Le operazioni di abbattimento degli alberi collocati lungo la circonvallazione e ritenuti pericolanti, continuano a destare dubbi, perplessità ed interrogativi

In principio furono 41, ad oggi molti di meno, ma rimangono comunque “protagonisti” di accesi dibattiti e confronti tra opposti schieramenti politici, tra amministrazione e associazioni cittadine che, a vario titolo, sono intervenute sull’argomento pretendendo delle spiegazioni. Non possiamo che riferirci agli alberi che piano piano sono stati abbattuti lungo la circonvallazione (viale Italia,viale Principe Umberto) e le cui operazione di “taglio” sono quasi terminate.

Dopo le polemiche innescate dalle dichiarazioni di alcuni componente del Pd contro la decisione, per taluni “esagerata” dell’assessore all’arredo urbano Elvira Amata, di abbattere, senza che fosse necessario, un numero così elevato di arbusti, oggi a dare nuova “linfa” al dibattito è il presidente dell’Associazione “L’altra città” Caterina Sartori che con una lettera aperta si rivolge direttamente al sindaco Buzzanca.

Diverse le perplessità manifestate, perplessità che si considerano non prive di fondamento: la Sartori, infatti, chiama in causa l’Istituto Mediterraneo di Bioarchitettura Biopaesaggio Eco-Design onlus, che aderisce a “L’altra città” e che nel 2007 ha consegnato all’amministrazione comunale un Regolamento del Verde per la Città di Messina, elaborato a supporto delle attività di Revisione del Regolamento Edilizio e delle Norme di Attuazione del competente Assessorato all’Urbanistica e che sembra, sostiene l’Associazione, non essere stato preso in considerazione dai membri del Comitato tecnico scientifico che assiste l’assessorato all’arredo urbano. Per la precisione, afferma la presidente, l’Istituto non è stato neanche invitato a prendere parte al comitato.

In attesa di avere delle risposta l’associazione “L’altra città” intende inoltre conoscere quali interventi avvierà l’amministrazione al fine della messa in sicurezza delle aree prossime agli alberi abbattuti, dove risultano ancora presenti tronchi di diverse altezze e soprattutto quale sia stato l’onere finanziario sostenuto dal Comune e dall’Ato3.

(foto Dino Sturiale)