Gli esponenti di Vento dello Stretto, Piero Adamo, Daniele Travisano e Ferdinando Croce, in una lettera inviata all’Amministrazione comunale, alla Soprintendenza e al Comando provinciale dei vigili del fuoco, chiedono un intervento tempestivo a tutela del palazzo in stile Liberty progettato dal Coppedè
Da diversi anni, uno dei più noti esempi di architettura Liberty a Messina versa in uno stato di decadimento e pericolosità. Palazzo Magaudda di via Castellammare, progettato dall'architetto Gino Coppedè, è il segno di quella fase storica in cui Messina, dopo il terremoto del 1908, cercò di sposare un’immagine nuova di sé, capace incarnare linee moderne ed innovazioni eclettiche.
A dispetto della sua rilevanza storica, la facciata del Palazzo appare indecorosamente alterata da logore reti di sicurezza. Peraltro, l’intervento manutentivo a tutela dell’incolumità pubblica non è accompagnato da alcuna indicazione specifica né della provenienza, né della durata dell'intervento in questione.
In una lettera inviata all’Amministrazione comunale, alla Soprintendenza e al Comando provinciale dei vigili del fuoco, Piero Adamo e Daniele Travisano, consigliere comunale e consigliere della IV Circoscrizione, e Ferdinando Croce, presidente di Vento dello Stretto chiedono «l’esatta origine ed entità dell’intervento di recinzione della facciata del palazzo, la relativa durata e la tipologia di lavori previsti» e «quali siano, nello specifico, le misure che si ritiene di adottare per ripristinare la situazione originaria, ed in particolare: per salvaguardare la pubblica incolumità, per tutelare il pregio architettonico del Palazzo, per ripristinare il complessivo decoro di una zona ad alta densità turistica».
Da Vento dello Stretto, inoltre, fanno sapere che«l’intervento manutentivo si protrae da ormai troppo tempo e appare inadeguato alla effettiva protezione dell'area dal rischio di caduta di calcinacci o di altro sul marciapiede sottostante» e che «non è in alcun modo giustificabile che un plesso talmente pregiato, realizzato da uno dei più grandi architetti della storia d’Italia sia a tutt’oggi in tale stato di degrado». A due passi dal Duomo, Il Palazzo non è solo uno scatto da regalare a chi, in pantaloncini e con i sandali ai piedi, si trova a trascorrere mezza giornata per le vie della città nell’attesa che la nave salpi, ma rappresenta anche uno spaccato della storia di Messina. Salvare il palazzo del Coppedè significa non lasciare che la nostra identità si “sgretoli”.
Gabriele Quattrocchi

PRIMA , MOLTO PRIMA, degli esponenti di VENTO DELLO STRETTO, comunque lodevole la loro iniziativa, TEMPOSTRETTO e mariedit sollevarono la questione pubblicando con ImageShack i link delle immagini e informando sulla proprietà del magnifico immobile: il PARTITO COMUNISTA ITALIANO con il contributo in denaro dei suoi magnifici militanti, poi il PDS e ancora dopo i DS. Tocca al PARTITO DEMOCRATICO erede di queste formazioni politiche porsi questo grave problema di degrado agli occhi dei messinesi e dei loro visitatori, ma sono veramente gli eredi?
PRIMA , MOLTO PRIMA, degli esponenti di VENTO DELLO STRETTO, comunque lodevole la loro iniziativa, TEMPOSTRETTO e mariedit sollevarono la questione pubblicando con ImageShack i link delle immagini e informando sulla proprietà del magnifico immobile: il PARTITO COMUNISTA ITALIANO con il contributo in denaro dei suoi magnifici militanti, poi il PDS e ancora dopo i DS. Tocca al PARTITO DEMOCRATICO erede di queste formazioni politiche porsi questo grave problema di degrado agli occhi dei messinesi e dei loro visitatori, ma sono veramente gli eredi?