"Immaginate un ospedale senza medici. Sarà così nelle ambulanze del 118"

“Immaginate un ospedale senza medici. Sarà così nelle ambulanze del 118”

Rosaria Brancato

“Immaginate un ospedale senza medici. Sarà così nelle ambulanze del 118”

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mercoledì 12 Aprile 2017 - 05:14

"Vi chiedo se come non è immaginabile un ospedale senza medici lo possa essere un'ambulanza. Eppure è quello che prevede la nuova rete". I racconti dei medici del 118.

“Immaginate un ospedale senza medici. Anche con uno sforzo dell’immaginazione non esiste, non si è mai visto, non è concepibile. Ma nel 118, sostanzialmente, è quello che ci stanno proponendo”.

Ad aprire i lavori dell’assemblea all’Ordine del pomeriggio sono stati loro, i medici del 118, con le loro testimonianze, le loro analisi basate su dati, grafici, percentuali.

Un ospedale senza medici è un ossimoro e lo è anche un’ambulanza ed il racconto di Daniele Marino ci catapulta in quella che potrebbe essere un’amara realtà qualora la nuova rete ospedaliera non venisse modificata.

E’ del 118 che voglio parlarvi, che come un ospedale, è composto da grandi figure professionali, medici ed operatori di centrale che ne coordinano l’attività ed autisti soccorritori, infermieri e medici, che, a bordo delle ambulanze, giungono a casa nostra. Tutti i ruoli sono fondamentali ed indispensabili per la riuscita di un intervento. Nessuno di noi, da solo, sarebbe in grado di effettuare un soccorso degno di questo nome”.

L’arrivo dell’ambulanza medicalizzata annulla le differenze spazio-temporali, perché è nel giro di attimi che si gioca il futuro e la vita stessa di chi viene soccorso. Non esiste un ospedale senza medici. A maggior ragione non si può pensare di lasciare il 118 senza i medici.

“La differenza sostanziale tra un’ambulanza con un medico ed una senza- continua Marino- è la capacità di fare diagnosi e la tempestività di provvedimenti terapeutici che solo un medico può garantire. Di fronte ad un paziente con shock anafilattico che va trattato nei primi minuti o secondi preferireste ci fosse un medico o no? Nel caso di una vittima di un incidente stradale con trauma cranico e agitazione psicomotoria vi sentireste più sicuri in presenza di un medico che lo sedi e faccia un’eventuale diagnosi per escludere un trauma cerebrale che lo potrebbe condannare alla sedia a rotelle? Immaginate un arresto cardiaco. I due bravissimi soccorritori faranno un eccellente massaggio cardiaco ma solo il medico potrà dare maggiori chances al paziente somministrando farmaci. Sulle nostre ambulanze i medici possono eseguire cardioversioni elettriche, pacemaker cutanei, ecografie d’emergenza, accessi intraossei. Vi chiedo se come non è immaginabile un ospedale senza medici lo possa essere un’ambulanza”.

A queste domande dovrebbe rispondere chiunque abbia partecipato alla stesura della rete del 118. Chissà se si è chiesto se vorrebbe un medico a bordo di un’ambulanza che lo soccorre o soccorre un suo caro. Una domanda che diventa a maggior ragione fondamentale se la nuova Rete ospedaliera diminuisce il numero dei presidi nel territorio.

Marcello Savasta ha scritto una lettera che ben descrive questa realtà di frontiera e che Tempostretto ha pubblicato nei mesi scorsi. Ha 37 anni e la passione del primo giorno. Ha realizzato i grafici del “prima” e del “dopo” (leggi il download) la cura dell’assessore Gucciardi, con le ambulanze senza medici dislocate nel territorio messinese come biglie impazzite, senza logica. Metà territorio ne è del tutto privo.

“Il Balduzzi prevede 1 ambulanza per 60 mila abitanti. La provincia di Messina ne ha più di 645 mila- ci spiega- ma nel piano sono state previste solo 11 MSA per la costa e due per le isole maggiori delle Eolie. A Messina soltanto una medicalizzata, mentre tra Taormina e l’Alcantara nessuna. Eppure il Balduzzi prevede correttivi che tengono in considerazione fattori legati al territorio, alla viabilità. Nel messinese in un anno si registrano 3 milioni di turisti, almeno 600 mila in più di quanti ce ne siano a Palermo. Ebbene, nonostante il DM 70 preveda correttivi in presenza di flussi turistici di questa portata, per il nostro territorio non ne sono previsti”.

Nessuna MSA (ambulanza con medico) è stata considerata per il Distretto tirrenico orientale (Villafranca, Rometta, Rodia, San Saba), né a Milazzo (dove pure c’è un sito ad alto rischio come la Raffineria), né nel distretto dei Nebrodi (Patti, Falcone), né a Lipari (in questo caso solo grazie al Prefetto di Messina si era ottenuta un’ambulanza medicalizzata ma la nuova rete del 118 l’ha cancellata).

Il modello del 118 di Messina attuale e la sinergia con i presidi di Pronto soccorso, l’elevata capacità di risolvere per il 50% senza ricorrere all’ospedalizzazione, è da esempio per il Paese. Eppure il provvedimento regionale lo smantella.

Eppure basterebbe farsi quella semplice domanda: se un giorno voi chiamaste il 118 vorreste essere soccorsi da un’ambulanza con un medico o no?

Rosaria Brancato

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