dello scrittore e consulente politico Santi Cautela entro il 2050 Tripi diventerà una città fantasma. La soluzione per contrastare questo “trend”, tuttavia, sembrerebbe a portata di mano: “E’ necessario attuare una politica dell’accoglienza –dichiara Cautela- dobbiamo attirare i giovani e unificare antico e moderno”.

Il Borgo di Tripi rischia la desertificazione, entro il 2050 diventerà una città fantasma. A dirlo è lo scrittore e consulente politico Santi Cautela, autore del libro “Kennedy un socialista alla Casa Bianca” edito da Historica, impegnato da anni nella rivalutazione culturale del piccolo borgo messinese. Secondo i suoi studi, infatti, la comunità di Tripi starebbe vivendo un intensa attività di desertificazione registrando un calo nel numero di abitanti del 15% ogni 10 anni. Un trend, questo, i cui esiti sono facilmente prevedibili.

Una situazione tutt’altro che favorevole, dunque, si prospetta nel futuro del borgo di Tripi. Ma la soluzione, dichiara Cautela, sarebbe a portata di mano. Richiamando l’esempio del comune di Sutera, che grazie alle proprie strategie incentrate sull’accoglienza è riuscita a generare, come riportato dal Times, una perfetta unione tra “paese vecchio e paese nuovo”, lo scrittore propone di puntare tutto sulle medesime strategie rendendo Tripi un nuovo punto d’interesse per visitatori di ogni tipo.

“A Sutera Hanno rianimato le scuole, le botteghe, le micro attività, grazie al capitale umano, alla propensione dei siciliani all’accoglienza e ai fondi europei –ci spiega Cautela- Importare questo modello a Tripi –aggiunge- vorrebbe dire evitare il fenomeno della desertificazione urbana già riscontrabile nella frazione di Casale, vero ammasso fantasma di ruderi. Facendo ripartire l’economia e la crescita demografica, potremo finalmente uscire dal cassetto il sogno di quei pochi giovani tripensi rimasti nel Paese, ossia creare un borgo pieno di locali d'intrattenimento, dove musica e tradizione si incontrano magicamente, così non sarà solo una città accoglienza per chi scappa dalla guerra, ma anche una città attrazione per i tanti giovani dei paesi circostanti. Tripi è stata culla di una civiltà antichissima, potrebbe diventare un polo multilingue e multi culturale nel futuro. Prendetela pure come una provocazione –conclude– ma è il momento di iniziare a prendere decisioni serie, per evitare che il nostro amato paesino si trasformi in un enorme cimitero fantasma, fuori da ogni statistica e da ogni ricordo”.

Una vera e propria sfida, dunque, per contrastare la desertificazione di un borgo che, sicuramente, ha ancora molto da offrire. Il comune di Tripi accoglierà il suggerimento di Santi Cautela?

Salvatore Di Trapani

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