Dalle Province ai Consorzi. Cerreti lamenta i tagli al servizio di trasporto e assistenza disabili

Dalle Province ai Consorzi. Cerreti lamenta i tagli al servizio di trasporto e assistenza disabili

Dalle Province ai Consorzi. Cerreti lamenta i tagli al servizio di trasporto e assistenza disabili

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giovedì 23 Gennaio 2014 - 10:57

Il capogruppo del Movimento Liberi Insieme ed ex consigliere provinciale si rivolge ai componenti della commissione Affari Istituzionali all’Ars per chiedere di prendere decisioni non frutto di accordi politici ma nell’interesse dei cittadini

“La soppressione delle Province comporterà risparmi minimi prodotti dall’eliminazione delle spese istituzionali a danno di una gestione antidemocratica e socialmente non valida della Cosa Pubblica e degli interessi dei cittadini, ed una gestione attuale paragonabile a sterili feudi con reggenti non sempre all’altezza del ruolo e delle situazioni”. E’ quanto scrive in una nota, inviata ai componenti della commissione Affari Istituzionali all’Ars, il capogruppo del Movimento Liberi Insieme, Roberto Cerreti.

“Un esempio eclatante di quanto affermato – afferma l’ex consigliere provinciale – riguarda i servizi esternalizzati dalle Province Siciliane e su tutti il servizio di trasporto ed assistenza degli studenti disabili di Messina e della sua provincia che subisce l’odiosa decisione della riduzione dei costi che ha prodotto oltre 60 licenziamenti, una cospicua riduzione del finanziamento con conseguenti disservizi nello svolgimento del trasporto disabili da parte delle ditte aggiudicatrici per mancanza di personale. Tutto ciò genera l’imbarazzo di un servizio inefficace provvisto di pulmini con autista ma, non sempre, coadiuvati dall’importantissima figura degli operatori sociali, assistenti a bordo dei mezzi, fondamentali per la sicurezza e l’incolumità pubblica e Centro Studi Politico, Sociale ed economico dei giovani alunni portatori di handicap. Le rimostranze di sindacati e popolazione sono state snobbate dalle istituzioni preposte, in alcuni casi nemmeno ricevute dal “Reggente” della Provincia Regionale di Messina”.

Cerreti si rivolge ai componenti della commissione regionale, “nella speranza che qualsiasi decisione venga presa e portata avanti, non sia frutto di accordi partitici di maggioranza o di convenienze mediatiche, ma solo ed esclusivamente genitura di un’attenta riflessione, oggi coadiuvata da mesi di prove generali, che consegnano le Province regionali Siciliane, già consorzi di Comuni per statuto, come Enti intermedi di fondamentale interlocuzione per il territorio a tutti i livelli”.

2 commenti

  1. Non si può ragionevolmente mantenere in vita l’Ente Provincia solo perchè svolge dei servizi, come l’assistenza ai disabili, che potrebbero benissimo essere assicurati dai Comuni(fornendo loro risorse finanziarie e personale) o dalla Regione, attraverso uffici decentrati!

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  2. Salvatore Vernaci 24 Gennaio 2014 10:39

    Tutti i nodi vengono al pettine. Non è che la riforma non si deve fare, a mio parere, non sono stati e non saranno in grado di realizzare quanto, con troppa superficialità, era stato formalizzato nella legge 27 marzo, n. 7 :: “Entro il 31 dicembre 2013 la Regione, con propria legge, in attuazione dell’art. 15 dello Statuto speciale della Regione Siciliana, disciplina l’istituzione dei liberi Consorzi comunali per l’esercizio delle funzioni di governo di area vasta, in sostituzione delle Province regionali. Gli organi di governo dei liberi Consorzi comunali sono eletti con sistema indiretto di secondo grado. Con la predetta legge sono disciplinate le modalità di elezione, la composizione e le funzioni degli organi suddetti”. Dalla formulazione lacunosa dell’art. 1 di quella legge si era subito capito che il Governo Regionale non sarebbe stato in grado di realizzare nulla. Quella norma avrebbe dovuto, in nuce, precisare le caratteristiche, la struttura e le funzioni del “Libero Consorzio Comunale”. E’ un compito insolubile istituire i Liberi Consorzi, giacchè non si vede come possa fondarsi un ordinamento locale dotato della necessaria stabilità ed uniformità sulla base di consorzi, che per definizione dovranno essere “liberi”. Non dimentichiamo che un primo tentativo (progetto) approvato con D.P. 16 giugno 1955 di istituzione dei Liberi Consorzi Comunali fu annullato dall’Alta Corte perché il “libero consorzio comunale” era stato disciplinato in modo da non rispettare il carattere consortile ed istituzionale voluto dallo Statuto Regionale. Non sarebbe stato più semplice e più saggio promuovere la revisione costituzionale dell’art. 15 dello Statuto e seguire la sorte e la disciplina delle Province oltre Stretto?…
    Vogliono realizzare effettivamente i liberi consorzi? Cambino solamente il termine “Province” con “Liberi Consorzi”. Quindi n. 9 Liberi Consorzi, con gli stessi territori e funzioni, che possono essere integrate e modificate. Tutto resterebbe immutato (Prefetture, Questure, Genio Civile, Uffici statali provinciali, ecc…). Il Consiglio Provinciale (ASSEMBLEA) è costituita dai sindaci dei Comuni del territorio, i quali eleggono il nuovo presidente a costo zero. Non c’è bisogno di alcuna Giunta, in quanto la gestione compete ai Dirigenti. Questa è l’unica possibilità. Diversamente non si realizzeranno mai i Liberi Consorzi

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