Un gazebo per la casa che non c'è. Esplode la protesta dei morosi incolpevoli. FOTO

Un gazebo per la casa che non c’è. Esplode la protesta dei morosi incolpevoli. FOTO

Francesca Stornante

Un gazebo per la casa che non c’è. Esplode la protesta dei morosi incolpevoli. FOTO

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lunedì 22 Giugno 2015 - 11:14

Durissimo il commento di Gino Sturniolo che ha puntato il dito contro le scelte di un'amministrazione che spende circa 100 mila euro per le celebrazioni della Conferenza di Messina e in due anni ha tolto dai bilanci i 50 mila euro destinati ai morosi incolpevoli. LA FOTOGALLERY di SERENA CAPPARELLI

Un gazebo sistemato in mezzo al corridoio di Palazzo Zanca. Un gazebo che è simbolo di quella casa che non c'è più, è l'unico tetto che rimane alle famiglie che nel giro di qualche giorno o settimana subiranno l'ennesimo sfratto. L'unione inquilini insieme ai consiglieri comunali Gino Sturniolo e Nina Lo Presti hanno più volte provato a svegliare l'amministrazione Accorinti, ma senza ottenere nessun risultato. Hanno anche contestato il bando per le morosità incolpevoli, nel frattempo però ci sono 12 famiglie che rischiano di rimanere senza casa. E così è esplosa la protesta. Si sono piazzati a Palazzo Zanca e hanno ottenuto la promessa di un incontro fissato per domattina alle 9 con gli assessori Sebastiano Pino, Guido Signorino, Nino Mantineo e con il segretario generale Antonio Le Donne. Ma non è bastato a convincerli a lasciare il presidio. Trascorreranno la notte sotto quel gazebo e se dall'incontro di domani non arriveranno notizie certe la protesta continuerà a oltranza.
"Ad una famiglia si può togliere tutto, ma quando si tocca la casa significa strappargli la dignità" ha dichiarato Clelia Marano, oggi in prima fila insieme alle famiglie sotto il gazebo.
Durissimo il commento di Gino Sturniolo che ha puntato il dito contro le scelte di un'amministrazione che spende circa 100 mila euro per le celebrazioni della Conferenza di Messina e in due anni ha tolto dai bilanci i 50 mila euro destinati ai morosi incolpevoli. "Giusto investire in cultura anche nei momenti economicamente più duri ma il problema è per cosa lo fai. E qui lo abbiamo fatto per celebrare un'Europa che riduce i suoi cittadini in queste condizioni”.

IL DOCUMENTO DELL'UNIONE INQUILINI:

L’amministrazione comunale risulta non pervenuta sulle politiche abitative. Dal suo insediamento ad oggi, al netto di qualche intervento strettamente ordinario nel campo del risanamento ad opera dell’Assessore Pino, registriamo una totale paralisi. Abbiamo chiesto a più riprese di far leva su alcune norme nazionali, la cui applicazione sortirebbe qualche effetto per i senza casa. Ma ricevendo al momento solo pallidi apprezzamenti per le idee suggerite, rileviamo che l’incompiutezza di tali proposte segna inevitabilmente l’assenza di una strategia politica per contrastare la sofferenza abitativa, la parola CASA è stata espunta dall’agenda di questa Amministrazione e di questo ne siamo dispiaciuti. Oltre l’amarezza, però, vi è tanta rabbia: non è stata esaminata alcuna “uscita di sicurezza” per tutelare decine di famiglie sprofondate nella precarietà abitativa, l’indefettibile amor e attenzione per le fasce deboli della nostra città che animava la Giunta Accorinti, sono stati sacrificati sull’altare delle procedure di riequilibrio. Giorno 3 giugno i lacciuoli del bilancio comunale si sono allentati, facendo sfilare 50000 euro, spesi per la celebrazione in pompa magna dei 60anni della Carta di Messina, con rutilanti tappeti, pranzi di gala, e adottando tutti i crismi, i codici ed un linguaggio da evento solenne, per 4 giorni il rigore dei conti è stato sospeso. Tutto ciò avviene dopo aver denunciato pubblicamente la sparizione dai bilanci comunali della somma di 50000 euro annunciata per l’anno 2014, da destinare ai morosi incolpevoli. Un vero e proprio pugno allo stomaco! Una somma piccola, lo sappiamo, che non avrebbe risolto i problemi degli sfrattati, ma che avrebbe rappresentato sicuramente un piccolo segnale di volontà politica per lenire il disagio abitativo per tante famiglie messinesi, stritolate dalla crisi economica. Sono addirittura riusciti, con l’ausilio di zelanti dirigenti, nell’impresa di disattivare le finalità del legislatore nazionale per quanto concerne l’accesso al contributo per la morosità incolpevole, ovviamente con lo zampino della Regione Sicilia. Ci preoccupa particolarmente la limitazione della graduatoria definitiva ai soli sfratti esecutivi emessi nell’anno 2013,imposta tramite una circolare dal Dirigente Gen. del Dipartimento Regionale competente. Lo abbiamo spiegato in tutte le salse: circoscrivere i destinatari del contributo a quelli che hanno avuto lo sfratto nel 2013, è totalmente illogico perché gli sfrattati in questo lasso di tempo hanno trovato nella migliore delle ipotesi un’altra soluzione alloggiativa. In tal modo si violano profondamente il senso e lo spirito della legge, si tradiscono le finalità, che sono quelle di evitare l'esecuzione degli sfratti indipendentemente da quando sono stati emessi. In sintesi si escludono dal beneficio molti soggetti che invece ne avrebbero il diritto, con la conseguenza di gettare per strada decine di famiglie, un’ingiustizia insopportabile!

