Rao-Sparso, “irrompe” Capurro: normale avvicendamento politico

Rao-Sparso, “irrompe” Capurro: normale avvicendamento politico

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mercoledì 08 Giugno 2011 - 22:47

Excursus sulle strategie politiche dell’era Genovese: «Perché allora nessuno disse nulla?»

Il suo nome è stato tirato in ballo come una sorta di figura “ombra” dietro al mini-rimpasto di Palazzo Zanca. Quella sostituzione di Pippo Rao con Roberto Sparso al risanamento che tante polemiche ha suscitato. Ma lui, Pippo Capurro, capogruppo del Pdl nonostante per ben due volte abbiano tentato di “sfiduciarlo”, non ci sta più ed alza la voce. Rispondendo un po’ a tutti, anche a chi, come l’ex assessore al risanamento (era Genovese) Angela Bottari, che nei giorni scorsi aveva bollato la sostituzione in giunta come mero giochetto politico-clientelare. «Spero che la querelle relativa alla nomina di Roberto Sparso quale assessore al Risanamento della giunta Buzzanca in sostituzione del dimissionario Giuseppe Rao venga derubricata definitivamente come un normale avvicendamento politico-amministrativo. Le polemiche tendenti a cercare di screditare la parte politica del Popolo delle Libertà che si riconosce nell’ex Forza Italia e ai suoi dirigenti “storici” – afferma Capurro – sono non solo ingenerosi ma hanno la memoria corta o meglio sono figli di una sub cultura sinistroide per cui operazioni elettorali-clientelari poste in essere da amministratori di centrosinistra sono dettate da esigenze amministrative mentre se fatte da altri sono additate alla pubblica opinione come bassa politica se non peggio».

Capurro certi passaggi li conosce bene, anche perché quando Francantonio Genovese era sindaco, lui era dalla sua parte, nel centrosinistra, sponda “Margherita”, l’embrione del futuro Pd. E allora l’attuale capogruppo del Pdl non fatica a ricordare che Genovese «sostituì dopo solo sei mesi Valentino Scarfone assessore al Personale, in quota Mpa-Università, con Marcello Greco di Nuova Sicilia. Tale operazione determinò l’ingresso in consiglio comunale di Salvatore Serra che insieme a Paolo Saglimbeni ingrossarono le file della maggioranza. Si potrebbe obiettare che il buon Scarfone era un pesce fuor d’acqua o che l’Mpa si era schierato con Berlusconi, la verità però è che Nuova Sicilia aveva sostenuto un altro sindaco e il buon Scarfone apprese del suo defenestramento dai giornali. Che dire poi della sostituzione dell’ottima Antonella Cocchiara, assessore alle Pari opportunità e Marketing Territoriale, con la consigliera eletta nella lista Francantonio per Messina Luciana Intilisano? E qui per giustificare occorre arrampicarsi sugli specchi stante il poderoso curriculum della docente dell’Università di Messina. Non c’è dubbio però che l’operazione fruttò “politicamente” in modo significativo, atteso che le dimissioni della Intilisano determinarono la nomina di Turi Rizzo ad esperto del sindaco con contestuale rinuncia, quale primo dei non eletti, alla carica di consigliere comunale della quale viceversa fu investita Donatella Sindoni che lasciò libero a sua volta il posto nel CdA dell’Amam a vantaggio di Gino Mazzullo».

Una memoria di ferro, quella di Capurro, che non si ferma più: «Non è secondario evidenziare – aggiunge – che successivamente furono sostituiti Mario Centorrino con Pippo Molonia all’assessorato al Bilancio con subentro in consiglio comunale di Gregorio Falzea, che così lasciò libero il suo posto nel collegio di difesa ricoperto da Antonella Pistorino; mentre Francesco Gallo, “dimissionario per necessità”, fu sostituito anch’esso con un consigliere comunale, Domenico Bonanno, spalancando le porte verso uno scranno nel consiglio a Michelangelo Giannetto (vice-presidente dell’Ato3), previa rinuncia del primo dei non eletti Michele Tomasello che preferì rimanere all’Istituzione Servizi Sociali. Mi piace ricordare – continua Capurro – che un’altra “operazione politica” fu quella di nominare Vincenzo Ciraolo, dirigente esterno dell’Ufficio Legale, che lasciò il posto, che aveva conquistato a seguito delle dimissioni di Elio Sauta da presidente dell’Istituzione, a Carmelo Giaimo che a sua volta lasciò il Cda dell’Istituzione a vantaggio di Emanuele Tripodo». Fini strategie, evidentemente non un’esclusiva del partito di centrodestra che oggi è in maggioranza a Palazzo Zanca.

«A quanti hanno ritenuto di fare affermazioni del tutto gratuite bollando quale operazione di rafforzamento elettorale di una componente politica il legittimo ingresso in consiglio comunale di Roberto Nicolosi – conclude Capurro – voglio dire una volta per tutte di dedicarsi un pò di più alle vicende dei loro partitim che non hanno brillato per democrazia e senso civico, continuando a guardare a quello che succede all’Ato3, con le cosiddette promozioni che incidono per qualche migliaio di euro per dipendenti assunti con la gestione del centrosinistra». Le famose “infornate” dell’era Genovese.

Un commento

  1. certo, passando continuamente da destra a sinistra pur di stare su una poltrona conosce tutto, ma proprio tutto!!!

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