Servizi Sociali, a rischio l’attività di Casa Serena. L’OrSa chiede un incontro con il prefetto

Servizi Sociali, a rischio l’attività di Casa Serena. L’OrSa chiede un incontro con il prefetto

Servizi Sociali, a rischio l’attività di Casa Serena. L’OrSa chiede un incontro con il prefetto

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martedì 06 Marzo 2012 - 08:09

La segretaria del settore Turismo/Appalti delinea un quadro tutt’altro che rassicurante e chiede che al più presto si affronti la situazione

Di fronte al rischio di sospensione del servizio sociale all’interno di Casa Serena, la richiesta è quella di una convocazione urgente in prefettura per discutere a fondo delle problematiche in oggetto. A proporlo è la segretaria dell’OrSa settore Turismo/Appalti, Francesca Fusco, che nel riferire quanto affermato dall’assessore Caroniti rispetto alla disastrosa condizione in cui versano i servizi essenziale, chiede un confronto serio su quanto si sta verificando anche all’interno della strutture di assistenza.

« I ritardi nel pagamento degli stipendi che si sono registrati anche in questo delicato settore vedono come protagonisti il comune di Messina – scrive la Fusco – che ormai amministra annaspando e grattando il fondo di ogni barile per evitare l’onta del dissesto, e gli appaltatori dei servizi essenziali che pretendono di realizzare profitto senza rischiare il proprio capitale sociale. Nel caso di Casa Serena i lavoratori hanno fatto presente il rappresentante di giunta che l’appalto prevede l’anticipazione da parte della cooperativa-Azione Sociale- delle somme necessarie al pagamento degli stipendi, pena la rescissione del contratto. Nonostante la chiarezza con cui il capitolato d’appalto tutela i salari dei lavoratori, ad oggi non si registrano, da parte del Comune di Messina, azioni incisive per intimare ad Azione Sociale il rispetto delle norme contrattuali, e non è tutto, la cooperativa da tempo si concede il “lusso” di incassare le trattenute per i fondi pensione e non trasferisce le somme agli enti preposti. In queste condizioni tutti saremmo capaci di fare “impresa”, se il ruolo degli appaltatori si limita all’attesa delle risorse pubbliche per pagare i lavoratori senza mettere nulla di tasca propria per garantire i servizi in caso di difficoltà economica, siamo di fronte al solito sistema che ha trascinato la città sul lastrico: privatizzazione degli utili e socializzazione del debito».

Il sindacato, di fronte a tale situazione, domanda perché il Comune continui ad esternalizzare i servizi essenziali: «In buona sintesi – conclude la Fusco – questo sistema non garantisce nessuno, con il Comune sull’orlo del dissesto nessun capitale privato si sostituisce alle risorse pubbliche per garantire i servizi essenziali, anche in questo caso si evidenzia l’implosione del sistema che svende come risolutiva lazione di esternalizzazione e/o privatizzazione dei servizi, alla luce dei recenti flop registrati in ogni settore è chiaro che a guadagnarci sono solo le casse private».

Rimanendo sempre in tema di servizi sociali, nella tarda serata di ieri, il sindaco, su sollecitazione dell’assessore Caroniti, protagonista ieri di un incontro con i rappresentanti delle Cooperative e la Fp Cgil conclusosi in modo non del tutto positivo, ha dato mandato di priorità per il pagamento delle fatture delle cooperative che potranno dunque corrispondere lo stipendio ai dipendenti. Questo pomeriggio, intanto, alle 17, i lavoratori terranno un’assemblea presso al sede della Cgil.

Un commento

  1. Avrei preferito non commentare se non fosse stato preso dalla necessità di chiarire che dal 2000 al 31/12/2007 l’Istituzione per i servizi sociali ha, quasi sempre, pagate puntualmente le fatture mensilmente presentate dalle cooperative per i servizi contrattualmente resi. Ciò è stato reso possibile per il fatto che i “bilanci economici di previsione” annuali venivano redatti sulla base di entrate “certe ed esigibili” ed approvati dai vari Consiglio di Amministrazione, che nel tempo si sono succeduti, senza che dai vari consiglieri in carica, in sede di esame dei citati documenti contabili sia stata mai avanzata la richiesta di prevedere entrate ” fasulle” per finanziare ulteriori servizi “certi”. Se ciò fosse accaduto, al 31 dicembre il consuntivo avrebbe presentato, sicuramente, una “perita di esercizio correte” non gradita alla Corte dei Conti”. Se qualche mese si è registrato un ritardo, ciò è da addebitare al mancato trasferimento mensile da parte dell’Amministrazione Comunale. E’ ottima prassi formulare i “Bilanci di previsione” partendo, prima dalle previsione delle entrate “certe ed esigili” per finanziare servizi ai quali viene, con certezza, garantita la reale copertura finanziaria, e non viceversa. Tale tecnica di impostazione dei bilanci di previsione (entrate certe ed esigibili) ha determinato che nel mese di dicembre del 2007, a causa del minore trasferimento da parte del Comune ( da € 13.741.240,00 a € 12.800.000,00- meno € 941.240,00) si è reso necessario, in sede di formazione del “bilancio economico di previsione 2008, eliminare e/o sospendere alcuni servizi, data l’impossibilità di reperire ulteriori fonti di finanziamento aventi le caratteristiche sopracitate (certezza ed esigibilità). Con l’avvento del “nuovo “consiglio di Amministrazione” e la nomina del nuovo “direttore del servizio finanziario” i servizi che precedentemente erano stati sospesi per deficienza di finanziamento sono stati reinseriti nel “Bilancio economico di previsione 2008” e finanziati aumentando il trasferimento del Comune da € 12.800.000,00 a € 15.569.000,00 in più €.2.789.000,00 – ne certi ne esigibili (fasulli)) Questo bilancio economico di previsione 2008 costituisce la “nuova gestione” dei servizi sociali nella nostra città. Come si vede le “vie del Signore sono infinite” ma bisogna sempre sapere scegliere perché ce ne sempre qualcuna che porta “al fallimento”.

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