Refriger II. Il capo gestiva i traffici di droga dal carcere, stangata la "famiglia" di Mangialupi

Refriger II. Il capo gestiva i traffici di droga dal carcere, stangata la “famiglia” di Mangialupi

Veronica Crocitti

Refriger II. Il capo gestiva i traffici di droga dal carcere, stangata la “famiglia” di Mangialupi

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mercoledì 22 Giugno 2016 - 09:41

Attraverso intercettazioni, i poliziotti della Squadra Mobile guidati dal dirigente Giuseppe Anzalone sono riusciti a chiudere il cerchio su un’abitazione di Mangialupi in cui si aveva il sospetto avvenissero i contatti.

Un’associazione ben collaudata, attiva in tutto il territorio di Mangialupi, che gestiva l’intero traffico di droga nella zona, al cui capo c’era Francesco Turiano, meglio conosciuto come Nino Testa.
E’ scattata stamani all’alba l’Operazione Refriger II, che segue di pochi anni la prima grande inchiesta che decretò una vera e propria stangata al Clan di Mangialupi.
Cinque le persone arrestate, facenti attivamente parte dell’associazione e tutte legate alla famiglia Turiano, tra cui una che si è resa irreperibile e risulta ancora ricercata. Si tratta del capo Francesco Turiano, 32 anni e già detenuto a Gazzi, Giovanni Panarello, 33 anni e già detenuto nel carcere di Trapani, Salvatore Pino, 30 anni, detto Salvuccio, per cui è scattato l’obbligo di dimora, e Carmela Turiano, sorella di Francesco, pregiudicata di 34 anni.
L’indagine rappresenta una costola della prima Refriger, scattata nel 2013 e sfociata nell’arresto proprio di Francesco Turiano. Ben presto gli inquirenti capirono che, nonostante il capo fosse dietro le sbarre a Gazzi, riusciva comunque a gestire tutti i traffici della sua zona grazie anche all’intervento della sorella Carmela. Pizzini, lettere affidate alla posta degli altri detenuti. Era così che Nino Testa agiva e “parlava” con i suoi affiliati.
Attraverso intercettazioni, i poliziotti della Squadra Mobile guidati dal dirigente Giuseppe Anzalone sono riusciti a chiudere il cerchio su un’abitazione di Mangialupi in cui si aveva il sospetto avvenissero i contatti. La centrale era comunque la casa di Carmela Turiano, la sorella del capo.
Un altro duro colpo, quello inflitto oggi nel quartiere di Mangialupi. “Per le sue caratteristiche, più di clan dovremmo parlare di famiglia dei Mangialupi. La loro struttura infatti è molto simile a quella di ‘ndrina, considerando che tutti i traffici sono gestiti a livello familiare”, ha dichiarato Anzalone nel corso della conferenza stampa. (Veronica Crocitti)

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