Piano di riequilibrio, Basile: "Da 10 anni il Comune come una barca in mezzo al mare"

Piano di riequilibrio, Basile: “Da 10 anni il Comune come una barca in mezzo al mare”

Giuseppe Fontana

Piano di riequilibrio, Basile: “Da 10 anni il Comune come una barca in mezzo al mare”

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mercoledì 05 Luglio 2023 - 13:45

L'intervento del sindaco alla commissione Bilancio. Il 7 luglio l'ultimo confronto con la Corte dei Conti siciliana

MESSINA – Sono giorni decisivi per Messina e per la telenovela legata al Piano di riequilibrio. A breve il sindaco Federico Basile avrà l’ultimo confronto con la Corte dei conti da cui uscirà la risposta definitiva: il Comune sarà salvo o in dissesto? Dal punto di vista dell’amministrazione il clima è sereno e il primo cittadino lo ha spiegato ancora una volta oggi, durante la commissione Bilancio presieduta dalla consigliera Margherita Milazzo. “Siamo da dieci anni su una barca in mezzo al mare che non sa se deve approdare in un porto o in un altro”, precisa il primo cittadino ma non si dice pessimista sull’esito. “Chiariremo tutto ed eviteremo il dissesto“, ha più volte ribadito.

Basile spiega: “La convocazione mi dà l’opportunità di far comprendere il percorso logico seguito dal Comune e che avrà una prima risposta giorno 7 luglio. Sapete perfettamente che nel 2012 il Comune si è trovato in deficit e dal luglio si quell’anno è in procedura di riequilibrio, aderendo all’ex dl 174 del 2002. Questa condizione è rimasta in vita fino a oggi, con la Corte dei conti che ha acclarato la definizione dei procedimenti. Il Comune era già in deficit ancor prima del 2012: c’erano condizioni strutturali legate al mancato pagamento dei debiti. Voi stessi approvate in queste settimane debiti fuori bilancio che risalgono al 1997. La responsabilità politica c’è ed è di chi non ha saputo amministrare. La Corte fa una fotografia non sul piano di riequilibrio ma sulla situazione in cui si trova l’ente negli ultimi dieci anni”.

Ha continuato il sindaco: “La relazione ha 3 assi fondamentali. Nella prima parte si spiega da dove siamo partiti, nella seconda i debiti fuori bilancio, che forse per una esposizione non chiara ha provocato qualche dubbio, e infine la parte relativa alle misure e quella prettamente finanziaria, in cui si parla dei fondi e dei debiti potenziali, la parte più tecnica. In linea di principio le risposte date volevano chiarire situazioni già comunicate. Ribadisco come il dubbio relativo agli accordi sottoscritti proviene da una mancanza di chiarezza nell’esposizione. Sono 11mila posizioni relative a debiti fuori bilancio della municipale agganciata a 166 accordi. Probabilmente sono stati letti gli accordi in modo diverso rispetto alle posizioni. Oppure il debito da 112 milioni lettera A: un accordo parla in una voce a parte di 10 milioni, ma fa parte di quel debito e non è a parte. L’ente non ha mai fatto accordi di rateizzazione o abbattimento del debito fino al 23 novembre 2018. Da quel momento si è attuata una politica per cui si sarebbe dato priorità a chi accettava questi accordi”.

“Tra i debiti potenziali e i mancati pagamenti da parte dei cittadini”

Spiega il sindaco: “Dal 2018 al 2023 a vario titolo sono stati riconosciuti 86 milioni lettera A, grazie al lavoro del Consiglio comunale sui debiti fuori bilancio. Una condizione esplicitata in maniera diretta nell’istruttoria alla Corte dei conti. Siamo partiti dal 2012 per capire che tutta quella condizione ha imposto all’ente una procedura di riequilibrio che avrebbe potuto essere attivata anche prima”.

“Ci sono anche i debiti potenziali, elemento importante – prosegue Basile, toccando un altro tema caldo – . Il Comune di Messina non è litigioso per natura ma risente della litigiosità esterna. Esempio è quello del bando del Franco Scoglio: la società ha fatto causa per 404 milioni di euro. Quello è un debito potenziale, ma ci sono gli avvocati e in quel procedimento abbiamo già vinto due gradi di giudizio. Non ci sarà un riscontro economico, ma la Corte dei conti vuole comunque saperli per capire i sistemi di accantonamento ordinari e straordinari”.

Tra gli esempi portati da Basile, anche quello dei debiti generati dai mancati pagamenti dei cittadini: “Prima del 2019 solo 8mila avvisi. Dal 2019 in poi oltre 88mila. Stiamo cercando chi non paga, ma ovviamente ci si dovrebbe autodenunciare. 150 milioni di euro è il valore di quei 88mila avvisi. La scarsa capacità di riscossione è stata valutata nel 2020 e 2021, in pieno Covid. Sugli 88mila avvisi si è incassato il 5 per cento, sugli 8mila appena l’1 per cento”.

E ancora: “Siamo partiti con un piano da 155 milioni e ora siamo a 90 milioni. Abbiamo 36 milioni di euro messi da parte, fermi e che non utilizziamo, proprio per coprire i debiti residui. La situazione rispetto al passato è migliore e può ancora migliorare. Ora l’ente non è in quella condizione deficitaria in cui si trovava dieci anni fa. Ci siamo ritrovati nel 2018 con un piano rimodulato, poi la nostra rimodulazione ha abbassato ancora il valore. Sono convinto che le spiegazioni date, chiarendo anche vari aspetti, mettano in condizioni l’ente di poter essere fiducioso sul lavoro svolto, che ha premiato il Comune sotto ogni punto di vista. Ed è tangibile dalla massa debitoria nettamente inferiore. Il dato statistico è che nel 2019 su 112 milioni ne sono stati riconosciuti 40. Dal 2020 in poi sono 14 milioni l’anno. Si presume che i 112 milioni verranno presto azzerati. E alla nascita di nuovi debiti saranno subito riconosciuti. Il dato fondamentale è questo”.

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Un commento

  1. Basile che ha fatto il revisore dei conti cosa ha fatto e firmato in anni precedenti? E’ che piace a tutti prendere incarichi soldi pubblici e poi parlare tanto per avere visibilità, gli imprenditori non investono a Messina perche con il Comune non si può neanche parlare né per telefono né di presenza. siete presuntuosi.

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