Duro affondo del Pdci sul commissario Sinatra

Duro affondo del Pdci sul commissario Sinatra

Redazione

Duro affondo del Pdci sul commissario Sinatra

sabato 17 Novembre 2007 - 10:32

Secondo il segretario provinciale Bertuccelli ci sarebbe un preciso disegno politico dietro alle azioni del dirigente regionale

Una lunga e dura disamina sull’operato del commissario Sinatra, dal giorno del suo arrivo ad oggi. A farla è il segretario provinciale del Pdci, Antonio Bertuccelli, il quale non risparmia un affondo pesante nei confronti dell’emissario della regione, dietro alle cui azioni, secondo il partito comunista, ci sarebbe un preciso disegno politico. E un futuro dai contorni poco trasparenti per la città di Messina.

«Ad osservare come si “muove- – afferma Bertuccelli in una nota – viene spontaneo dire che il passo non è certamente quello prudente e circospetto del “Commissario Straordinario- che deve gestire i problemi più urgenti e di ordinaria amministrazione per pochi mesi in attesa delle elezioni; e nemmeno quello del tecnico che vuole gestire asetticamente (o anche risanare energicamente) quel che si può nel breve tempo concesso prima di democratiche elezioni».

Secondo Bertuccelli, Sinatra mirerebbe ad obiettivi lontani: «voler dare una energica svolta alla politica cittadina avvalendosi di poteri straordinari che nemmeno un politico come Genovese può mai pensare di esercitare». In questo ragionamento rientrerebbero lo smantellamento dell’apparato politico messo su dall’ex sindaco, ma anche l’affrontare a muso duro la stampa locale.

«L’atteggiamento di Sinatra – prosegue la nota – è cambiato nel giro di una settimana, sorprendendo tutti e lasciando nello sgomento chi in un approccio morbido dell’inviato regionale aveva sperato e creduto».

Bertuccelli fa a questo punto una disamina sulle reazioni della città alle azioni del commissario: «La stampa è passata ad una critica sempre più aperta, il Partito democratico minaccia azioni penali, segno che l’azione del Commissario suscita parecchia angoscia al suo interno, e nemmeno nel Centrodestra si trova qualcuno disposto a ballare di gioia, anche se nessuno ha ancora il coraggio di azzardare un vero e proprio affondo (solo il baldanzoso Santalco C. ha espresso qualche perplessità, mentre l’inconsistente esponente di F.I. Rao dichiara candidamente di voler stare alla finestra: casereccio wait and see del tutto inappropriato, vista la drammaticità del momento). Sarà interessante verificare il tenore dei rapporti col Prefetto, appena questi avrà avviato il Tavolo istituzionale, e quelli con la Magistratura messinese, quando filtrerà qualche indiscrezione sul fascicolo aperto dal dott. Siciliano».

Un atteggiamento non da chi deve reggere il Palazzo solo per qualche mese, «Sinatra invece si organizza a governare (lui o chi dopo di lui, ma della sua stessa “estrazione-) per molto tempo, come se non si dovesse votare a maggio. Come se il commissariamento di Messina, cioè, dovesse durare qualche anno. Di che si può trattare?». Bertuccelli fa riferimento all’ipotesi adombrata dal quotidiano locale, che ha pensato ad una possibile dichiarazione di dissesto.

«Una scelta forte – continua il segretario del Pdci – ma ineccepibile, da cui uscirebbero tutti con le ossa rotte. A destra come a sinistra. Tranne chi in questi anni non ha mai governato: l’Mpa. E se va via Sinatra (perché si nomina un diverso Commissario “liquidatore- o anche perché quale deputato regionale riesce a farne dichiarare illegittima la nomina) poco cambia: spetta sempre all’ass. Colianni nominarne un altro. E il presidente Cuffaro ha dimostrato di non voler mettere becco nelle “competenze- del suo efficiente assessore».

«C’è solo un problema – secondo Bertuccelli – se cade Cuffaro va via Colianni. Ecco il motivo della fretta. Alla faccia della stampa, di Genovese e di tutte le mezze calzette della politica messinese». Pesanti considerazioni, quelle del Pdci, che prevedono un futuro tutt’altro che roseo per la città, e lanciano una sorta di messaggio ai messinesi: «Coraggio, a Messina dopo l’aprile dell’eventuale dissesto non viene il maggio delle elezioni, ma un altro biennio di commissariamento. Tenetevi forte».

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