Consiglio Comunale, la politica dello zero assoluto

Consiglio Comunale, la politica dello zero assoluto

Redazione

Consiglio Comunale, la politica dello zero assoluto

mercoledì 05 Settembre 2007 - 13:53

Due ore di seduta praticamente inutili, tra liti, sospensioni e un nuovo “caso Curcio-

Può un Civico Consesso di una città di quasi 250.000 abitati riunirsi per due ore senza concludere, sostanzialmente, nulla? Sì, può, e oggi se n’è avuta la prova. Tra intoppi burocratici, pause di “riflessione- eccessivamente lunghe e qualche attimo di tensione, la seduta odierna del Consiglio Comunale si è conclusa con un nulla di fatto sia sul fronte tariffario Atm, sia sulle altre delibere all’ordine del giorno, dopo le inutili riunioni dei giorni scorsi sull’ormai dimenticata questione difensore civico.

Andando con ordine, si parte con quella che è ormai una prassi che qualcuno, prima o poi, dovrebbe anche spiegare: convocazione dei lavori alle 11.00, apertura della seduta poco dopo mezzogiorno. “I tempi della politica-, si dice. Servisse, quantomeno, quest’ora di ritardo a discutere dei punti dell’ordine del giorno, si potrebbe anche capire, ma come vedremo non è affatto così. Si dovrebbe partire, da programma, con la delibera sul nuovo piano tariffario dell’Atm. Addirittura si fa vedere in aula il presidente dell’azienda trasporti, Franco Providenti, ma la sua è stata una passeggiata inutile. A causa della presentazione di tre emendamenti, per i quali manca il parere del dirigente competente, la delibera (che attende di essere votata, a memoria, da giugno) viene rimandata alla prossima seduta, ovvero martedì prossimo. Prima fumata nera.

A questo punto Nello Pergolizzi di An chiede, confermando ormai una nuova abitudine di diversi consiglieri, l’anticipazione di due punti di discussione, effettivamente di una certa rilevanza: il tema, sempre scottante, delle aperture domenicali, e soprattutto la delicata questione dell’aliquota Irpef, che secondo il centrodestra sarebbe il caso di abbassare da quello 0.80 per molti insostenibile. Nulla di fatto anche qui, i punti rimangono lì dove sono, niente anticipazione.

Ma il culmine si raggiunge con il nuovo argomento che la scaletta impone: la delibera sugli indirizzi per la nomina, la designazione e la revoca dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende, istituzioni e società per azioni. Una delibera già esaminata e approvata dalla Commissione competente, che ha come “genitori- sia Ciccio Curcio (Gruppo Misto) che Pippo Trischitta (An). Proprio Curcio presenta un emendamento, che a suo dire risponde non a leggi giuridiche ma a norme di “buon senso-: ogni nominato al Cda di uno dei soggetti citati dalla delibera deve dichiarare di non far parte di altre società operanti in ambiti analoghi. Un emendamento che trova pieno appoggio nel centrodestra, ma che vede “astenuti-, e dunque di fatto contrari, diversi consiglieri del centrosinistra, in particolare della Margherita. Un nuovo smacco, dunque, da parte degli alleati (o ex?) al consigliere del Gruppo Misto, dopo la mancata elezione di due giorni fa di Curcio come presidente della Commissione Bilancio che aveva sollevato qualche polemica. C’è una spaccatura, dunque, nella maggioranza in consiglio? Di certo Curcio non l’ha presa bene, e il centrodestra ne approfitta per “coccolarlo-.

Tornando ai lavori del Consiglio, il centrosinistra chiede una sospensione (protrattasi ben oltre i dieci minuti inizialmente chiesti) per una riunione a cui, tra l’altro, partecipa lo stesso Curcio. Al ritorno in aula, la richiesta da parte di Loris Foti, capogruppo della Margherita, che fa surriscaldare gli animi: «Rinviamo la delibera in Commissione». Il centrodestra insorge, ritenendo questo passaggio un’ulteriore ed evitabile perdita di tempo. Tensione che sale oltremodo quando a dichiararsi favorevole è Gaetano Gennaro, di Vince Messina. In particolare Trischitta (che con Gennaro ha un “conto aperto- dopo la questione “giacche-…) ritiene assurdo che Gennaro, presidente della Commissione che approvò la delibera mandandola in Consiglio, chieda adesso di rinviare la stessa delibera alla stessa Commissione. Il presidente del Consiglio Comunale Fabio D’Amore fa notare come, se ci si prendesse la briga di studiare le delibere prima delle sedute, molto tempo si risparmierebbe. Ma anche qui, e forse in particolar modo, è bene parlare di “tempi politici-. Dopo il parapiglia, e una nuova sospensione durante la quale i capigruppo conferiscono con D’Amore stesso, si decide di votare la proposta di Foti. Qui la maggioranza d’aula non è in discussione, e la seduta si chiude, alle 14 passate, con la delibera rinviata in Commissione (a fra quanti mesi?) e i lavori aggiornati a martedì prossimo alle 11. O alle 12, fate voi.

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