Patto di stabilità: per la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento Protezione Civile, inevitabile lo sforamento, ma...

Patto di stabilità: per la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento Protezione Civile, inevitabile lo sforamento, ma…

Danila La Torre

Patto di stabilità: per la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento Protezione Civile, inevitabile lo sforamento, ma…

Tag:

giovedì 12 Aprile 2012 - 22:41

Il Capo della Protezione Civile Gabrielli rimette nella mani di altri la decisione finale. Ecco quali potrebbero essere le conseguenze per il Comune nel caso in cui fosse definitivamente accertato il mancato rispetto del patto di stabilità. E intanto Saglimbeni , tornato all'opposizione, attacca il sindaco Buzzanca

Il Comune chiede, la Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento della Protezione Civile, risponde. Oggetto della comunicazione istituzionale: il “patto di stabilità interno – esclusione del saldo valido ai fini del rispetto del patto”. Le notizie che arrivano da Roma sono purtroppo tutt’altro che confortanti e confermano quello che già molti temevano ma pochi, all’interno dell’amministrazione comunale, avevano il coraggio di ammettere: a palazzo Zanca lo sforamento del patto di stabilità è praticamente inevitabile.

E’, infatti, questo in sostanza il senso della comunicazione firmata dal capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che lo scorso 26 marzo ha riposto alla nota n. 1449/21379 del 26/01/2012 inoltrata dal Comune alla Presidenza del Consiglio per sapere «se le spese connesse agli interventi di cui all’OPCM 19 dicembre 2008 n. 3721 finanziati con fondi propri provenienti da mutui precedentemente contratti dal Comune con la Cassa Depositi e Prestiti, possano essere esclusi dai conteggi relativi ai saldi del “patto di stabilità interno”».

Ricordiamo che lo sforamento complessivo dell’Ente ammonta a 27,144 milioni di euro, di cui 23,144 milioni di euro – per stessa ammissione di Buzzanca – sono stati utilizzati per investimenti inerenti il completamento degli svincoli di Giostra. Se però il primo cittadino era convinto che il fine potesse giustificare i mezzi e che, quindi, fosse implicitamente lecito attingere dalle risorse interne pur di fare andare avanti i lavori di un’opera che i messinesi attendono da oltre trent’anni, e confidava nel fatto che quelle somme non sarebbero state conteggiate nel saldo finale del patto di stabilità, la riposta del Capo della Protezione civile mette fine ad ogni speranza.

Nella sua nota, Gabrielli richiama quanto previsto dall’articolo 31, comma 7 della Legge 12 novembre 2011 n 183 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2012), in base al quale «nel saldo finanziario in termini di competenza mista, individuato ai sensi del comma 3, rilevante ai fini della verifica del rispetto del patto di stabilità interno, non sono considerate le risorse provenienti dallo Stato e le relative spese di parte corrente e in conto capitale sostenute dalle provincie e dai comuni per l’attuazione delle ordinanze emanate dal Presidente del Consiglio dei Ministri a seguito di dichiarazione dello stato di emergenza. L’esclusione delle spese opera anche se esse sono effettuate in più anni, purché nei limiti complessivi delle medesime risorse e purché relative ad entrate registrate successivamente al 2008».

Gabrielli cita, inoltre, diverse circolari della Ragioneria Generale dello Stato del Ministero dell’Economia delle Finanze ed in particolare la circolare n 5 del 14 febbraio 2012 la quale, prevede espressamente che «l’esclusione non si estende ai mutui e ai prestiti contratti dall’Ente locale». Secondo il capo della Protezione civile, «per la fattispecie rappresentata da codesto Ente si ritiene che le spese di che trattasi non possono evidentemente essere escluse stante l’attuale normativa»

«L’esclusione, tra l’altro – continua Gabrielli – non è consentita qualora le spese siano relative ad entrate registrate in anni precedenti al 2009».

Posto che secondo il Dipartimento di Protezione civile, il Comune deve rassegnarsi allo sforamento, Gabrielli, comunque, lascia alla fine uno spiraglio «Ad ogni modo – conclude – atteso che la materia non rientra tra le specifiche competenze dello scrivente Dipartimento si rimette ogni eventuale ed ulteriore determinazione al Ministero dell’Economia delle Finanze al quale la presente, unitamente alla copia della nota in riferimento, è inviata per conoscenza».

In attesa di sapere se e come eventualmente si esprimerà il dicastero chiamato in causa da Gabrielli, ecco a quali rischi andrebbe incontro il Comune di Messina nel caso in cui venisse definitivamente conclamato lo sforamento del patto di stabilità.

In base a quanto previsto dal decreto legge n°149 del 6 settembre 2011, le conseguenze sarebbero le seguenti :

– l’impossibilità per l’Ente di contrarre nuovi mutui ;

-una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l'obiettivo programmatico predeterminato e comunque per un importo non superiore al 3 per cento delle entrate correnti registrate nell'ultimo consuntivo.

