L'operazione Iban e lo strano caso dei dirigenti stakanovisti

L’operazione Iban e lo strano caso dei dirigenti stakanovisti

Rosaria Brancato

L’operazione Iban e lo strano caso dei dirigenti stakanovisti

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mercoledì 13 Novembre 2013 - 15:51

L'operazione Iban che ieri ha portato all'arresto di 13 dipendenti della Regione promette nuovi sviluppi. Mentre a Palermo tornano gli ispettori dell'Olaf dalle carte dell'inchiesta si scopre che i dipendenti che si occupavano dei progetti di legalità gonfiavano gli straordinari, dichiarando di lavorare fino alle undici di sera.

Quello dei burocrati era il tassello finora mancante negli scandali della Formazione e con l’Operazione Iban (vedi articolo allegato) si è aperto un nuovo capitolo destinato a fare emergere altre vergogne, piccole e grandi. Nel fascicolo della Procura infatti non ci sono soltanto le somme finite nei conti personali dei dirigenti ed impiegati arrestati ma anche viaggi pagati due volte, straordinari mai effettuati ed operazioni immobiliari sospette.

Gli investigatori, ad esempio, hanno scoperto che il progetto per la legalità Carlo Alberto Dalla Chiesa era diventato il sistema più semplice per moltiplicare gli straordinari. I dipendenti inseriti nei progetti finanziati dall’Unione Europea infatti avevano diritto allo straordinario, limitato a tre pomeriggi la settimana e per tre ore al massimo al giorno. Il limite però non è stato rispettato, al punto che le cifre sono lievitate. I dipendenti che si occupavano del progetto Dalla Chiesa erano diventati veri e propri stakanovisti (cosa non si farebbe per promuovere la cultura della legalità….) arrivando a lavorare sodo fino alle undici di sera. Ma, rispetto alle cifre finite nei conti personali dei burocrati invece che in quelli dei fornitori, dei professionisti e delle aziende che avevano effettuato i servizi, il capitolo straordinari sembra quasi un’inezia. A quanto pare, scavando, si troverà di più, tanto che il governatore ieri ha invitato chi sa a denunciare.

Mentre l’indagine continua e promette sviluppi, i dipendenti del mondo della Formazione siciliana protestano. I lavoratori degli Enti coinvolti nei mesi scorsi nei vari scandali, ed ai quali la Regione ha revocato gli accreditamenti per i corsi, sono in fase di trasferimento al Ciapi di Priolo, che a quanto pare è diventato l’unico punto di riferimento per dare risposte occupazionali, sia pure a tempo determinato (un anno). Aram, Ancol, Lumen, Ciapi, e via via che arrivano le inchieste anche Anfe e Iraps sono destinati a confluire nel Ciapi di Priolo, così come i lavoratori degli sportelli multifunzionali. Resta però il nodo stipendi, che in alcuni casi raggiunge i 20 mesi di arretrati, come per i dipendenti dell’Anfe di Catania, ente coinvolto nella recente inchiesta. Stamane si è registrato il tentativo di suicidio di un dipendente dell'Anfe Giorgio Giampiccolo e solo l’intervento della Digos ha scongiurato il peggio. Tutti i colleghi,per solidarietà, sono saliti sul cornicione del palazzo sede dell’Ente dove il lavoratore protesta da alcuni giorni ed hanno annunciato che la protesta non si fermerà fin quando l'assessore Scilabra non darà risposte concrete. Nel corso della mattina si sono uniti alla manifestazione di protesta anche I lavoratori dell'Iraps.

Intanto a Palermo oggi sono tornati gli ispettori dell’Olaf, l’ufficio antifrode dell’Unione europea che già nei mesi scorsi si è occupato della Formazione siciliana, arrivando a scoprire, per il Ciapi di Palermo, un pozzo senza fondo. Gli ispettori hanno incontrato il direttore generale Anna Corsello. Diversi gli argomenti all’attenzione dell’Olaf perché l’UE non intende più foraggiare un sistema che sembra essere stato creato solo per drenare risorse.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Quello raccontato nell’articolo e’ semplicemente riprovevole, e’ una fotografia del degrado nel quale la nostra società si sta avviando….. peccato però che NULLA ha a che fare con lo scandalo della formazione in Sicilia!

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  2. Ma i soldi a questi verranno sequestrati con tutti i beni derivanti?

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  3. La Regione Siciliana era un seno da mungere il più possibile, persino con il pagamento dello straordinario al dirigente.
    Per diventarlo bastava che un padrino politico avesse la volontà di mettere lo scienziato di turno al vertice di una struttura (ufficio oppure stanza) con tre/quattro collaboratori, che non avessero nulla da fare poco importava, era sufficiente sapere fare lo zero con l’aiuto di un bicchiere rotondo.

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