Parricidio di Spadafora, tra la morte di Pierluigi e il disagio mentale di Gabriele

Parricidio di Spadafora, tra la morte di Pierluigi e il disagio mentale di Gabriele

Redazione

Parricidio di Spadafora, tra la morte di Pierluigi e il disagio mentale di Gabriele

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sabato 05 Settembre 2020 - 12:38

Il giorno dopo i funerali di Pierluigi Mollica, il figlio Gabriele è ancora ricoverato in ospedale. Il giudice vuole sapere se potrebbe fare del male a se stesso

Pierluigi Mollica non c’è più. Il suo corpo straziato da una grandinata di coltellate è stato seppellito ieri, dopo i funerali al Duomo. Il figlio Gabriele, invece, reo confesso del suo omicidio, è ancora ricoverato all’ospedale Papardo, in attesa che le ferite procuratesi durante il delitto guariscano.

Dopo, per lui, ci sono due prospettive: il carcere o la struttura psichiatrica giudiziaria. Il giudice Monica Marino non ha ancora deciso tra le due opzioni. Per farlo, attende la relazione del servizio psichiatrico della struttura ospedaliera dove il ventenne è ricoverato. Il giudice in particolare ha chiesto alla Psichiatria di Papardo se Gabriele può stare in cella ordinaria, o se è pericoloso per se stesso, se potrebbe tentare atti di auto lesionismo.

Il faccia a faccia col ragazzo, durante l’interrogatorio di garanzia, sembra infatti aver disorientato anche lei, che ha scelto la linea della prudenza, anche alla luce della richiesta dell’avvocato Carlo Morace. Il difensore del ragazzo ha presentato un certificato risalente al 2014 che attesta i disagi mentali di Gabriele.

Lui stesso, durante gli interrogatori, prima col pm Anna Maria Arena prima e il giudice Marino dopo, ha fatto capire che il padre temeva che potesse farsi del male. Tanto da nascondere in un cassetto un coltello da cucina, comprato per tagliare carni e salumi, nel timore che il figlio potesse usarlo per ferirsi.

Invece Gabriele ha rivolto contro il padre tutta la furia generata dal proprio malessere interiore, tutta soltanto contro il padre, e ha usato proprio quell’arnese per finirlo: una pioggia di coltellate, dirette contro il genitore, rapidamente e in silenzio, quasi senza accorgersi della presenza della compagna che gli dormiva accanto, ignorandola completamente – lei si è ferita di striscio agli arti, nel tentativo di difendere Pierluigi.

Poi, ha ammesso al giudice e lo ha ripetuto a se stesso poco dopo il delitto – hanno raccontato i testimoni – si è sentito pervaso da un senso di liberazione profonda, uno svuotamento benefico.

L’accusa di omicidio per Gabriele è netta. Saranno ora i medici a dire se può stare in un carcere ordinario o ha bisogno di cure, come ha chiesto la famiglia.

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