Atm, si va verso lo stato d'agitazione. E senza passaggio a Spa, si chiude

Atm, si va verso lo stato d’agitazione. E senza passaggio a Spa, si chiude

Redazione

Atm, si va verso lo stato d’agitazione. E senza passaggio a Spa, si chiude

mercoledì 05 Dicembre 2007 - 18:56

Chiesto circa mezzo milione al Comune per pagare gli stipendi di novembre. Non sono ancora arrivati i fondi regionali. I dipendenti pensano ad uno sciopero

Situazione sempre più critica all’Atm. I 2,8 milioni da Palermo non sono ancora arrivati, e di conseguenza nemmeno gli stipendi, con il risultato che tira un’aria pesante, pesantissima tra i corridoi della sede di via La Farina. Non si escludono, a questo punto anche domani o comunque nei prossimi giorni, azioni spontanee dei lavoratori, la cui strada porta sempre di più verso lo stato d’agitazione.

Ancora una volta tutti, sindacati in testa, confidano nell’autorità del prefetto Francesco Alecci, e nelle pressioni che eventualmente potrà fare, nelle vesti di rappresentante del Governo, nei confronti del commissario Gaspare Sinatra. Perché una cosa è certa, ormai, buona parte del destino non solo a breve termine dell’Atm passa dalle decisioni che dovrà prendere colui che, al momento, è il massimo esponente di Palazzo Zanca, e che lo sarà almeno fino a maggio.

Proprio oggi il presidente dell’Azienda Franco Providenti e il direttore generale Claudio Conte hanno inviato una lettera, l’ennesima, al Comune, indirizzata sia al commissario che ai funzionari Cama e Coglitore, in cui si chiede con carattere d’urgenza la corresponsione di 580.000 euro, ovvero la somma dovuta da Palazzo Zanca a saldo dei contributi per il 2007, necessaria per il pagamento degli stipendi di novembre. Queste somme servirebbero teoricamente a compensare i crediti avanzati dall’Atm per i costi della fornitura di energia elettrica per la tranvia e il Cavallotti, ma Providenti e Conte chiedono, vista l’emergenza stipendi venutasi a creare, di non utilizzarle a questi fini, dichiarando che l’Azienda stessa provvederà a pagarle alla presentazione delle bollette. Nella missiva al Comune viene anche ribadito che, allo stato delle cose, non sarà possibile pagare le tredicesime senza il milione di euro decurtato a ottobre dal consiglio comunale e non reinserito in sede di assestamento di bilancio come inizialmente previsto. D’altronde ci sono state conferenze dei servizi, a inizio anno, in cui veniva esplicitato che l’Atm avrebbe potuto tener conto nel suo bilancio preventivo di una somma superiore ai 13 milioni di euro, e decurtarne una parte a fine esercizio, come ribadito più volte anche dal direttore generale Conte, ha messo in grosse difficoltà l’azienda.

Facendo il punto sulla situazione stipendi, dunque, che è poi quella che potrebbe portare allo stato d’agitazione dei dipendenti e dunque alla paralisi dei mezzi pubblici, attualmente mancano i 580mila euro del Comune per pagare le mensilità di novembre, i 2,8 milioni della Regione che consentirebbero di pagare anche dicembre, e l’ulteriore milione sempre da parte di Palazzo Zanca necessario alle tredicesime.

Non è più rosea la situazione sul campo della trasformazione dell’Atm in Spa, campo in cui i passi decisivi li dovrà compiere il commissario Sinatra. In soldoni, se l’Atm non diventa Società per azioni entro l’anno (o comunque entro i primi mesi del 2008), la Regione non verserà più il suo “obolo- annuale da 11,4 milioni, provocando sostanzialmente il collasso finanziario per l’azienda. E’ chiaro pure che allo stato attuale, è impensabile che l’Atm diventi Spa, essendo necessario un risanamento importante sul fronte finanziario. Ed è su questo piano che l’azienda si sta muovendo praticamente dall’insediamento dell’amministrazione Providenti, portando avanti un’operazione di transazione col Comune che prevedrebbe il passaggio degli immobili di via La Farina (il cui mutuo con la Cassa depositi e prestiti, tra l’altro, è pagato dall’Atm stessa), del Cavallotti e dell’officina, per un totale di 16 milioni di euro. Questa l’unica ancora di salvezza pensata dall’Atm, che stava anche per andare in porto. La transazione col Comune, infatti, era in fase di definizione con l’amministrazione Genovese, la cui decadenza ha portato alla paralisi di tutta l’operazione. L’unico che potrebbe darle un’accelerata, a questo punto, è il commissario Sinatra, che anche nel corso dell’ultimo vertice in prefettura ha risposto con un vago «fatemi esaminare le carte». La darà? La posizione dell’azienda è una semplice quanto “pesante- equazione: senza transazione niente Spa, senza Spa niente fondi regionali, senza fondi regionali si chiude baracca. Non è un caso, dunque, che la lettera abbia avuto, oltre al Comune, un altro destinatario: il prefetto Alecci.

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