Doppio incarico, entro il 31 maggio Buzzanca deve decidere. Forse…

Doppio incarico, entro il 31 maggio Buzzanca deve decidere. Forse…

Doppio incarico, entro il 31 maggio Buzzanca deve decidere. Forse…

venerdì 20 Maggio 2011 - 11:01

La Commissione verifica poteri dell’Ars ha deliberato in questo senso, ma il sindaco-deputato ha più di un salvacondotto. E tutto potrebbe essere congelato…

Dopo un anno (era il 3 giugno 2010) dal ricorso presentato da Antonio D’Aquino, primo dei non eletti all’Ars del Pdl, la Commissione verifica poteri del parlamento regionale, presieduta dal presidente dell’Ars Francesco Cascio, si è espressa: Giuseppe Buzzanca deve optare per una delle due cariche che oggi ricopre, sindaco di Messina e deputato regionale, entro il 31 maggio. In caso contrario la Commissione dovrà mettere ai voti dell’Ars la proposta di decadenza dello stesso Buzzanca. Quest’ultimo, però, ha più un salvacondotto. Il primo potrebbe essere proprio il voto dell’Ars: per una sorta di “autotutela” della casta, non è detto che l’assemblea decida di togliere la poltrona da parlamentare del sindaco. Il secondo: con un ricorso al tribunale dio Palermo tutto verrebbe congelato (vicenda analoga a quella di Santino Catalano del Pid, altro deputato “affetto” da doppio incarico).

Insomma, l’ipotesi più probabile è che alla fine non accada nulla, almeno per quanto riguarda l’iter all’Ars. Altra storia è la vicenda giudiziaria, parallela ed indipendente da quella parlamentare. In questo caso rimane in piedi il procedimento avviato col ricorso presentato dall’avv. Antonio Catalioto (che rappresenta legalmente D’Aquino all’Ars, tra l’altro) e che potrebbe trascinarsi fino in Cassazione, dopo il pronunciamento della Corte d’Appello che, pur mantenendo salda la fascia tricolore addosso a Buzzanca, ne ha confermato l’incompatibilità dell’incarico di sindaco con quello di deputato. Sullo sfondo ci sarebbe anche una questione di opportunità, l’opportunità di mantenere uno status che ormai è stato acclarato come illegittimo (anche dalla Corte Costituzionale), aggrappandosi ad ogni possibile cavillo offerto dalle fin troppo larghe maglie della legge. Ma certe valutazioni, ai tempi d’oggi, sembrano sempre più fuori luogo.

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