A questo si aggiungono le altre limitazioni assurde imposte dalla Regione Sicilia. Oltre la riduzione del contributo da 8000 a 3000 euro(!) c’è l’obbligo del consenso del padrone di casa da inserire in allegato alla domanda. Questi deve dare il consenso per ricevere i contributi al fine di stipulare un nuovo contratto a canone concordato oppure per differire lo sfratto per un periodo pari alla somma del contributo ricevuto.

Inoltre se l’inquilino vuole ricevere un contributo per pagare il deposito cauzionale (unica possibilità che non vede il vecchio proprietario come interlocutore) bisogna presentare(udite,udite) da allegare alla domanda, un nuovo contratto già stipulato per ricevere la somma dovuta. Ma se l’inquilino necessita della somma iniziale(la caparra) per fare un nuovo contratto di locazione, come può presentare copia del contratto se ancora lo deve stipulare?? Complicazioni logistiche che restringeranno ancora di più il campo di accesso ai contributi, inoltre è impensabile che il vecchio padrone di casa accetti di non sfrattare senza un intervento di mediazione da parte delle istituzioni. Non si possono abbandonare le famiglie in questa fase delicatissima! In poche parole scompare dai bandi, dalle procedure, l’”accompagnamento sociale” previsto dalla legge, ovvero l’intervento di mediazione e di conciliazione da parte delle istituzioni per i morosi incolpevoli, realizzabile mediante organismi comunali di cui al decreto attuativo 202 del 14/05/2014 dell’art.6 comma 5 della legge 124/13. Come sospettavamo il bando con queste restrizioni folli andrà deserto ed i veri beneficiari, coloro che erano ad un passo dalla soluzione (seppur provvisoria), sono esclusi, ex abrupto dalle graduatorie; sembra quasi il supplizio di Tantalo, ma gli artefici non sono gli dei, ma le istituzioni che adesso dovranno attivarsi per scongiurare massacri sociali.

Non è pensabile che il Comune quindi svolga soltanto la funzione di “sportello finanziario” per l’elargizione dei contributi. E’ fondamentale la costituzione di un Ufficio Casa, ma nello specifico di una commissione di graduazione sfratti e di accompagnamento sociale che punti a promuove azioni coordinate al fine di garantire la sostenibilità sociale dello sfratto e a favorire il percorso di passaggio da casa a casa dei soggetti che non sono in possesso di altra abitazione adeguata al proprio nucleo familiare. Possono essere composte da rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli inquilini e delle associazioni di proprietà edilizia, un rappresentante del soggetto gestore del patrimonio destinato all'edilizia residenziale pubblica, possono parteciparvi rappresentanti delle Prefetture e delle Questure, nonché rappresentanti dei comuni interessati, assistenti sociali, mediatori sociali, rappresentante comitati inquilini ecc. Dotiamoci subito di questi strumenti.

Questo denota, a nostro avviso, lo stato comatoso in cui versa l’Amministrazione comunale, “non reagisce agli stimoli”. Dinanzi ad un disagio sociale gravissimo, in cui la crisi economica innesca un effetto moltiplicatore di carattere esponenziale, non rileviamo alcuna azione di prevenzione e programmazione in materia “ casa”, non c’è alcun indirizzo politico in grado di contrastare il trend in ascesa degli sfratti: i dati sono allarmanti, a Messina nonostante i dati 2014 siano incompleti (mancano i dati del secondo semestre), registriamo 364 provvedimenti di sfratto!

Pertanto il bilancio è totalmente negativo, gli inquilini sono stati beffati, ignorati e rimpallati in più occasioni, alcuni sono stati sbattuti fuori da casa senza che il Comune avviasse delle procedure di protezione sociale, considerata la particolare fragilità dei nuclei familiari. Difficilmente cambieranno giudizio, a meno che l’Amministrazione Accorinti ci stupisca con un reale cambio di passo che porti a risultati concreti nel breve periodo. Per questi motivi scendiamo in piazza oggi, occupando i locali del Comune di Messina, così come annunciato nella conferenza stampa di poche settimane fa e chiediamo all’Amministrazione Comunale:

– Che venga garantito il passaggio da casa a casa per le 12 famiglie accedute al primo bando per i morosi incolpevoli pubblicato dal comune di Messina a novembre 2014;

– Che il Comune attui l’art.26 comma 1 e comma 1 bis dello “sblocca Italia” che prevede accordi di programma con le agenzie del demanio per il reperimento di immobili da destinare prioritariamente ai morosi incolpevoli;

– Che venga messo in pratica quanto previsto dal decreto del 30 gennaio 2015: “recupero ai fini abitativi degli immobili confiscati alla mafia”, che prevede l’assegnazione ai soggetti a cui è stato emesso un provvedimento esecutivo di sfratto;

– Che vengano messi a disposizione immobili e alloggi da recuperare mediante percorsi di autorecupero e di autocostruzione (possibilità già prevista dalla bozza di regolamento dell’uso dei beni patrimoniali); redigere convenzioni con gli enti pubblici (inps, fs, poste, ipab ecc.) per la messa a disposizione in via temporanea di alloggi da destinare alle famiglie in condizioni di precarietà abitativa.

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