Confindustria contrattacca sui cantieri Palumbo

Confindustria contrattacca sui cantieri Palumbo

Redazione

Confindustria contrattacca sui cantieri Palumbo

mercoledì 01 Agosto 2007 - 11:20

Parole pesantissime. In un comunicato di oggi la Confindustria Messina (nella foto il presidente Ivo Blandina) rispedisce con decisione al mittente, anzi, ai mittenti, le accuse di inadempienza e di noncuranza delle norme sulla sicurezza mosse ai cantieri Palumbo nei giorni scorsi e oggi stesso.

La nota dell’associazione degli imprenditori recita tra l’altro: «dire che non si rispetta il cronoprogramma degli investimenti e delle conseguenti assunzioni senza ricordare che il progetto che riguarda le aree ex Cassaro è ancora in attesa delle autorizzazioni, è frutto di ignoranza o di malafede. E desta quanto meno sospetto il fatto che si richieda la costituzione di improbabili tavoli di confronto sul tema della sicurezza dei cantieri proprio quando l’azienda è oggetto di pressioni per l’assunzione di personale».

Niente nomi, ma non è difficile riconoscere tra le righe il consigliere provinciale di Rifondazione comunista Peppe Previti, e il consigliere comunale di Alleanza nazionale Sabastiano Pergolizzi. Il primo in una interrogazione di avantieri al presidente della Provincia Salvatore Leonardi, aveva messo in evidenza proprio la mancata assunzione da parte della Palumbo di 10 operai ex Smeb e di 15 locali, come invece stabilito dalla Convenzione di affidamento dell’area stipulata dalla Palumbo stessa. Il secondo solamente oggi ha auspicato in una nota l’istituzione di un tavolo di confronto per vagliare le condizioni per il reimpiego dei lavoratori ex Smeb e per ridisegnare i piani di sicurezza sul lavoro.

La nota di Confindustria ribalta il punto di vista sulla vicenda, e sempre senza esplicitare i nomi dei destinatari dell’accusa recita: «Da quando l’azienda si è insediata dopo essersi aggiudicata la concessione delle aree con una gara pubblica, essa è periodicamente oggetto di “attenzioni- da parte di soggetti non bene informati sulla situazione di fatto e di diritto e che mirano a costruire attorno ad essa un clima di sfiducia e di sospetto il cui unico risultato, però, è quello di allontanare dalla città l’interesse di operatori economici che volessero contribuire al rilancio del territorio».

Sembra uno scenario da lotta di classe forse un po’ retrò: da una parte le ragioni dei lavoratori, dall’altra le esigenze degli imprenditori. E tutti hanno ragione. E sullo sfondo anche il ruolo nella vicenda della burocrazia e delle istituzioni. Sempre la nota di Confindustria, infatti, chiama in causa gli «Enti concedenti» delle aree ex Cassaro [Regione Sicilia, Ente Porto, Comune, Provincia, Autorità portuale], su cui ora insistono i cantieri, sottolineando, come già riportato, che mancano ancora le autorizzazioni ad operare. Che sia questa l’origine di tutti i problemi? Se la situazione della Palumbo venisse regolamentata anche gli altri pezzi del puzzle, assunzioni e piani di sicurezza, andrebbero a posto?

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