Ars, Miccichè: -I lealisti non esistono perchè lealisti si chiamano quelli che tradiscono-

Ars, Miccichè: -I lealisti non esistono perchè lealisti si chiamano quelli che tradiscono-

Ars, Miccichè: -I lealisti non esistono perchè lealisti si chiamano quelli che tradiscono-

sabato 12 Dicembre 2009 - 12:15

Fronte caldo anche a Sinistra. Prc, Pdci, Socialismo 2000 e Lavoro e Solidarietà: -Pd subalterno, gravissima la sua posizione. Unica via elezioni subito-

Continuano ad alternarsi le dichiarazioni dei vari esponenti politici siciliani sulla attuale crisi all’ Ars. Fra le ultime pungenti dichiarazioni, quelle del sottosegretario Gianfranco Miccichè, che nella ‘caccia’ ad una nuova maggioranza riveste un ruolo centrale: -Il Pdl Sicilia la crisi non l’ha fatta; siamo stati leali sin dal primo giorno con il governo – afferma -. Questo governo che ha posto come rottura con il passato il suo metodo di lavoro, ha fatto bene e sta facendo bene sulla sanita’. Stiamo cercando di fare cose importanti. Se c’e’ qualcuno che invece ritiene che uno gli fa antipatia, l’altro voleva ucciderlo invece non c’e’ riuscito, ritiene di non appoggiare questo governo, vuol dire che faremo a meno di questi signori-.

Continua il sottosegretario: -Io ritengo che e’ sempre meglio pochi che non con tanti cattivi soggetti accanto. In pochi si lavora meglio. Faremo delle proposte per il bene della Sicilia. Poi vedremo quanti dei 90 deputati della Regione sono diventati deputati per interessi personali o sono stati eletti dal popolo per migliorare le condizioni della nostra terra-.

Le dichiarazioni di Miccichè sicuramente nn lasceranno in silenzio i coordinatori regionali del Pdl-lealista in Sicilia, anzi, dopo l’ultimo intervento dove ha evidenziato che -i lealisti non esistono perche’ lealisti si chiamano quelli che tradiscono,i lealisti sono quelli che hanno voluto Lombardo-, sicuramente le risposte arriveranno a breve.

Concludendo Miccichè sottolinea: -Volevo candidarmi io ma non hanno voluto pur di avere Lombardo. Appena Lombardo e’ stato eletto con il 65 per cento dei voti, il mese dopo hanno chiesto che andasse a casa. Forse sarebbe meglio che il presidente dell’Assemblea regionale facesse una bella stanza, un laboratorio dove mettere dentro uno psicanalista e farli controllare uno per uno-.

Parole dure, ma non è l’unico fronte di attrito. Anche nel centrosinistra c’è chi ha espresso con forte disappunto la possibilità che il Pd possa entrare a far parte di nuovo assetto per mantenere in piedi il Governo. Tra questi Luca Cangemi (Prc), Salvatore Petrucci (Pdci), Concetto Scivoletto (Socialismo 2000) e Pietro Milazzo (Lavoro e Solidarietà), che hanno commentato: -La lotta per il potere fra bande interne al centrodestra e il fallimento clamoroso del governo Lombardo si scaricano drammaticamente sui cittadini siciliani. Il Pd, che ormai tratta con Lombardo straparlando di stagione delle riforme in un´assemblea regionale degradata politicamente e moralmente, si assume la gravissima responsabilità politica di puntellare, con scelte trasformistiche e subalterne, un governo fallimentare. Suggeritori di queste scelte appaiono, significativamente, Cisl e Confindustria. I lavoratori e le lavoratrici e le giovani generazioni della nostra isola hanno bisogno di tutt´altro: si sanzioni definitivamente, in tutte le sue fazioni, il fallimento clamoroso del centrodestra che vinse le elezioni del 2008; si sciolga finalmente un parlamento siciliano inagibile e impresentabile; si chieda agli uomini ed alle donne di tutta la Sicilia di mobilitarsi su una prospettiva alternativa contro la mafia, per il lavoro e i diritti sociali-.

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