Dissesto alle porte: parola di Santalco. Sempre che non ci pensi il Cga

Dissesto alle porte: parola di Santalco. Sempre che non ci pensi il Cga

Redazione

Dissesto alle porte: parola di Santalco. Sempre che non ci pensi il Cga

mercoledì 11 Luglio 2007 - 13:10

Il Comune non sopravviverà all’assestamento. Il cosigliere Udc Carmelo Santalco non vede altra strada: «Per adesso il bilancio previsionale può registrare entrate teoriche per trovare il pareggio, ma quando si farà l’assestamento a novembre e si verificherà che gli introiti previsti erano inesistenti, non ci sarà altro da fare che dichiarare il dissesto finanziario». Le critiche di Santalco si appuntano su due questioni in particolare, di cui una riguarda gli emendamenti approvati al Piano triennale delle opere pubbliche, qualche settimana fa. Per essere effettivi, questi cambiamenti devono figurare anche nel bilancio, altrimenti rimangono pura teoria: «Ma lo stesso dirigente del dipartimento Bilancio, Coglitore, ha ammesso che l’allineamento tra il Piano triennale e il previsionale 2007 non è stato fatto, per cui le opere inserite in emendamento non sono realizzabili, non hanno copertura economica». Ancora più grave, a detta di Santalco, è l’atteggiamento della Giunta nei confronti del Patto di Stabilità. «Il ragioniere generale dello Stato [dottor Mario Canzio] ha emanato un parere che apparentemente esclude il Comune di Messina dall’obbligo di rispettare il Patto. Ma il parere non è netto, parla in termini di possiblità realistica. Per questo io ho chiesto all’Amministrazione di attivare la funzione consultiva della Corte dei Conti, e in tal modo verificare l’effettività del parere. Ciò non mi è stato accordato, la Giunta ritiene esaustivo il parere e di conseguenza adesso tutto il Consiglio comunale ha questa responsabilità sulle spalle». «Tutto il bilancio – ha continuato – è tenuto in piedi dalle somme che dovrebbero derivare dalla dismissione dei beni immobili. Ma a novembre si scoprirà che queste somme non saranno state incamerate (si ricordi che gli immobili sono abitati da inquilini che non hanno intenzione di acquistare) e tutto il bilanciamento salterà. Allora il dissesto sarà inevitabile». Intanto in Aula queste preoccupazioni sono lontane, si pensa solo a far presto per non sforare il termine di 30 giorni a partire dal 5 luglio fissato dal commissario per l’approvazione del bilancio. Oggi un piccolo putiferio è scoppiato quando il Consiglio ha votato no alla richiesta della minoranza di ritardare la votazione di un emendamento per la momentanea assenza del primo firmatario. «Ma non è niente – ci ha spiegato Maurizio Rella, consigliere dei Ds, – siamo tutti d’accordo per approvare tutti gli emendmenti. Bisogna sbrigarsi, perdere tempo non serve a nessuno». Le incertezze dei primi giorni sembrano passate, dunque, ma la nuova minaccia prospettata dal consiglere Santalco minaccia a questo punto non solo il Consiglio ma tutto il governo cittadino. Sempre che non intervenga prima di novembre da Palermo una sentenza amministrativa di annullamento delle elezioni del 2005. Nessuno dimentica, infatti, il ricorso del Nuovo Psi contro l’esclusione della propria lista dalle elezioni amministrative del 2005. Il ricorso fu rigettato dal Tar di Catania ed è attualmente in discussione al Cga, che rappresenta il secondo grado di giustizia amministrativa (che è anche il più alto; il terzo grado non c’è). La sentenza dovrebbe arrivare presto, c’è chi la evoca persino a brevissimo, e, l’eventuale accoglimento dell’istanza comporterebbe come conseguenza il nuovo commissariamento della città. Insomma, tra Patto di Stabilità e Cga, ai margini del bilancio le preoccupazioni non mancano. Quali si riveleranno reali?

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