Chiusura guardie mediche: Pio Amadeo sollecita l'individuazione di strade alternative

Chiusura guardie mediche: Pio Amadeo sollecita l’individuazione di strade alternative

Redazione

Chiusura guardie mediche: Pio Amadeo sollecita l’individuazione di strade alternative

lunedì 01 Ottobre 2007 - 11:38

Scongiurare la chiusura dei presìdi di continuità assistenziali: l’assessore provinciale ai Servizi Socio Sanitari Integrati, Pio Amadeo, ha aperto i lavori urgenti del tavolo convocato a Palazzo dei Leoni.

Erano presenti, tra gli altri: il direttore generale dell’AUSL 5, Salvatore Furnari , il direttore sanitario, Manlio Magistri e la funzionaria, Gina Mollica; il consigliere provinciale, Giuseppe Lombardo, i sindaci, dei comuni del territorio provinciale, interessati dal provvedimento ed i sindacati di categoria.

-L’auspicio- – ha dichiarato l’assessore Amadeo – -è che si pervenga ad una strategia unitaria che consenta di rivedere la politica dell’assessorato regionale alla Sanità per il recupero della spesa sanitaria, come sollecitato dal ministero della Salute e dell’Economia e Finanza, senza danneggiare i territori della nostra provincia già fortemente penalizzati dalle particolari condizioni geografiche-.

-Occorre individuare delle soluzioni alternative alla soppressione dei quattordici presidi di continuità assistenziale nella provincia di Messina– ha sottolineato Pio Amadeo – -questo provvedimento ci penalizza, oltremodo, poiché per molte entità territoriali, questi, rappresentano la sola unità sanitaria esistente; è assolutamente urgente che tutte le forze politiche, rappresentanti la nostra provincia ai vari livelli regionali e nazionali, adottino un comportamento unanime di sostegno alle popolazioni poiché non è pensabile che il risanamento della sanità siciliana debba passare attraverso l’esclusione di quattordici comunità della provincia di Messina-.

-Il Piano sanitario è viziato da un limite pesantissimo- – ha aggiunto Amadeo – -è privo di concertazione. Infatti, durante la stesura, erano assenti i referenti degli enti locali interessati; il decreto di soppressione, sospeso per quindici giorni, sintetizza le difficoltà di un assessorato regionale che ha attuato scelte solitarie divenute impopolari non per becero campanilismo ma perché lesive di quel diritto alla salute costituzionalmente garantito-.

(foto di Dino Sturiale)

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