Il bilancio di Paolo Siracusano: «La provincia non si sente rappresentata»

Il bilancio di Paolo Siracusano: «La provincia non si sente rappresentata»

Redazione

Il bilancio di Paolo Siracusano: «La provincia non si sente rappresentata»

giovedì 12 Giugno 2008 - 11:05

Il candidato alla presidenza della Provincia del centrosinistra al termine del -tour- nei 108 comuni del messinese: «Prima di una regione dello Stretto, valorizziamo il nostro patrimonio»

Un tour lungo 108 Comuni. Non si è certo risparmiato, Paolo Siracusano, in una campagna elettorale tutta in salita, a tratti impervia, e non solo perché i -bookmakers- elettorali danno per favorito Ricevuto nella corsa a Palazzo dei Leoni. Impervia anche logisticamente, perché girando in lungo e in largo la provincia di Messina, il candidato sostenuto dal Pd ha potuto constatare come «il quadro sia più grave di quanto pensassimo, che fa pensare che in questi anni la Provincia sia stata realmente un ente inutile». Esordisce così Siracusano nel giorno in cui decide di chiudere la campagna elettorale giocando -in casa-, tra le mura amiche della concessionaria di Tremestieri. Lì dove, come dirà in conclusione, «ci sono le uniche due poltrone a cui sono legato, quelle dei due miei uffici».

Tornando alle problematiche del vastissimo territorio provinciale, gli abitanti dei tanti comuni «chiedono semplicemente la possibilità di potersi muovere – affferma Siracusano – perché ci sono strade provinciali impraticabili, abbandonate. Siamo arrivati fino al più piccolo dei comuni, quello di Roccafiorita. Un luogo graziosissimo ma difficile da raggiungere. Ci sono tantissimi posti dalla bellezza esaltante ma abbandonati, segno che c’è una Regione che non sta più credendo in questa provincia». Secondo l’imprenditore «il lavoro è duro ma al tempo stesso affascinante e in un certo senso facile, perché ci sono enormi potenzialità e costi, in termini di materia prima, bassissimi. So che le promesse troppo spesso fanno pensare alle bugie, ma noi pensiamo di rappresentare la verità, perché è un progetto nel quale crediamo».

Due -filosofie di pensiero- diverse, quelle di Ricevuto e Siracusano. Il primo pensa ad una -Regione dello Stretto-, il secondo punta a valorizzare le risorse -interne- al territorio provinciale. «E’ riduttivo parlare di regione o provincia dello Stretto. Penso ai Nebrodi, che vorrebbe fare regione a sé ma che invece deve rimanere unita con tutto il resto del territorio. Tutti devono essere orgogliosi di essere rappresentati dalla città di Messina. Non si può ancora parlare del grande sogno del Ponte sullo Stretto, bisogna guardare al patrimonio che esiste e pensare a creare un’economia forte. In Spagna, ad esempio, si sviluppano tanti piccoli imprenditori, si crea lavoro senza attingere alla macchina amministrativa pubblica, l’idea del Ponte continuamente rilanciata dall’altra parte, invece, è portatrice di un’economia -assistita-. Quando i soli saranno finiti, cosa si farà?».

Obiettivo di Siracusano è anche tagliare con un passato fatto troppo spesso di sprechi: «Per sua stessa ammissione, il presidente uscente Leonardi ha dovuto passare praticamente tutto il tempo del mandato a risanare le casse. Ma gli sprechi sono venuti dagli anni delle gestioni precedenti, tutte di centrodestra, e a fronte di cosa? Non certo di investimenti. I soldi pubblici, invece, si devono utilizzare solo o per manutenzioni o per innescare un’economia, come ad esempio quella turistica». E a proposito di turismo, «una provincia come la nostra – continua Siracusano – la terza nel meridione come turismo e una delle più grandi d’Italia, non può non avere un aeroporto. So che c’è stato un parere negativo, ma credo che sia servito più che altro a tutelare quello di Catania. Lombardo ha detto che non metterà un euro nel progetto aeroporto? La politica del presidente della Regione continua nel suo percorso, quello di emarginare Messina. Tanto che a volte penso che l’intento sia fare della Sicilia una -Binacria- piuttosto che una -Trinacria-, puntando solo su Catania e Palermo. Messina può benissimo camminare da sola, trovare gli investimenti sarà compito della amministrazione. E poi mi chiedo, l’aeroporto di Catania è gestita da privati? Non credo proprio. Il fatto è che l’idea di un aeroporto nella provincia di Messina potrebbe creare problemi a quello di Catania. Non credo poi – aggiunge – che a fronte di sprechi per centinaia di milioni il problema si crei per 80 milioni di euro».

L’aeroporto significherebbe «dare una seconda vita alle Eolie, anche perché il turismo va sempre più nella direzione di vacanze frequenti ma brevi, non più lunghe, e quelle non supportate da offerte aeroportuali finirebbero per essere messe in difficoltà». A Siracusano viene anche chiesto: se non dovesse vincere, cosa accadrà? «Se la gente avrà dimostrato di chiedermi col voto una mia presenza, io sarò in prima linea, perché no, anche con un -governo ombra-. Ma se questa risposta non ci sarà, allora mi farò da parte e tornerò ad occuparmi della mia azienda a tempo pieno. Bisogna cambiare mentalità anche in questo, non voglio impormi alla gente – conclude – se vorrà sarà la gente a chiedere il mio impegno».

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