-l’impossibilità ad impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale medio dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio;

– l’impossibilità per l’ente di ricorrere all'indebitamento per gli investimenti; i mutui e i prestiti obbligazionari posti in essere con istituzioni creditizie o finanziarie per il finanziamento degli investimenti, devono essere corredati da apposita attestazione da cui risulti il conseguimento degli obiettivi del patto di stabilità interno per l'anno precedente. L'istituto finanziatore o l'intermediario finanziario non può procedere al finanziamento o al collocamento del prestito in assenza della predetta attestazione;

– l’impossibilità a procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e di somministrazione, anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto. E' fatto altresì divieto agli enti di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione;

– l’obbligo a rideterminare le indennità' di funzione ed i gettoni di presenza indicati nell'articolo 82 del citato testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, e successive modificazioni, con una riduzione del 30 per cento rispetto all'ammontare risultante alla data del 30 giugno 2010.

Sulla situazione finanziaria dell'Ente e sull’ormai probabile sforamento del patto di stabilità arriva già una prima "sentenza", quella del consigliere comunale Paolo Saglimbeni, appena rientrato nel Pd dopo aver flirtato col Pdl area Corona, che coglie al volo l'occasione per puntare il dito contro il sindaco Buzzanca e la sua giunta: «abbiamo la certezza – scrive in una nota – del fallimento delle politiche di bilancio dell'amministrazione Buzzanca, con il Consiglio tenuto subdolamente all'oscuro, seppur formalmente competente in materia». L'esponente del partito democratico prende di mira soprattutto il primo cittadino : «il sindaco, confermata la strategia dell'uomo solo al comando – continua nel documento – ha buttato alle ortiche l'ennesima occasione, la più importante, per rilanciare la governance del Comune dando dignità, regolarmente calpestata in questi anni, e riconoscendo il ruolo politico del consiglio comunale nel raggiungimento di un obiettivo, appunto la realizzazione degli svincoli, fondamentale per la nostra città. A questo punto, date le gravissime sanzioni previste dalla violazione del Patto, quali la riduzione dei contributi statali, il taglio del 20% delle spese correnti, il blocco delle assunzioni di ogni tipo, l'impossibilità di contrarre mutui, è opportuno che l'interlocutore del Consiglio sia sempre di più un commissario sia per approvare il consuntivo 2011 che pe redigere il previsionale 2012, inevitabilmente lacrime e sangue, in grado di rispettare il patto di stabilità ed evitare il dissesto finanziario». (Danila La Torre)

2 commenti

  1. Intanto un plauso alle giornaliste di TempoStretto,che accostai alle donne storiche messinesi,Dina,Clarenza e Antonina Cascio,vanno al di là delle mie aspettative con i loro articoli,sono una spina nel fianco del sistema di potere cittadino.In merito all’articolo,puntuale e completo,se la risposta della Protezione Civile è scritta a due mani con il ministero dell’Economia e Finanze,saranno guai per noi messinesi,ma pure per Orazio MIloro e il dirigente Ferdinando Coglitore,poichè debutta la sanzione pecuniaria a carico degli amministratori e del responsabile del servizio economico-finanziario dei Comuni,di ammontare pari fino a dieci volte l’indennità di carica,per il primo,e fino a tre volte la mensilità,al netto degli oneri,per il secondo.
    Essa sarà stabilita dalla sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti nei casi in cui accertino che il rispetto del patto è stato raggiunto mediante imputazioni contabili “scorrette” o altre forme elusive,già richiamate recentemente dalla Corte dei Conti sul bilancio di palazzo Zanca. Non vorrei essere nei panni di Orazio Miloro e del dott.Ferdinando Coglitore.

    0
    0
  2. Ho letto con attenzione l’articolo che si commenta, che definisco chiaro e puntuale nel rendere accessibili le informazioni rese ai lettori. Il passaggio che più mi ha colpito, lo riporto integralmente:” Ricordiamo che lo sforamento complessivo dell’Ente ammonta a 27,144 milioni di euro, di cui 23,144 milioni di euro – per stessa ammissione di Buzzanca – sono stati utilizzati per investimenti inerenti il completamento degli svincoli di Giostra. A parte le conseguenze derivanti dallo “sforamento” del patto di stabilità, rientrando, queste nelle sanzioni che limitano la spesa relativa alle attività istituzioni dell’Ente, brillantemente illustrate, ciò che non comprendono è come può ritenersi legittimo una “travaso di somme” destinate all’assolvimento di compiti aventi caratteristiche istituzione quantificate ed indirizzate nel “bilancio di previsione” del Comune” per finanziare lavori dei quali il Comune di Messina è, soltanto, ente appaltante. Ricordo che negli anno 70 un mio collega, solo per avere utilizzato fondi destinati per la costruzione di una scuola per pagare gli stipendi ai dipendenti del Comune, fu condannato per “peculato per distrazione” Oggi, ma anche in tempi recenti si sbandiera che mostro Sindaco, con il sostegno della ragioneria generale. ha prelevato € 23.144.000,00 destinati per finanziare servizi pubblici di immediato beneficio per la cittadinanza, per finanziare un’opero che il Comune non è altra che “Ente appaltante” e che, pertanto, non appartiene ai cittadini messine, ma all’orgoglio della “casta”. Ed allora, alla mia età che simboleggia un “futuro già trascorso” mi chiede se sono cambiate, in peggio, le leggi oppure è cambiato il metodo di “fare giustizia” nella nostra città. Che siano cambiate le leggi è cosa probabile, ma è anche probabile la seconda ipotesi. Sono i fatti che contano.

    0
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007