Jonio, perché il sogno della Riviera Blu non basterà

Jonio, perché il sogno della Riviera Blu non basterà

Gianluca Santisi

Jonio, perché il sogno della Riviera Blu non basterà

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venerdì 31 Dicembre 2021 - 18:00

Il futuro dei 16 comuni della riviera jonica messinese non può prescindere da una visione comprensoriale. Ma la realtà è ben diversa

Sedici comuni distribuiti tra costa e collina, una spiaggia che si sviluppa senza soluzione di continuità da Capo Sant’Alessio a Capo Alì, piccoli borghi di impareggiabile bellezza, enormi potenzialità non ancora del tutto espresse.
Il 2021 della riviera jonica messinese ha mostrato le solite luci e ombre. Tra disagi atavici (traffico caotico, soprattutto in estate, fragilità del territorio), qualche guizzo (differenziata a livelli eccellenti, miglioramento dei servizi legati alla balneazione) e una voglia di rilancio che procede solo a fasi alterne e senza una vera programmazione. Proprio l’incapacità degli amministratori di fare squadra è il principale freno allo sviluppo di questo lembo di terra, in momento, invece, in cui l’intero assetto andrebbe ripensato andando oltre la piccola gestione localistica. Amministratori che non solo non riescono a far sentire la loro voce univoca quando la necessità lo imporrebbe – vedi gli infiniti lavori sui due ponti della Statale 114 subiti quasi passivamente – ma non riescono neanche a sedersi attorno ad un tavolo per discutere, programmare e immaginare il futuro insieme.

Il fallimento della politica comprensoriale

Ogni tentativo di costituire una struttura sovracomunale si è frantumata nel corso degli anni. Sedici comuni. Undici di questi raggruppati in una Unione (la Valli Joniche dei Peloritani) capace di spaccarsi anche su passaggi di semplice routine, come la recente elezione del presidente del Consiglio. Uno, il più grande, S. Teresa di Riva, che va avanti da solo per la propria strada. Altri quattro (Nizza, Alì Terme, Alì e Fiumedinisi) autoisolati in un altro tentativo fallimentare di aggregazione (l’Unione Valle del Nisi). Ognuno va avanti da sé, pensando al proprio orticello, quando invece ogni opera, ogni servizio necessario per la cittadinanza, ogni infrastruttura, andrebbe pensata in maniera comprensoriale. Così come ogni problema andrebbe affrontato insieme. Un solo esempio? L’inesorabile erosione costiera che, anno dopo anno, sta cancellando la risorsa più preziosa, la spiaggia.

Inseguendo il sogno della Riviera Blu

Il 2021 ha visto la conferma del riconoscimento della Bandiera Blu, per la qualità dei servizi legati alla balneazione, ai comuni di S. Teresa e Alì Terme, mentre Roccalumera l’ha ottenuto per la prima volta. Non è poco. Per “colorare” di blu l’intera riviera mancherebbero adesso all’appello Furci, S. Alessio e Nizza e gli amministratori di questi comuni stanno già lavorando in tal senso. Sarebbe un punto di partenza per iniziare a discutere seriamente di sviluppo turistico. Il traino per far scoprire o riscoprire anche tutti gli altri centri dell’entroterra. Ben venga, dunque, l’idea di una Riviera Blu. Sarebbe molto utile anche sotto il profilo della promozione e del marketing territoriale. Ma questo sogno, più volte evocato nel corso dell’anno dagli amministratori locali, avrebbe un senso solo se concretizzato in una visione più ampia. Senza un’idea chiara e condivisa di come si vuole ridisegnare questo territorio, ogni singola iniziativa, ogni piccolo risultato raggiunto rischierebbe di trasformarsi in un fuoco di paglia. Destinato a spegnersi al primo soffio di vento.

