Arresti all'Università: il giorno dopo

Arresti all’Università: il giorno dopo

Redazione

Arresti all’Università: il giorno dopo

sabato 21 Luglio 2007 - 11:33

Come una macchia d’olio. Le indagini della Dda sull’Università, partite da un caso di tentata concussione, sono approdate al peculato e al falso in atti pubblici. Collegamento: il Dipartimento di Anatomia patologica della Facoltà di Veterinaria. E ancora l’inchiesta non è terminata, visto che all’esame degli inquirenti ci sono le posizioni di altre 8 persone. Primo fra tutti il rettore Franco Tomasello (nella foto), e poi i professori Salvatore Giannetto, Giovanni Germanà e Raffaele Tommasini, Antonio Pugliese e Pietro Paolo Niutta, oltre ai ricercatori Mirko Paiardini e Barbara Cervasi. I documenti sequestrati nel Dipartimento nell’ambito delle indagine sulla concussione hanno consentito di portare alla luce la vicenda del peculato e così allargare l’inchiesta al professor Giuseppe Piedimonte, responsabile dell’Industrial Liaison Office e responsabile tecnico-scientifico del -progetto L.i.p. In-, al segretario amministrativo dello stesso progetto, Stefano Augliera, al funzionario amministrativo del Rettorato Eugenio Capodicasa e a Ivana Saccà, direttrice Area Progettazione presso l’Ilo.

Ieri pomeriggio, il ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi, appresi gli sviluppi del caso, ha disposto l’avvio di una ispezione ministeriale. Il Ministro ha inoltre rilasciato una dichiarazione pesante: «Ho chiesto al Consiglio di Stato quali sono i poteri che il Ministro può esercitare e i provvedimenti che può adottare ivi compresa, di fronte ad episodi gravi e diffusi, l’ipotesi di commissariamento dell’Università in quanto ente pubblico».

Oggi sono iniziati gli interrogatori, tutt’ora in corso, degli indagati, a cominciare dal professor Piedimonte e dal segretario Augliera.

Gli eventi scoperti dalla Dda riportano alla mente le parole che il professore Pippo Campione scrisse nella lettera aperta inviata alla stampa il 21 gennaio scorso, in occasione della ventilata sua candidatura a rettore contro il Tomasello bis, poi ritirata. Il professore, ex presidente della Regione e della Provincia, auspicava l’apertura di un dibattito: « sugli antichi critici, e sempre attuali, travagli del Policlinico universitario, sull’agibilità degli uffici e la valorizzazione del sereno apporto del know-how professionale del personale tecnico-amministrativo, sull’inconsistente e non sempre limpido rapporto con territorio e mercato, sulla maggiore facilità di accesso alla carriera dovuta all’inveterato e alimentato costume familistico, che scoraggia e mortifica». Oggi Campione ha dichiarato: «In questo momento si aprono scenari interessanti. Ma finché la magistratura indaga non mi spingo a fare commenti. Certo, confermo quanto scritto nella lettera: era tutto vero, non erano insinuazioni. Come invece dichiarò allora il Senato accademico».

Tra gli studenti di Veterinaria non c’è meraviglia per la vicenda che vede protagonista il preside Macrì, sebbene si attendano gli sviluppi delle indagini. Carlo, all’ultimo anno, ha detto: «Penso che episodi di pressioni sui professori per pilotare gli esami siano all’ordine del giorno in tutte le Facoltà, anzi in tutte le Università. Il fatto che un professore abbia deciso di denunciare la cosa è positivo, dovrebbe essere un esempio per tutti gli altri».

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