Chiamata a raccolta del popolo di sinistra «contro un modello di città predatorio che ha il suo simbolo nel Ponte sullo Stretto»
Questa città ha bisogno della Sinistra. Da questo presupposto di base parte l’accorato appello dei movimenti che sostengono e stanno portando avanti la candidatura a sindaco di Rosario Ansaldo Patti, appoggiato in questa sfida dalla “sua- Lega delle Autonomie Locali, dal Comitato Pendolari dello Stretto, dalla Rete verde di Ecologia Sociale e dai due partiti Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani. Dal gruppo più vicino ad Ansaldo Patti, con in testa Pietro Interdonato, presidente del Comitato, è partita una vera e propria campagna “ideologica- contro un «modello di città predatorio che ha il suo simbolo nel Ponte sullo Stretto». Per questo è stata lanciata una sorta di raccolta firme di quanti vorranno sostenere Ansaldo Patti da qui al 15 giugno, giorno di apertura delle urne.
«La città di Messina – si legge nell’appello – vive una delle fasi più tormentate della propria esistenza: assediata da problematiche urbane rimaste negli anni drammaticamente aperte; afflitta dall’irrisolta questione dei quartieri baraccati; minacciata da una persistente crisi occupazionale e da una precarietà di lavoro, pubblico e privato, che non trova soluzione per uscirne; ferita da una criminalità mafiosa, dall’usura e da poteri forti che negli anni hanno controllato e controllano il territorio, l’economia e il consenso; quasi rassegnata all’assalto degli speculatori delle proprie colline, delle proprie risorse naturali».
«Tutto ciò – prosegue – mentre nel Paese soffiano i “venti- dell’intolleranza, dell’egoismo territoriale, del corporativismo, dell’arroganza del potere nei confronti del dissenso. In questa delicata fase nazionale e locale riteniamo ci sia bisogno di Sinistra, dei suoi valori, dei suoi principi, delle sue battaglie: tolleranza, partecipazione dei cittadini alle scelte, lotta alle mafie, difesa dell’ambiente, lotta contro il Ponte senza se e senza ma, lotta per il bene comune contro lo sviluppismo. Per tutto questo noi ci sentiamo di sostenere un modello di città diverso da quello che è, quello di Messina bene comune: città intesa come casa di una comunità, bene e non merce da vendere agli speculatori, comune perché appartiene a più persone unite da vincoli volontari di identità e solidarietà, perché il suo destino non deve essere nelle mani di pochi potentati economici e politici».
(nelle foto Ansaldo Patti e Interdonato)