2 commenti

  1. Roberto Nanfitò 1 Gennaio 2022 17:30

    Condivido pienamente l’articolo redatto dal collega Giornalista di Tempo Stretto, ed anche da Project Manager di Marketing e Comunicazione, ritengo assolutamente necessario che i Sindaci devono fare squadra per ridisegnare il territorio con progetti innovativi ed in linea con i migliori standard qualitativi prescritti dalle moderne architetture in materia di aree turistiche. Uno studio indispensabile e’ quello di monitorare lo stato dell’arte del territorio per verificare le debolezze infrastrutturali e saggiarne l’efficienza, per poi passare alla progettualità della area dell’intero comprensorio, che deve essere necessariamente condivisa dalla sua popolazione, che è la vera artefice della validità e del buon funzionamento della rete sociale per trasformarsi in turistica. Tutti i piani di qualità di area turistica, devono partire dal basso per poter essere efficaci. Sono le cosiddette ” buone pratiche” che ho imparato alla Scuola Di Direzione Aziendale dell’Università Bocconi di Milano che dettano la agenda di un territorio per diventare Centro Turistico d’eccellenza, e non le singole visioni di più Amministratori locali, anche se alcune sono degne di rispetto. Bisogna stare insieme per ridisegnare il territorio e modernizzare le sue infrastrutture, ed imitare i nostri imprenditori turistici della Emilia Romagna, che nel corso di cinquanta anni, si sono trasformati da affittacamere in Albergatori di successo internazionale, nonostante abbiano un mare che certamente non può competere con il mare siciliano. Ecco, bisogna rinnovare lo spirito di squadra per competere in un ambito dove nulla si deve lasciare al caso. Devo osservare che il collega Giornalista fa bene a porre in maniera grave la annosa vicenda della erosione costiera che sta riducendo fortemente la estensione delle spiagge, che deve far scattare all’unisono tutti i Sindaci dei Comuni interessati ad attivare l’Assessore regionale al Territorio per la predisposizione di un piano urgente per la difesa dei litorali, così come hanno già fatto con successo alcuni Sindaci dei Comuni messinesi dell’area tirrenica. Quanto al problema della litigiosità tra i Sindaci per sedersi sulla poltrona di Capo del Comprensorio, mi sembra un problema surreale ed anacronistico, perchè non si tratta di coordinare un campanile, a discapito del campanile viciniori, ma di far funzionare efficacemente tutti i campanili del comprensorio, con una visione di assieme e moderna, se si vuole competere efficacemente con le altre aree turistiche concorrenti. Per concludere, ritengo che sia necessario preparare la cittadinanza dell’intero comprensorio, mediante una adeguata informazione dei piani, che se condivisi, portano ad una rigenerazione sociale, che ha come obiettivo la valorizzazione dell’intero territorio e la creazione di sviluppo ed occupazione a tutti i livelli. Se posso dare un modesto consiglio ai Sindaci del Comprensorio, di cui sono estimatore, li inviterei ad usare lo strumento dell’avvicendamento periodico della poltrona di Coordinatore del Comprensorio, uno strumento democratico in uso non solo nei Paesi dell’Unione Europea, ma utilizzato da molti Club Service . Può essere una idea . Buon lavoro!

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  2. Santo Trimarchi 4 Gennaio 2022 10:07

    Grazie di questo articolo che mira a risvegliare la coscienza di un governo politico comprensoriale, nell’ottica dello sviluppo del territorio, pittosto mortificato nelle sue potenzialità naturali, che rappresentano un vero tesoro da valorizzare in un contesto di cooperazione e non di competizione, perchè è l’Unione che rende forti e garantisce servizi migliori per tutti i paesi. In realtà il paese è proprio la Riviera Jonica, la riviera blu, non più come sogno ma come identità di una storia comune, come percorso di appartenenza che non esclude, ma include, come cultura che costruisce esperienze di bellezza insieme, di paesaggi condivisi, di concittadini tipici, che studiano nelle stesse scuole, sono compagni di viaggio, che respirano la stessa aria, che ascoltano la musica del mare e sentono il profumo dei fiori, il sapore degli stessi frutti.

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